30 maggio 2008

We don’t hide

Published by donnacha May 28th, 2008 in Riga Pride 2008. 0 Comments
da http://blog.amnesty.org/rigapride/

Three days before the march. This morning I came to Mozaika’s office and found one of the volunteers asleep on our cosy large windowsill. It’s a lot of work for a handful of people. By midday tomorrow, we are supposed to turn this office into the Friendship Days Information Centre. At the moment, we are drowning in posters, leaflets, whistles, coffee mugs and unfinished tasks on post-it notes. We are also sending press releases and reacting to stupidities that have hit the media in the past few days.
Some political parties actively condemn the march and ask people to ignore it. I guess it is better than asking people to go and throw shit at pride marchers… so should we be grateful ?… But, in reality, they are trying to make the Pride march look like some kind of event that will praise sexual perversion and should be ignored because it will be nasty. They bluntly refuse to accept this as a political demonstration – or simply don’t want people to see it.
We blog, press-release, write, speak and yell about equality and human rights, but unfortunately at the moment homophobes have louder voices and more listeners. It’s quite an unfair struggle to get the message across to wider society as long as the homophobes have a majority in the parliament, City Council and all the religious groups on their side and we have 5 people with passion and belief in what they do on our side. Still, we are not doing too badly.
Today we discovered that all our (Mozaika’s board members) private mobile phones numbers are published on one of the news websites … and people have been encouraged to call us and tell us what they think about Mozaika’s activities and about the “perversions” we “promote”. That information has been there for a week and nobody has called.
Luckily for us most of the homophobes are indeed too coward to call and actually speak to one of us. At best, they are brave enough to send anonymous text messages from the internet – not to be identified. Another unfair struggle of people with their names and faces publicly known against an anonymous crowd hiding behind their computers.
But hey - all that only makes us stronger. Because we believe in what we do. And we don’t hide.

Che aria tira?

Allora, domattina all'alba si parte per Riga.

Mentre sulla città continua a infuriare la tempesta perfetta, finisco gli ultimi preparativi. Niente magliette di Amnesty, ok, è meglio non provocare, le istruzioni prevedono che ne riceveremo una là e la useremo solo per sfilare, non prima e non dopo. Scarpe e vestiti comodi e senza marca, per non irritare (?) e non farsi notare troppo. Minchia. Ma è davvero questa l'aria che tira?

Cappello, foulard, occhiali, ok. Le istruzioni prevedono anche magliette di ricambio, niente sandali casomai bisognasse correre veloci (!), crema solare per non scottarsi - ma che tempo fa in Lettonia? io credevo di doverci andare con cappotto e colbacco, come Totò e Peppino a Milano... - e insieme il k-way per ripararsi dagli sputi e dai lanci di uova marce (!) e cacche (!!). Evidentemente il clima è caldo, in tutti i sensi.

Ci è stato anche sconsigliato di andare in giro per la città il giorno successivo, se non in gruppi misti di almeno cinque persone.

Dopo aver letto le ultime istruzioni (ci è stato chiesto di garantire che avremmo rispettato le misure di sicurezza indicate) ho un po' paura; nello stesso tempo penso che in certi casi bisogna farsi coraggio, ma per me affrontare una cosa del genere è un vero sforzo, perché anche in situazioni più semplici ho paura della folla e dello scontro fisico.

Per trovare questo coraggio, vado sul blog dell'associazione che sta organizzando il Riga Pride e leggo le ultime news. Non sono esattamente incoraggianti, ma il coraggio lo trovo lo stesso: mi viene dalla rabbia e dall'idea che se non andiamo noi - inteso come noi cittadini di altri paesi - a dare una mano a queste persone, chi gliela darà?

In preda a questi stati d'animo, mentre leggo, scrivo e presso nello zaino magliette senza scritte, per tenere a bada la stanchezza e la tensione ho finito per mangiarmi un intero sacchetto di rotelle di liquerizia...

Basta, è meglio dormirci su.

Buonanotte, a lunedì.



We gain strength, and courage, and confidence by each experience in which we really stop to look fear in the face... we must do that which we think we cannot.

Eleanor Roosevelt

29 maggio 2008

Lettonia: diritti umani della comunità Lgbt a rischio

Negli anni passati, in Lettonia, i diritti umani della comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) sono stati violati in diverse occasioni. Nel 2005 il Consiglio comunale di Riga si era opposto allo svolgimento del Gay Pride che, a seguito dell'intervento del Tribunale amministrativo, ha avuto luogo tra lanci di uova e lacrimogeni. Durante la marcia personalità politiche ed istituzionali (tra cui l'allora primo ministro e il vicepresidente del Parlamento) hanno rilasciato dichiarazioni apertamente omofobiche.

Anche nel 2006 il Consiglio comunale non ha autorizzato la marcia, questa volta motivando il provvedimento con l'impossibilità per la polizia di garantire la sicurezza a fronte delle minacce ricevute. In questo caso il Tribunale amministrativo di Riga ha confermato la decisione, ma il contenuto di tali minacce non fu rivelato. In almeno due occasioni collegate al Gay Pride, una manifestazione religiosa e una conferenza stampa, un folto numero di manifestanti ha impedito lo svolgimento delle attività, con lancio di uova ed escrementi umani, senza alcun intervento da parte delle forze dell'ordine.

A sostegno della comunità Lgbt lettone, nel 2007 Amnesty International ha partecipato alla marcia con una propria delegazione, composta da rappresentanti di dodici Sezioni europee. Questa volta la manifestazione ha ricevuto adeguata protezione da parte della polizia e, nonostante le proteste di un nutrito numero di contro-manifestanti, la marcia ha avuto luogo, seppur confinata nel chiuso di un parco cittadino.

Amnesty International apprezza lo sforzo che le autorità lettoni hanno fatto nel 2007 nel fornire adeguata protezione durante la marcia del Gay Pride, ma allo stesso tempo ricorda al governo della Lettonia che è necessario ancora lavorare al fine di garantire alla comunità Lgbt il diritto alla libertà di manifestare pubblicamente per le strade di Riga.

Il Gay Pride Lettonia 2008 sarà sabato prossimo 31 maggio, sempre a Riga.

