01 febbraio 2009

Dio nel corridoio

Nel modo più naturale successe un evento: incontrai Dio. L'ignobile vicepresidente mi aveva ordinato una birra, pensando evidentemente di non essere grasso abbastanza. Gliel'avevo portata con gentile disgusto. Stavo uscendo dall'antro dell'obeso quando si aprì la porta dell'ufficio vicino e mi ritrovai faccia a faccia con il presidente.
Ci guardammo con reciproca stupefazione. Da parte mi era comprensibile: mi era finalmente concesso di vedere il dio della Yumimoto. Dalla sua, era meno facile da spiegare: sapeva della mia esistenza? Sembrava di sì, perché esclamò con voce di una bellezza e di una delicatezza fuori dell'ordinario:
- Lei deve essere Amélie-san!
Mi sorrise tendendomi la mano. Ero talmente sopresa che non riuscii a emettere alcun suono. Il signor Haneda era un uomo sulla cinquantina, esile e con un viso di eccezionale eleganza. Emanava da lui un'impressione di profonda bontà e armonia. Mi guardò con amabilità così autentica che quel poco di contegno che mi restava svanì.
Se e andò. Restai nel corridoio, sola, incapace di muovermi. Ma allora il presidente di quel luogo di tortura, dove ogni giorno subivo le umiliazioni più assurde, dove ero oggetto di ogni disprezzo, il padrone di quella geenna era quello splendido essere umano, quell'anima superiore!
Non ci capivo più niente. Una società guidata da un uomo di tale lampante nobiltà avrebbe dovuto essere un paradiso di raffinatezza, un luogo di rigoglio e di dolcezza. Cos'era questo mistero? Possibile che Dio regnasse sugli Inferi?
Ero ancora incantata dallo stupore quando mi arrivò la risposta che cercavo. Si aprì la porta dell'ufficio dell'enorme signor Omochi e sentii la voce dell'infame che mi urlava:
- Cosa sta facendo? Non la paghiamo mica per ciondolare nei corridoi!
Tutto chiaro: alla Yumimoto, Dio era il presidente e il vicepresidente era il Diavolo.

Amélie Nothomb, da Stupore e tremori, Guanda 2006

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ette pareva che il tizio obeso non fosse una merda umana e quello snello la queintessenza dell'esprit de finesse... NO alla discriminazione! e al dualismo (materia/spirito etc. etc.).
hmpf.
baciones a te e alla proteiforme skapina!

Anonimo ha detto...

se l'obeso fosse stato un pacioccone, si sarebbe detto che si ricadeva nello stereotipo del ciccione "faccerìde"...

nelle questioni delicate non ci si prende mai...

e poi magari il grasso era la causa e non l'effetto.. magari gli giravano le palle proprio perche' era ciccione e da bambino gli amichetti crudeli lo prendevano in giro... magari in fondo era buono e nel telefilm americano poi a un certo punto il protagonista lo abbraccia e lui si mette a piangere (dopo avergli aperto il cranio con un fermacarte di murano!)...
:-D
infinita comprensione per le tue rimostranze, oh Malmostoso, io sono l'unica al mondo che e' riuscita a farsi prendere in giro su cose opposte nelle diverse fasi della vita (da piccola perche' scheletrica e secchiona, da grande perche' ciccia e inconcludente)
tra un po' mi disegno un bersaglio colorato sulla buzza e mi faccio pagare 1 euro per tirarmi una pallina, cosi' arrotondo...
;-)