firma l'appello su www.amnesty.it

28 maggio 2008

Tavolo Asilo

COMUNICATO STAMPA CS67-2008

APPELLO AL GOVERNO: NON TOCCATE IL DIRITTO D’ASILO

Le associazioni ed enti di tutela del diritto d’asilo riunite a livello nazionale nel ‘Tavolo Asilo’, facendo seguito alle prese di posizione gia’ espresse dall’UNHCR, esprimono la propria profonda preoccupazione per le proposte di modifica di alcune norme vigenti in materia di asilo e immigrazione. L’Italia, dove manca tuttora una legge organica sull’asilo, ha appena recepito, con l'emanazione di un decreto legislativo a marzo 2008 una importante direttiva dell’Unione Europea colmando cosi’ alcune gravi lacune nella sua legislazione. Tra le modifiche proposte tre sono gli aspetti che destano maggiore perplessita’: a) La proposta che appare piu’ allarmante e’ quella che prevede che un richiedente asilo la cui domanda sia stata respinta in prima istanza dalla commissione territoriale competente venga subito espulso dal territorio nazionale e rinviato nel Paese in cui e’ fuggito, anche prima che l’interessato possa presentare ricorso contro tale decisione al tribunale. In tal modo lo straniero che lamenta di subire nel suo paese una persecuzione o comunque di essere esposto a gravi rischi, verrebbe rinviato in tale paese, ove rischia la morte, il carcere, la tortura, o di subire trattamenti disumani o degradanti prima che l’autorita’ giudiziaria abbia emesso la propria decisione. La proposta di modifica alla normativa vigente, che ha finalmente previsto con chiarezza un effetto sospensivo ai provvedimenti di allontanamento in pendenza di giudizio si porrebbe cosi’ in netto contrasto con principi fondamentali del diritto interno ed internazionale, tra cui la Convenzione Europea sui Diritti Umani e la stessa normativa europea. In Italia vengono presentate ogni anno circa 15.000 domande d'asilo, un numero molto modesto rispetto a quello di altri paesi dell’Unione e comunque ben lontano dai timori agitati da chi parla di ‘invasione’. Delle domande presentate, oltre il 50% viene accolto in prima istanza e circa 1/3 di quelle rigettate viene accolto in sede giudiziaria, cosi’ mostrando l’importanza di una seconda istanza. b) Si propone di trattenere nei CPT i richiedenti asilo che hanno presentato la domanda di asilo dopo essere stati colpiti da un provvedimento di respingimento alla frontiera o di espulsione. Nei CPT i richiedenti asilo sarebbero sottoposti allo stesso trattamento di tutti gli altri stranieri in attesa di espulsione, e quindi potrebbero essere trattenuti in tali centri fino a 18 mesi. Va ricordato che, sia a Lampedusa che sul resto del territorio nazionale, a molti stranieri che stremati dal viaggio giungono nel nostro paese dopo essere fuggiti dai loro paesi per motivi di persecuzione o per sottrarsi a conflitti armati, viene spesso notificato un provvedimento di respingimento e vengono abbandonati a se stessi. c) Si propone di limitare fortemente il diritto alla circolazione dei richiedenti asilo a determinate aree. Tale proposta, oltre a suscitare dubbi sulla sua conformita’ con le direttive UE appare del tutto inutile tenuto conto che gia’ la norma vigente prevede un obbligo di residenza dei richiedenti nei centri di accoglienza e potrebbe creare confusione e disservizi anche nell’organizzazione dei sistema di accoglienza. Gli enti e le associazioni del Tavolo Asilo chiedono al Governo di non procedere a modifiche del D.lgs 25/08, la cui efficacia non e’ stata neppure ancora sperimentata, provvedendo invece a dare tempestiva emanazione del regolamento di attuazione di tale decreto, ferma restando la possibilita’ che possano essere successivamente adottate precise e circostanziate misure integrative e correttive sulla base di quanto emergera’ concretamente dall’implementazione del testo vigente.

Amnesty International
Arci
ASGI
Caritas Italiana
Casa dei Diritti Sociali - CDS Focus
Centro Astalli
CFA Ex Canapificio Caserta
Comunita’ di Sant'Egidio
Consiglio Italiano per i Rifugiati
Federazione Chiese Evangeliche in Italia - FCEI
Medici Senza Frontiere
Save the Children
Senza confine

Roma, 28 maggio 2008

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

Rapporto Annuale 2008: I GOVERNI DEVONO SCUSARSI

COMUNICATO STAMPA CS66-2008

AMNESTY INTERNATIONAL PRESENTA IL RAPPORTO ANNUALE 2008:
60 ANNI DI FALLIMENTI IN TEMA DI DIRITTI UMANI, I GOVERNI DEVONO SCUSARSI E AGIRE SUBITO

In occasione del lancio del suo Rapporto Annuale 2008, Amnesty International ha chiesto oggi ai leader mondiali di porgere le proprie scuse per 60 anni di fallimenti e di assumere un nuovo impegno per conseguire miglioramenti concreti in tema di diritti umani.‘Le crisi dei diritti umani in Darfur, Zimbabwe, Gaza, Iraq e Myanmar richiedono un’azione immediata. L’ingiustizia, la disuguaglianza e l’impunita’ sono i tratti significativi del mondo di oggi. I governi devono agire subito, per colmare il divario crescente tra cio’ in cui s’impegnano e quello che fanno’ – ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, nel corso della presentazione del Rapporto Annuale 2008, pubblicato in Italia da EGA Editore.Il Rapporto Annuale, che contiene capitoli su 150 paesi, denuncia che a 60 anni dall’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani la tortura e’ ancora presente in almeno 61 paesi, processi iniqui si celebrano in almeno 54 paesi mentre in 77 paesi non e’ consentita la libera espressione delle proprie idee.‘Il 2007 e’ stato caratterizzato dall’impotenza dei governi occidentali e dall’ambiguita’ o riluttanza delle potenze emergenti rispetto ad alcune delle peggiori crisi dei diritti umani, come i conflitti in corso da decenni o la crescente ineguaglianza di cui fanno le spese milioni di persone’ – ha affermato Pobbiati.Secondo Amnesty International, la piu’ grave minaccia al futuro dei diritti umani e’ costituita dall’assenza di una visione condivisa e di una leadership collettiva.‘Il 2008 presenta l’opportunita’ senza precedenti, per le nuove leadership al potere, per quelle che verranno elette e per le potenze emergenti, di indicare una nuova direzione e rigettare le politiche miopi che, negli ultimi anni, hanno reso il nostro pianeta un luogo sempre piu’ pericoloso e diviso’ – ha proseguito Pobbiati.Amnesty International ha esortato i governi a stabilire un nuovo paradigma per la leadership collettiva, basato sui principi della Dichiarazione universale dei diritti umani. Spettera’ alle maggiori potenze dare l’esempio:- la Cina dovra’ rispettare gli impegni assunti in occasione dell’assegnazione delle Olimpiadi, consentendo piena liberta’ d’espressione e di stampa e ponendo fine alla rieducazione attraverso il lavoro;- gli Usa dovranno chiudere il centro di detenzione di Guantánamo e le strutture detentive segrete, processare i prigionieri secondo procedure eque oppure rilasciarli e respingere inequivocabilmente l’uso della tortura e dei maltrattamenti;- la Russia dovra’ mostrare maggiore tolleranza verso il dissenso politico e nessuna indulgenza per le violazioni dei diritti umani in Cecenia;- l’Unione europea dovra’ indagare sulla complicita’ dei suoi Stati membri nelle rendition di sospetti terroristi e pretendere dai suoi Stati membri il medesimo rispetto dei diritti umani che chiede agli altri Stati del mondo.‘Per quanto riguarda l’Italia, temiamo che il clima di razzismo e le leggi o proposte di legge contrarie agli standard internazionali sui diritti umani la stiano trasformando in un paese pericoloso’ – ha dichiarato Daniela Carboni, direttrice dell’Ufficio campagne e ricerca della Sezione Italiana di Amnesty International. ‘Atti normativi approvati con un approccio affrettato e propagandistico, dichiarazioni discriminatorie e attacchi xenofobi stanno minando seriamente i diritti umani fondamentali delle minoranze presenti nel nostro paese, in una preoccupante linea di continuita’ nel passaggio da un governo al successivo. Abbassare la soglia dei diritti per specifici gruppi di popolazione, oltre a essere di per se’ inaccettabile, comporta una generale erosione dei diritti individuali di ogni persona in Italia. Per contrasto, invece, le istituzioni italiane non sentono l’urgenza, per esempio, di introdurre misure efficaci contro la tortura ne’ di fermare le esportazioni di armi verso paesi in cui vi sono bambini soldato’. ‘I leader mondiali stanno rifiutando di ammettere che il loro fallimento sta avendo costi elevati. Come mostrano i casi dell’Afghanistan e dell’Iraq, le violazioni dei diritti umani non sono tragedie isolate ma virus che possono propagarsi con estrema rapidita’, mettendo tutti noi a rischio’ – ha ammonito Pobbiati. ‘C’e’ una sempre maggiore domanda di giustizia, liberta’ e uguaglianza. Le immagini dei monaci birmani, degli avvocati pakistani e delle donne iraniane che nel 2007 hanno riempito le strade e le piazze dei loro paesi sono state eloquenti: instancabile e indignata, la gente non rimane in silenzio e i leader mondiali non possono correre il rischio d’ignorarla. Al contrario, devono mostrare quella stessa visione, quello stesso coraggio e quello stesso impegno che portarono, 60 anni fa, all’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani’ – ha concluso Pobbiati.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 28 maggio 2008

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

Rapporto Annuale 2008: Amnesty boccia l'Italia

Un corposo capitolo sul nostro Paese nel Rapporto Annuale sui Diritti umani
Nel mirino la tendenza ad attribuire a gruppi etnici le colpe di singoli
'Caccia alle streghe contro i diversi'.
Xenofobia: Amnesty boccia l'Italia
Sottolineati i fatti "impuniti" del G8. All'attacco anche l'Anti Defamation League. E la critica è "bipartisan" e coinvolge tanto Veltroni quanto Fini

ROMA - La scusa per sbarrare le porte ai migranti e usare il pugno di ferro con chi è già dentro è quella, sperimentata in tutto il mondo, della sicurezza. Ma se l'Italia ha tanta paura dei "diversi" da voler scatenare una "caccia alle streghe", Amnesty International vuole dirlo forte. La voce di Daniela Carboni, direttrice dell'ufficio campagne e ricerca, era pacata, ma l'allarme è rimbombato assordante. La Carboni ha bastonato senza risparmio l'errore di prospettiva che fa vedere un episodio di cronaca come l'omicidio di Giovanna Reggiani per mano di un rom "non come l'ennesima violenza contro una donna, ma come il sintomo inequivocabile di una tendenza alla violenza e all'illegalità di gruppi di persone e di minoranze, in base alla nazionalità, all'appartenenza etnica, al luogo in cui dimorano".

In parole meno diplomatiche, è un allarme razzismo e xenofobia, condiviso anche dall'Anti-Defamation League: in Italia la tendenza è fare di tutte le erbe un fascio, "punire" sommariamente rom, immigrati, romeni, sulla base di categorie semplici, ignorando il principio di responsabilità individuale. E quando la cultura dei diritti viene erosa, "le minoranze non sono le uniche a essere colpite", come dimostra l'impunità dei protagonisti di pestaggi e torture al G8 di Genova.

È la prima volta che alla presentazione del rapporto sui Diritti umani la relazione sull'Italia dura il doppio di quella sul resto del mondo. Si vede che i ricercatori di Amnesty trovano preoccupanti i segnali colti nel nostro paese, tanto più che quelli in arrivo dalla politica sono stati univoci, "bipartisan", li ha definiti la Carboni. Che ha bacchettato Walter Veltroni, perché proclama che "prima dell'ingresso della Romania nell'Ue, Roma era la metropoli più sicura del mondo". Ma anche Gianfranco Fini, che parlando dei rom si chiede "come sia possibile integrare chi considera pressoché lecito e non immorale il furto". E se il governo Berlusconi ha appena varato un "pacchetto sicurezza" con restrizioni che colpiscono soprattutto rom e migranti, l'esecutivo guidato da Romano Prodi sul tema lascia solo un decreto che rende più indefiniti i motivi per l'espulsione degli extracomunitari.

La "delusione" italiana non è meno amara perché arriva in buona compagnia: a sessant'anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo la tortura è ancora diffusa in almeno 61 paesi, denuncia Paolo Pobbiati, presidente di Amnesty Italia. Ma gli orrori del Darfur, la repressione della Birmania, gli abusi della Cina, i massacri dell'Iraq, la vergogna di Gaza e di tutte le crisi incancrenite sono, appunto, problemi vecchi. I governi, dice Pobbiati "devono scusarsi e agire subito per colmare il divario fra ciò che dicono e ciò che fanno".

Ma l'amarezza dei militanti per i diritti umani ha anche una sfumatura nuova: sottolinea la distanza che si allarga fra società e istituzioni, fra gente comune e governi. Da una parte le ansie elettorali hanno portato anche in Italia l'ossessione sicurezza, testa d'ariete ovunque per l'introduzione di politiche illiberali. Dall'altra però Amnesty vede segnali incoraggianti: "Crediamo", dice la Carboni, "che politici e istituzioni italiane debbano avere il coraggio dei bambini di Lampedusa, che ai coetanei - i migranti che arrivano sulle loro spiagge - hanno dedicato giochi e disegni sui diritti umani".

28 maggio 2008 - da www.repubblica.it

Suu Kyi

Birmania, Suu Kyi resta agli arresti domiciliari prorogati di sei mesi
La giunta militare ha intensificato le misure di sicurezza intorno alla sua residenza
Oggi scadeva il precedente provvedimento restrittivo per il Nobel per la Pace


RANGOON - Aung San Suu Kyi rimane agli arresti domiciliari. La giunta militare birmana ha prorogato di altri sei mesi il provvedimento restrittivo nei confronti della leader dell'opposizione e premio Nobel per la pace. Suu Kyi è ai domiciliari continuativamente dal 2003 e complessivamente da 12 degli ultimi 18 anni. Oggi scadeva l'ultimo ordine di arresto dato dal regime. E sempre oggi cade il diciottesimo anniversario delle elezioni politiche del '90, vinte in misura schiacciante proprio dalla Lega Nazionale per la Democrazia, guidata dalla leader arrestata. Una vittoria mai riconosciuta dal regime militare che diede il via a una dura repressione.

Prima di decidere la proroga del provvedimento nei confronti di Suu Kyi, i militari avevano circondato la residenza dell'esponente dell'opposizione e avevano fermato venti militanti che avevano cercato di violare il blocco. Per mettere la sordina all'avvenimento i militari hanno circondato il quartier generale dell'Lnd (che ha definito "un'impostura" il referendum sulla nuova costituzione voluto dalla giunta militare), ma una ventina di giovani attivisti dell'opposizione si sono ugualmente diretti verso la villetta alla periferia di Yangon. Un tragitto breve, bloccato dalla polizia che ha fermato i giovani caricandoli sui cellulari.

L'inasprimento della repressione potrebbe far salire la tensione con i governi occidentali impegnati negli aiuti umanitari a favore delle popolazioni colpite il 2 maggio scorso dal ciclone Nargis, che ha fatto oltre 130.000 vittime fra morti e dispersi, e due milioni e mezzo di senzatetto. Aiuti che il regime ha sottoposto a pesanti restrizioni, pur essendosi da ultimo piegato a promettere l'ingresso incondizionato a tutti i soccorritori stranieri, a prescindere dalla loro nazionalità.

27 maggio 2008 - da www.repubblica.it

25 maggio 2008

Problemi in ufficio

I miei collaboratori si abbioccano sul posto di lavoro, così non si può proprio andare avanti!

Il pentafoglio


Domenica mattina


La domenica mattina è sempre un momento difficile, soprattutto se bisogna anche lavorare; un piccolo conforto me lo dà il bar dei vecchi sotto casa, che - unico nel raggio di chilometri - è aperto anche la domenica.
Qualche tempo fa ha cambiato gestione: io temevo un rilancio stile trendy ggiovane, con aperitivo figo e cose del genere, invece pare che lo spirito dei predecessori sia stato raccolto in modo puntuale, quasi un passaggio di testimone. I nuovi proprietari hanno la stessa gentilezza contenuta e la stessa aria sfatta dei precedenti.
Mando un messaggio a una amica che abita dall'altra parte della strada: "Ci sei per un caffé?", ma non c'è, mi risponde che è a Firenze per un concerto. Scendo sotto casa e attraverso il prato che circonda il bar; non riesco a evitare di guardare in basso per vedere se trovo un quadrifoglio - una forma di mania, non posso farne a meno - e mi cade l'occhio su un inaspettato pentafoglio: cinque inequivocabili, perfette fogliettine che ammiccano nel verde, tra l'erba e qualche cicca. Ottimo presagio: ho proprio bisogno di fortuna, penso tra me e me, e di qualche evento straordinario e inatteso. Sorrido da sola e procedo verso il bar.
Nel patio esterno, un gruppo di vecchietti incalliti giocano a tresette, qualcuno mi lancia un'occhiata di sbieco attraverso gli occhiali, mi sento un po' come se entrassi in casa d'altri, ma e' solo un attimo.
Entro e ordino una brioche salata e un cappuccino:
- Ecco qua il s§uo cruas§àen! Glielo s§caldo? Czi vuole un po' di cacao sul capuccczio? Mo s§ì, oggzi è domenica, s§i fa fès§taaa!
- Grazie... Mi posso sedere nel tavolino fuori?
- Mo come no! S§i acòmodi!
Nel cortile interno ci sono dei tavolini, è un angolino grazioso ed è anche uscito il sole. Mi siedo con la mia colazione e, mentre zucchero il cappuccio con aria noncurante, ascolto le conversazioni dei tavolini limitrofi.
Alla mia sinistra un gruppo di vecchietti, appena usciti dalla sala del biliardo, hanno già un frizzantino in mano. Non sono abbastanza vicini per origliare bene, mi arriva solo qualche frase smozzicata e qualche esclamazione:
- Mo c'sa dit? L'è impusebbil!
- Mo va fer dal pugnàt!
Tutto regolare, come dire...
Invece sento benissimo la conversazione del tavolino alla mia destra: tre signore, d'età ma tutte tenute - messa in piega e vestito buono -, che si stanno godendo il caffé con chiacchiere della domenica mattina. Riproduco fedelmente.
- Ma secondo me in galera non ci sta mica, sai...
- Mocché, troppa gente intorno..
- Guarda, io a Cogne ci sono stata, non c'è niente, ci sono due o tre case e basta... Chi vuoi che passi? Chi vuoi che sia passato?
- m..
- m-m..
- Ecco il caffé, le mie signore, per chi è il macchiato?
- Per me, grazie mille!
- Grazie mille, troppo gentile!
- Troppo gentile!
- Senti, ieri sera ho mangiato la peperonata...
- La peperonata?
- Sì, la peperonata, la minestra di fagioli... e anche il pesce... con la maionese...
- E sei stata male...
- No no, mocché, anzi stanotte ho dormito benissimo!
- Io invece ho dormito male, ieri sera ho mangiato una focaccia con la panna, ma sai, erano già le undici e mezza...
- Anch'io l'altro giorno mi sono mangiata mezzo chilo di panna, un barattolo intero, ho pensato cosa la tengo lì a fare, che domani è tutta smontata...
- Infatti!
- ...!
Intanto ho finito il mio cappuccino; raccolgo il mio pentafoglio con delicatezza per non sciuparlo, riporto la tazza al banco, pago e saluto. Ora posso cominciare a lavorare.

You are my sister

Un grande successo di pubblico e di critica! E nel momento di massimo pathos dell'esibizione - sulle melanconiche note di You are my sister di Anthony and the Johnson - anche un applauso a scena aperta (probabilmente partito dalla sterminata claque di mariti, genitori, cugini e amiche del liceo delle mie compagne...).
Folklore a parte, il saggio della scuola di danza, che in prima battuta istintivamente noi tutte avevamo classificato come poco meno di un fastidio, è stato alla fine una bellissima esperienza, che mi ha regalato cinque nuove amiche e restituito una antica passione per la danza contemporanea. All'uscita ci siamo salutate con le lacrime agli occhi, ringraziando la nostra giovane insegnante per l'entusiasmo che ci ha trasmesso e per la tenacia con cui ha smantellato le nostre resistenze, e ci siamo date appuntamento per settembre.

Ho fatto qualche foto, ma l'unica che vale la pena di condividere è quella dei rumorosissimi artisti che dividevano con noi un micro-camerino fatto di due stanzette comunicanti.
- Grazie che ci hai fatto la foto!
- Ma anche te devi ballare?
- Sì, dopo di voi.
- Ma quanti anni hai?
- Eh, tanti.. indovinate.. dite un numero grande...
Tutti insieme:
- 100!!!
- Ma no.. meno!
Risate, poi la più piccolina, dal fondo:
- 41!
- Minchia! (tra me e me; poi mi riprendo) Brava! Indovinato, ne ho 40 e mezzo.
- Io cinque e mezzo!
- Io quattro e mezzo!
- Io domani cinque!
- Davvero? Buon compleanno allora...
A quel punto, in mezzo a una bolgia di costumi, urli, pantacalze microscopiche e brillantini, in un crossover di ruoli e di circostanze, sempre la piccolina mi prende per mano con fiducia assoluta e mi dice:
- Dada, ho la pipì...


23 maggio 2008

Nel giro giusto

I miei contatti son sempre gli stessi
potrò mai averne diversi
qualcuno che non sappia chi sono
se nella cassaforte io tengo dell'oro

fammi entrare per favore
nel tuo giro giusto...
ho bisogno di socializzare
di uscire dal mio guscio...

io devo uscire dalla mia alienazione
ti chiedo se mi fai promozione
fammi entrare per favore
nel tuo giro giusto...
ho bisogno di socializzare
di uscire dal mio guscio...

una buona parola per conoscere gli altri che
che mi sembrano sempre più felici di me

fammi entrare per favore
nel tuo giro giusto...
ho bisogno di socializzare
di uscire dal mio guscio...

se frequento te
è la volta giusta che
trovo uno spazio per me
se frequento te
se frequento te
è la volta giusta che
trovo uno spazio per me

fammi entrare per favore
nel tuo giro giusto...
ho bisogno di socializzare
di uscire dal mio guscio...

fammi entrare per favore
fammi entrare per favore
fammi entrare per favore
fammi entrare per favore
nel tuo giro giusto


Bugo, Nel giro giusto, da Contatti, 2008

:-D

fiatella

Chiusa in casa a lavorare. tempo brutto, tempo bello, tempo brutto. ancora tempo brutto.
delle volte ci si sente così soli e abbandonati che anche la zaffata di fiatella del proprio gatto diventa un piccolo conforto di calore e familiarità.
ma forse capita così anche con gli umani, fiatella compresa.
:-/

Bene, Bravo, Ban!

LE MONDE, Francia
http://www.lemonde.fr

La Birmania accetterà tutti gli aiuti. Il regime militare che governa la Birmania ha finalmente acconsentito a lasciar entrare gli aiuti umanitari e i soccorritori, qualunque sia la loro nazionalità. L'annuncio è stato dato dal segretario delle nazioni unite Ban Ki-Moon, dopo un incontro con il leader della giunta, il generale Than Shwe. Fino a oggi, il permesso di entrare era stato accordato solo ad alcuni team medici dei paesi vicini. Sono passate tre settimane da quando il ciclone Nargis ha colpitola regione del delta dell'Irrawaddy, lasciando più di 130mila tra morti e dispersi.

dalla rassegna stampa di Internazionale: www.internazionale.it

22 maggio 2008

I media rispettino il popolo Rom

APPELLO - 21 maggio 2008
Campagna "Giornalisti contro il Razzismo"

Negli ultimi giorni abbiamo assistito a una forte campagna politica e d'informazione riguardante il tema dell'immigrazione. Siamo rimasti molto impressionati per i toni e i contenuti di molti servizi giornalistici, riguardanti specialmente il popolo rom. Troppo spesso nei titoli, negli articoli, nei servizi i rom in quanto tali - come popolo - sono stati indicati come pericolosi, violenti, legati alla criminalità, fonte di problemi per la nostra società.

Purtroppo l'enfasi e le distorsioni di questo ultimo periodo sono solo l'epilogo di un processo che va avanti da anni, con il mondo dell'informazione e la politica inclini a offrire un caprio espiatorio al malessere italiano.

Singoli episodi di cronaca nera sono stati enfatizzati e attribuiti a un intero popolo; vecchi e assurdi stereotipi sono stati riproposti senza alcuno spirito critico e senza un'analisi reale dei fatti. Il popolo rom è storicamente soggetto, in tutta Europa, a discriminazione ed emarginazione, e il nostro paese è stato più volte criticato dagli organismi internazionali per la sua incapacità di tutelare la minoranza rom e di garantire a tutti i diritti civili sanciti dalla Costituzione italiana, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.

Siamo molto preoccupati, perché i mezzi di informazione rischiano di svolgere un ruolo attivo nel fomentare diffidenza e xenofobia sia verso i rom sia verso gli stranieri residenti nel nostro paese. Alcuni lo stanno già facendo, a volte con modalità inquietanti che evocano le prime pagine dei quotidiani italiani degli anni Trenta, quando si costruiva il "nemico" - ebrei, zingari, dissidenti - preparando il terreno culturale che ha permesso le leggi razziali del 1938 e l'uccisione di centinaia di migliaia di rom nei campi di sterminio nazisti.

Invitiamo i colleghi giornalisti allo scrupoloso rispetto delle regole deontologiche e alla massima attenzione affinché non si ripetano episodi di discriminazione. Chiediamo all'Ordine dei giornalisti di rivolgere un analogo invito a tutta la categoria. Ai cittadini ricordiamo l'opportunità di segnalare alle redazioni e all'Ordine dei giornalisti ogni caso di xenofobia, discriminazione, incitamento all'odio razziale riscontrato nei media.

Promotori:
Lorenzo Guadagnucci, giornalista Firenze (3803906573)
Beatrice Montini, giornalista Firenze (3391618039)
Zenone Sovilla, giornalista Trento (3479305530)

Aderisci all'appello:
http://www.giornalismi.info/mediarom/

21 maggio 2008

Pacchetto pacco, ovvero perché dobbiamo sempre farci riconoscere?

COMUNICATO STAMPA - 21 maggio 2008

IL 'PACCHETTO SICUREZZA' RISCHIA DI MINACCIARE LE GARANZIE FONDAMENTALI IN MATERIA DI PROCEDURE D'ASILO

ROMA - L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime seria preoccupazione per l'eventuale introduzione, con l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del cosiddetto 'pacchetto sicurezza', di alcune misure particolarmente restrittive per quanto concerne il diritto d'asilo.

Tra le modifiche alla legislazione vigente figurerebbe l'abolizione dell'effetto sospensivo del ricorso avanzato dal richiedente asilo che, in prima istanza, abbia ricevuto una decisione negativa alla sua domanda di protezione. Un richiedente asilo la cui domanda non è stata accolta dalla Commissione Territoriale competente potrebbe quindi essere espulso prima di avere la possibilità di presentare un ricorso o comunque prima che il tribunale competente si sia pronunciato. In tal modo, il ricorso perderebbe completamente la sua efficacia.

L'UNHCR ritiene che tale modifica alla legislazione italiana in materia d'asilo si porrebbe in netto contrasto con uno dei princìpi fondamentali del diritto, nonché con quanto stabilito dall'articolo 13 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, ove si enuncia che 'ogni persona [*] ha diritto ad un ricorso effettivo davanti ad un'istanza nazionale'. La direttiva comunitaria sulla procedura di asilo, inoltre, definisce la possibilità di un 'rimedio effettivo dinanzi a un giudice' come 'principio fondamentale del diritto comunitario'.

Una decisione errata in prima istanza può comportare conseguenze gravi ed irreparabili per il richiedente asilo espulso nel suo paese d'origine. L'Alto Commissariato chiede quindi al Governo italiano di riconsiderare le restrizioni introdotte nel 'pacchetto sicurezza' concernenti l'effetto sospensivo del ricorso. I richiedenti asilo, prima di essere eventualmente espulsi o respinti, dovrebbero poter avere accesso ad un ricorso efficace, come previsto dal diritto europeo ed internazionale.
---
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa -- 06 80212318 -- 06 80212315
Portavoce: Laura Boldrini -- 06 80212315 -- 335 5403194
www.unhcr.it

20 maggio 2008

discriminazione

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.



Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.



Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.



Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.



Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.



Bertolt Brecht



grazie a Maurinho per avermi mandato questa mail

nel frattempo ha smesso di piovere... :-)

umore umido

oggi qui piove, piove e piove, con la caparbietà degli stupidi.
i miei fiori sono fradici.
la mia anima si arruffa.

19 maggio 2008

balconi


Mi sento solo
solo
come quei balconi
con le tapparelle abbassate
abbandonati
dove la pioggia cade
la sabbia si posa
si posa la polvere

e che se avessero voce
li sentiresti
invocare gli uccelli
se avessero mani li vedresti
disegnarsi gerani e azalee

aspetto come loro
qualcuno che mi riapra:

pavimento da calpestare
veicolo di luce
altro
non so immaginare



versi: Piermario Giovannone, da Austro e Favonio, Genesi Editrice, Torino 1994

rivoluzioni

Appoggiati con i gomiti al terrazzo, come Linus e Charlie Brown, considerazioni filosofiche ed esistenziali avvolte da nuvole di fumo di citronella, sotto una pioggerella strafottente...

Dammi retta: per noi disordinati, la vera rivoluzione è buttare via!

LA VERA RIVOLUZIONE E' BUTTARE VIA

Tattoo 1


primo possibile tatuaggio, solo i fiori ovviamente...
orgogliosamente autorizzata dall'artista! :-))))

17 maggio 2008

Stamp!


Giornata mondiale contro l'omofobia

IV Giornata mondiale contro l'omofobia
17 maggio 2008

Nata su iniziativa di Louis-Georges Tin curatore del Dictionnaire de l’homophobie (Presses Universitaires de France, 2003), si celebra il 17 maggio la Giornata mondiale contro l'omofobia.

Sono più di 40 le nazioni che aderiscono con varie iniziative alla giornata contro l'omofobia, e lo scorso anno il supporto è arrivato anche dal Parlamento europeo con una Risoluzione sull'omofobia in Europa.

Anche quest'anno prosegue la campagna di sensibilizzazione delle istituzioni (Comuni, Province e Regioni) affinché approvino un ordine del giorno contro l'omofobia [...]

da www.omofobia.it

16 maggio 2008

f(e)elin(g)s...


Sono proprio una gattara... ieri sera a casa di amici ho fatto amicizia con un nerettino delizioso di nome Maigret. E' stato un colpo di fulmine, fusa e comprensione reciproca al primo sguardo!

:-)
Maigret: da Raffaella e Sergio
illustrazione: da www.danielegneus.com

Amnesty Bologna cerca attivisti e attiviste

Care amiche e cari amici,
il gruppo Amnesty di Bologna cerca attivisti e attiviste!

Per cominciare potreste unirvi a noi
come attivisti e attiviste per un giorno in occasione delle
Giornate dell'Attivismo di Amnesty International
Noi saremo presenti con il tavolino di raccolta firme e fotografie
sabato 24 maggio,
dalle ore 18 in avanti
a Villa Serena - via della Barca 1, Bologna

nell'ambito dell'iniziativa VIVA BRASIL DAY
che sarà animata da musica dal vivo, cucina tipica,
esposizione opere grafiche, video e molto altro.

Poi cerchiamo persone interessate a darci una mano per il
Centro di Documentazione sui Diritti Umani,
inaugurato il 19 aprile scorso, e che vorremmo tenere aperto in altre giornate oltre al sabato pomeriggio.

Per darci la vostra adesione/disponibilità scriveteci
all'indirizzo gr019@amnesty.it , lasciandoci il vostro nome
e recapito telefonico, e indicando a quale attività siete interessati/e.

Anche un piccolo contributo fa una grande differenza, quindi vi aspettiamo!
- -
Gruppo Amnesty di Bologna
via Irma Bandiera 1/5 - 40133 BO
tel 051 434384 - fax 051 6145363
mail: gr019@amnesty.it
web: www.amnestybologna.it
riunioni tutti i martedì alle 21

Krazy Kat and Ignatz Mouse



Who the hell is ? He is a comic strip character, created in 1910 by George Herriman. The comic was named "Krazy Kat" and was first published with this name on 1913. It ran until 1944, when its author died.

The story is quite simple. There's three main characters, "Krazy", a cat (We'll never know if it's a male or a female), "Ignatz", a mouse and "Pupp" a dog who is also the Sheriff.

Krazy is in love with Ignatz, which hates him and spend most of his time to throw a brick onto Krazy's head.

For Krazy's point of view, this brick-throwing thing is just a manifestation of Ignatz's love for him/her.
Offisser Pupp is in love with Krazy and spend the most of his time sending Ignatz to jail, because he can't stand seeing him throwing bricks at Krazy's head. All of this crazy things happens in the Coconino county, which is inspired from the Arizona's deserts, but a lot more funny.

Not very promising hmmm ?

Just add to all that stuff some fantasy, some poetry, a wonderful and somewhat surrealistic drawing, shake a lot, powder with some of Herriman's special recipe, and the magic is here.

March with pride to end prejudice

AMNESTY INTERNATIONAL PRESS RELEASE
15 May 2008

Europe: Lesbians and gay men march with pride to end prejudice

Amnesty International calls on governments in Europe to secure the right of lesbian, gay, bisexual, and transgender people to celebrate their identity at a series of pride marches and other public events that take place each year between April and November.

“Equality before the law with no discrimination is the message that gay rights activists take to the streets. Yet more often than not they are prevented from doing so in safety,” said Nicola Duckworth, Europe and Central Asia Programme Director at Amnesty International.

In a number of countries, mainly in Eastern Europe, participants in pride events too often face threats and official hostility even before they march. They are jeered, spat at, and pummelled with bottles, eggs, excrement, and fists by protesters, sometimes while police look on.

On 11 May, 60 would-be participants sought to travel to the Moldovan capital in defiance of a ban a pride march – the sixth time such a ban had been imposed. There, at least three times as many protesters surrounded their bus, forced open the doors, and seized their banners and flags while police watched from half a dozen patrol cars parked nearby.

Even the Eurovision Song Contest to be held on 20-24 May in Belgrade is not safe from anti-gay protesters. In Serbia, where safety concerns have prevented the Gay-Straight Alliance from organizing a pride event, an extremist group has threatened violence against anyone they perceive as lesbian or gay at the event. In a number of East European countries, some events are banned outright, in violation of international law.

Authorities breach their obligations claiming security concerns and the violation of what they perceive as spiritual and moral values.

Amnesty International is campaigning for the rights of lesbian, gay, bisexual and transgender people to be free from physical and verbal attacks and threats; free to assemble and organise events; and adequately protected by law enforcement officials.

At the end of this month for the second year running, Amnesty International activists from over 20 countries will take part in Riga’s pride march to display international support and solidarity.

The march will be a test of how far respect for equality extends. “Regardless of the obstacles thrown in their way, lesbian and gay activists are claiming their human rights. It is the duty of governments to deliver on their obligations,” Nicola Duckworth said.

Public Document

****************************************
For more information please call Amnesty International's press office in London, UK, on +44 20 7413 5566 or email: press@amnesty.org
International Secretariat, Amnesty International, 1 Easton St., London WC1X 0DW, UK www.amnesty.org

L'oroscopo di Rob Brezsny 16/23 maggio 2008


Bilancia (23 settembre - 22 ottobre)


'Caro Rob, sono Bilancia da una vita e rimango sempre sconcertato quando sento dire che le Bilance non sanno prendere decisioni. Secondo la mia esperienza personale, invece, siamo esperti di completezza. Ci sforziamo sempre di rispettare il punto di vista degli altri e quando prendiamo una decisione cerchiamo di tenere conto di tutte le informazioni disponibili, anche se sono in contrasto con la nostra visione delle cose. So bene che la fretta e la velocità dominano la nostra cultura: la maggior parte delle persone è stata contagiata dall'idea che ‘se una cosa non si può fare subito, non è interessante'. Da questo punto di vista le Bilance possono sembrare esitanti e incerte. In realtà siamo riflessive e giudiziose. Ti prego, aiutami a sfatare questo luogo comune'.–Bilancia Oculata


Cara Oculata, le tue osservazioni sono giuste. Le riferirò ai lettori della Bilancia, perché è fondamentale che nei prossimi giorni non siano fraintesi.

14 maggio 2008

saggio di danza



... farò del mio meglio...

:-/ :-)

Pictures of you


I've been looking so long
at these pictures of you
That I almost believe that they're real
I've been living so long
with my pictures of you
That I almost believe
that the pictures are
All I can feel

Remembering
You standing quiet in the rain
As I ran to your heart to be near
And we kissed as the sky fell in
Holding you close
How I always held close in your fear

Remembering
You running soft through the night
You were bigger and brighter
and wider than snow
And screamed at the make-believe
Screamed at the sky
And you finally found all your courage
To let it all go

Remembering
You fallen into my arms
Crying for the death of your heart
You were stone white
So delicate
Lost in the cold
You were always so lost in the dark

Remembering
You how you used to be
Slow drowned
You were angels
So much more than everything
Hold for the last time
then slip away quietly
Open my eyes
But I never see anything

If only I'd thought of the right words
I could have held on to your heart
If only I'd thought of the right words
I wouldn't be breaking apart
All my pictures of you

Looking so long
at these pictures of you
But I never hold on to your heart
Looking so long
for the words to be true
But always just breaking apart
My pictures of you

There was nothing in the world
That I ever wanted more
Than to feel you deep in my heart
There was nothing in the world
That I ever wanted more
Than to never feel the breaking apart
All my pictures of you


The Cure, Pictures of you, da Disintegration

13 maggio 2008

It takes courage to love

Eleanor Roosevelt with Fala


Ho cominciato a studiare gli scritti di Eleanor Roosevelt, madrina della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e sto scoprendo una personalità sorprendente.



(1 April 1939)



It takes courage to love, but pain through love is the purifying fire which those who love generously know. We all know people who are so much afraid of pain that they shut themselves up like clams in a shell and, giving out nothing, receive nothing and therefore shrink until life is a mere living death.




Eleanor Roosevelt, da My Day (1935 - 1962)




fonte testo e immagine: wikipedia

12 maggio 2008

Quella notte alla Diaz - Il G8 diventa un fumetto


DOSSIER GENOVA G8
IL RAPPORTO ILLUSTRATO DELLA PROCURA DI GENOVA
SUI FATTI DELLA SCUOLA DIAZ
Gloria Bardi - Gabriele Gamberini
Collezione Cronaca Storica
www.beccogiallo.it


E' uscita la prima ricostruzione "a strisce" degli avvenimenti di Genova del 21 luglio 2001. Il testo riporta fedelmente il rapporto della Procura e contiene ricostruzioni e interrogatori.

CONCITA DE GREGORIO
La Repubblica - Genova - 10 / 5 / 2008

Piu' di un film, più di un racconto. Il fumetto ha questo, di più: riproduce la realtà nella forma dell´immaginazione. La rispetta, però lascia a chi legge il compito di indovinare il movimento, i suoni, i colori, la velocità dell´azione. Costringe chi lo legge ad entrarci dentro: impegna le emozioni in un lavoro personale e privato. Ti apre laporta nella forma elementare di un disegno, quelli che grezzi tutti facevamo da bambini: avanti c´è posto, vieni pure anche tu, diventa il supereroe del tuo cartone preferito. Ecco perche' il racconto a fumetti della notte alla scuola Diaz è ¨ una calamita ipnotica da cui non puoi separarti fino all´ultimo quadro: non puoi chiudere, non puoi smettere perché chi sta vivendo quella storia in quel momento sei tu. Ecco perché,anche, è un´esperienza favolosa e terribile: entri in quella scuola quella notte, adesso e proprio tu, e però non ci sono supereroi né manga, non c'e' il Giustiziere Nero sconfitto dalla Spada di luce. C´è la storia come è successa davvero, come la raccontano le pagine degli atti giudiziari, non ci può essere un dubbio è andata proprio così, sono i verbali: sei dentro la vita vera, non sei un avatar di second life, non è un gioco di guerra, è quel che è stato quel giorno e adesso eccolo qui, puoi vederlo, camminarci dentro.

Sette anni, trenta libri, venti spettacoli e docu-film dopo il G8 di Genova esce oggi per le edizioni Beccogiallo la prima ricostruzione a fumetti di quel che successe la notte del 21 luglio 2001 "presso l´istituto scolastico Armando Diaz". Il testo riporta fedelmente ilrapporto della Procura di Genova: la "Memoria illustrativa" che contieneri costruzioni verbali testimonianze interrogatori. Duecentosessantunopagine: il resoconto tecnico dell´accusa. La sceneggiatrice del fumetto,Gloria Bardi, è una scrittrice ed autrice teatrale genovese, docente distoria e filosofia. Ha scelto, spiega, di mantenere intatto il linguaggiodei verbali ("il suo statuto epistemologico") proprio perché la freddezza dei vocaboli accostata all´eloquenza immaginifica dei disegni raggiunge un risultato straniante e più eloquente del vero. I fumetti, in bianco enero, sono di Gabriele Gamberini, pittore e disegnatore bolognese. I volti delle persone, le sedie i caloriferi della scuola, gli zaini rovesciati, le bocche spalancate e i caschi degli agenti: tutto è proprio come l´havisto chi c´era eppure più nitido, fermo, diverso. E' come in quelle illustrazioni dei processi a porte chiuse dove vedi gli accusati in gabbia: all´improvviso ne riconosci dettagli che non avevi messo a fuoco mai. Uno sguardo, l´anello ad una mano, una cravatta allentata, un gesto.

In appendice al volume Gloria Bardi intervista Nando Dalla Chiesa; Francesco Barilli (coordinatore del sito web Reti invisibili) parla con Enrica Bartesaghi e con Lorenzo Guadagnucci, la prima madre di Sara, "una della Diaz", il secondo giornalista economico del "Resto del Carlino" anche lui aggredito e arrestato nella scuola quella notte e autore di vari diari e ricostruzioni di quei giorni. Il racconto a fumetti si apre con il computer su cui un agente, a Bolzaneto, sta mettendo a verbale gli arresti eseguiti nella notte. "Al termine di una perquisizione domiciliare abbiamo proceduto all´arresto dei nominati in oggetto poiché responsabili del delitto di associazione per delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio nonché del delitto di detenzione abusiva di armi, virgola, da guerra, aperta parentesi, bombe molotov, chiusa parentesi, punto". I 93 arrestati quattro giorni dopo vengono tutti scarcerati: nessuna prova, nessuna convalida. E' da qui che parte la Memoria illustrativa della Procura: Genova, 21 luglio,"dopo la mezzanotte erano state private della libertà persone che è ragionevole pensare si trovassero nella scuola del tutto casualmente e lecitamente (...) persone che recano segni di violenza riscontrabili sui loro corpi (...) violenza, uso brutale della forza su persone inermi".

A verbale le contraddizioni degli agenti del reparto mobile a bordo del Magnum indicato dal vicequestore Massimiliano di Bernardini come il "mezzo colpito da oggetti contundenti lanciati dalle finestre della scuola". Gli agenti: "un sasso ha colpito il parabrezza". "La venatura era a forma di esse spezzata", "si trattava di un buco se ben ricordo con una crenatura tipo ragnatela", "non ho visto il sasso", "una venatura? Non ricordo", "ho detto parabrezza? Mi sarò sbagliato".

Le testimonianze delle vittime: il giornalista inglese Mark C., "sono uscito dalla scuola mi hanno sbattuto in terra e picchiato tre quattro minuti, poco dopo un agente col casco antisommossa è tornato indietro e mi ha dato un calcio nella schiena - nel disegno, a questo punto, si vede solo la suola della scarpa dell´agente - tutti gli altri hanno cominciato a calciarmi tutte le mie costole si rompevano sentivo il sangue in bocca non potevo respirare". Emma Nick, ragazzina coi capelli lisci: "Sembrava un burattino accasciato in una pozza di sangue". Un tenente dei carabinieri, deposizione del 17 luglio 2003: "Giunto di fronte al cancello mi resi conto che a terra giaceva unapersona apparentemente priva di sensi". Disegno dell´agente che lo trascina via per la braccia, in primo piano le mani inanimate. Quadro grigio, scritta: "Ho perso conoscenza".

Gloria Bardi, che della Memoria ha scelto i testi per la trama del fumetto, non era in piazza a Genova quei giorni: «Non ho preso parte alle manifestazioni. Mi consegnò la memoria un amico avvocato, Armando Roccella, mi disse "credo che potresti ricavarne uno spettacolo. Le persone devono sapere". La mia speranza è che il libro sia letto e apprezzato anche da quanti non hanno simpatia per la parte politica a cui appartengono le vittime e magari ne hanno per le forze dell´ordine. Infatti chi riconosce nell´ordine un proprio valore di riferimento dovrebbe essere il primo a non volere il disordine, l´illegalità, l´arbitrio l´abuso, la sospensione del controllo da parte di chi lo esercita per mandato".
dalla rassegna stampa di www.veritaegiustizia.it

corazza


Katsushika Hokusai (葛飾北斎; Edo, 1760 – Tokyo, 10 maggio 1849), Turtles.

11 maggio 2008

La truffa

Birmania, la truffa dei generali nel Paese distrutto
I soldati distribuiscono schede già votate.

Confiscati a Rangoon due aerei del Pam

Il Corriere della Sera-10 maggio 2008

Cinque camionette dell'esercito birmano passano spaventando risciò e cani sonnacchiosi. Le armi sono ben in vista. In piena città ostentano Rpg con il razzo in canna come andassero in battaglia. Che cosa ci fanno militari tanto agguerriti così lontani dal disastro? Perché non sono sul Golfo del Bengala a dare una mano nelle zone travolte dal ciclone Nargis? Un membro dell'opposizione alla dittatura militare estrae la risposta dalla tasca. È un foglietto di quattro dita per lato. Da una parte ha il timbro della caserma di zona, dall'altro il suo nome, cognome, indirizzo scritti a mano. «Prima di aiutare le persone, vogliono vincere il referendum sulla loro Costituzione. E ci riusciranno con questi».

Gli oppositori in esilio protestano davanti all'ambasciata birmana a Bangkok (Epa)
Dimenticate i soliti brogli, gli elettori inventati, le urne sostituite. La giunta al potere in Myanmar, l'ex Birmania, sta per aggiudicarsi il record del voto più fasullo del pianeta. «Due settimane fa - racconta il giovane attivista che, ovviamente, deve restare anonimo - sono stato convocato in caserma. "Votare sì alla nuova Costituzione è un dovere patriottico", mi ha spiegato un ufficiale. "Allora prendi questo foglietto. Non c'è bisogno che voti. Ci penserò io per te. Tu devi solo andare al seggio a consegnare il foglietto, non mancare"». Il ragazzo si guarda intorno per essere sicuro che nessuno ascolti. «Hanno fatto così con tutti i miei vicini di casa, con i membri della Lega nazionale per la democrazia. "Passerà un mio soldato, ha concluso l'ufficiale, per dirti a che ora presentarti". Dobbiamo essere puntuali anche nel fingere di votare. Vogliono una farsa perfetta. Per questo hanno bisogno di tutti i loro controllori per vincere un referendum che gli garantirà il potere in eterno».

Monaci rasati e vestiti d'arancione sfilano con la ciotola in mano per la questua mattutina. Myawaddi è un angolo di Birmania così lontano dal resto del Paese che, mentre a Rangoon c'è penuria di ogni cosa, qui il mercato straripa di odori, i monaci non sono mai scesi in strada contro il regime. Delatori, intimidazioni e un relativo benessere non bastano, però, ad evitare sgambetti nell'urna, via al super-broglio dunque. «I generali - hanno scritto venerdì i parlamentari eletti nel 1990 assieme alla premio Nobel Aung San Suu Kyi e poi destituiti - stanno usando mezzi pesanti per assicurarsi un risultato positivo». L'agenzia d'informazioni cattolica AsiaNews riferisce di simpatizzanti governativi che girano per l'ex capitale Rangoon «obbligando i cittadini a votare sì al referendum, in modo anticipato e irregolare, in cambio di aiuti alimentari. Anche chi vuole materiale per ricostruire la propria abitazione, oppure tende e coperte, si vede costretto a cedere» al ricatto. Pensando al lavorio sotterraneo per il voto farlocco si comprendono meglio anche le critiche che arrivano dall'Occidente. Onu, Caritas, Medici senza frontiere, Germania, Francia, Stati Uniti, la Farnesina di Franco Frattini, da ogni parte si chiede di aprire le porte della Birmania ai soccorritori. Tutto inutile, però.

«Al momento il Myanmar non è in grado di accogliere soccorritori da Paesi stranieri - mette in chiaro il Myanma Ahli, quotidiano semi ufficiale della giunta -. Siamo impegnati, però a distribuire gli aiuti ricevuti con i nostri mezzi». «Due nostri aerei con biscotti energetici sufficienti a centomila persone sono stati requisiti sulla pista di Rangoon - ha denunciato venerdì il Programma alimentare mondiale -. Sospendiamo il ponte aereo». Passa qualche ora e il governo birmano smentisce. Ma gli aerei restano a terra. «Forse - azzarda il giovane oppositore costretto a votare "sì" - i generali apriranno la Birmania a referendum vinto, quando non dovranno più temere testimoni stranieri in circolazione durante il presunto voto». Con i senzatetto (stimati ormai a due milioni) esposti a ogni malattia, c'è da sperare che il risultato del voto di oggi arrivi in fretta.

dalla rassegna stampa di Euro-Burma Office

10 maggio 2008

"Ho danzato sulle rovine" di Milana Terloeva

Anche in ricordo della giornalista Anna Politkovskaja e del suo lavoro

L’Associazione Anna Politkovskaja in collaborazione con la casa editrice Il Corbaccio presenta il libro della giovane giornalista cecena

Milana Terloeva
HO DANZATO SULLE ROVINE

Edizioni Il Corbaccio

Milana Terloeva ha 27 anni ed è sopravvissuta alle due guerre che in Cecenia hanno ucciso circa 250 mila persone, tra cui molti dei suoi amici e famigliari. È passata dal suo piccolo paese natale, a tre ore da Groznyj, alla scuola di giornalismo della Facoltà di Scienze Politiche di Parigi grazie a Études sans frontières. Nel suo libro, diario personale e diario di guerra al tempo stesso, racconta la storia recente di questo paese straziato, attraverso mille aneddoti di vita vissuta: la fuga dal suo villaggio sotto i bombardamenti, le giornate passate alla facoltà di Groznyj accerchiata dall’esercito russo, la vita in famiglia, gli amici che scompaiono, le fughe in Inguscezia durante gli attacchi, l’arrivo a Parigi e la scoperta di un’Europa piena di contraddizioni, capace di grandi progetti di solidarietà, ma capace anche di tenere gli occhi chiusi sulle tragedie dei popoli che abitano alle sue porte. È anche per rompere questa indifferenza che Milana ha voluto pubblicare il suo libro prima di tornare a vivere in Cecenia.

www.associazionepolitkovskaja.eu
info@associazionepolitkovskaja.eu

09 maggio 2008

L'essenziale

In quel momento apparve la volpe.“Buon giorno”, disse la volpe.“Buon giorno”, rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.“Sono qui”, disse la voce, “sotto al melo…”.“Chi sei? ” domandò il piccolo principe, “sei molto carino…”.“Sono una volpe”, disse la volpe.“Vieni a giocare con me”, le propose il piccolo principe, “sono così triste…”.“Non posso giocare con te”, disse la volpe, “non sono addomesticata”.“Ah! scusa”, fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: “Che cosa vuol dire 'addomesticare'?”.“Non sei di queste parti, tu”, disse la volpe, “che cosa cerchi?”.“Cerco gli uomini”, disse il piccolo principe. “che cosa vuol dire 'addomesticare'?”.“Gli uomini”, disse la volpe, “hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?”.“No”, disse il piccolo principe. “Cerco degli amici. Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?”.“E una cosa da molto dimenticata. Vuol dire 'creare dei legami'…”.“Creare dei legami?”.“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dall'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.“Comincio a capire”, disse il piccolo principe. “C’è un fiore… credo che mi abbia addomesticato…”.“E' possibile”, disse la volpe. “Capita di tutto sulla Terra…”.“Oh! non sulla Terra”, disse il piccolo principe.La volpe sembrò perplessa: “Su un altro pianeta?”.“Sì”.“Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?”“No”.“Questo mi interessa! E delle galline?”.“No”.“Non c'è niente di perfetto”, sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea: “La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…”.La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: “Per favore… addomesticami”, disse.“Volentieri”, rispose il piccolo principe, “ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose”.“Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!”.“Che bisogna fare?” domandò il piccolo principe.“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…”.Il piccolo principe ritornò l'indomani.“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe. “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti”.“Che cos'è un rito?” disse il piccolo principe.“Anche questa è una cosa da tempo dimenticata”, disse la volpe. “E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! lo mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza”.Così il piccolo principe addomesticò la volpe.E quando l'ora della partenza fu vicina: “Ah” disse la volpe, “…piangerò”.“La colpa è tua”, disse il piccolo principe, “io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…”.“E' vero”, disse la ,volpe.“Ma piangerai!” disse il piccolo principe.“E' certo”, disse la volpe.“Ma allora che ci guadagni?”.“Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”.Poi soggiunse: “Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto”.Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.“Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente”, disse. “Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo”.E le rose erano a disagio.“Voi siete belle, ma siete vuote”, disse ancora. “Non si può morire per voi. Certamente un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa”.E ritornò dalla volpe.“Addio”, disse.“Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi”.“L'essenziale è invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.“E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”.“E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…” sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.“Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…”.“Io sono responsabile della mia rosa…” ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

Antoine de Saint-Exupéry, da Il piccolo principe.

Happiness

Happiness is not a goal, it is a by-product.

Paradoxically, the one sure way not to be happy is deliberately to map out a way of life in which one would please oneself completely and exclusively.

Eleanor Roosevelt, You Learn by Living, 1960, p. 95

08 maggio 2008

il ciclone e la farfalla

BIRMANIA: SUU KYI CHIEDE AIUTO AL MONDO, "E' URGENTE"

Appello alla comunita' internazionale da Aung San Suu Kyi, la leader dell'opposizione birmana che ha chiesto soccorsi "urgenti" a favore del suo Paese, il Myanmar, devastato sabato scorso dal passaggio del ciclone Nargis. "Le vittime del ciclone hanno urgente bisogno di assistenza di emergenza da parte delle agenzie internazionali, Onu compresa", afferma la premio Nobel per la Pace 1991 in una nota diramata dal suo partito Lnd, la Lega Nazionale per la Democrazia. Suu Kyi si trova attualmente agli arresti domiciliari, condizione nella quale ha trascorso la maggior parte degli ultimi diciotto anni, nella propria residenza alla periferia di Yangon, la vecchia capitale del'ex Birmania gia' conosciuta come Rangoon.

La Repubblica, 8 maggio 2008 - dalla rassegna stampa dell'Euro-Burma Office

- - -

The Euro-Burma Office is to promote the development of democracy in Burma by assisting the Burmese democracy movement prepare for a transition to democracy.

Euro-Burma Office
Square Gutenberg 11/2 1000 Bruxelles, Belgium
tel: (32 2) 280 0691 / 280 2452
cel: 32 47 828 1784 (Belgium)
cel: 1 240 328 8413 (USA)fax: (32 2) 280 0310

e-mail: euro-burma@verizon.net / beauzm@gmail.com
website:
www.euro-burma.eu

il ciclone e i generali

Myanmar: Amnesty International sollecita le autorita’ a cooperare con la comunita’ internazionale per assicurare aiuti efficaci alle vittime del ciclone Nargys

All’indomani del tremendo impatto del ciclone Nargys, che ha fatto decine di migliaia di vittime e ha costretto alla fuga un milione di persone, Amnesty International ha sollecitato il governo di Myanmar ad aprire le frontiere alle organizzazioni di soccorso e a garantire che gli aiuti saranno distribuiti secondo le effettive necessità e senza discriminazione.

“La lentezza del governo nel rilasciare i visti sta costando vite umane e alcuni donatori stanno ritardando l’invio degli aiuti, nel timore che questi saranno imboscati dai militari” – ha dichiarato Benjamin Zawacki, ricercatore di Amnesty International su Myanmar.

Amnesty International ha chiesto pertanto al governo di Myanmar di rimuovere le restrizioni al rilascio dei visti e alle procedure doganali che, negli ultimi giorni, hanno ostacolato l’ingresso degli organismi umanitari internazionali e rallentato la distribuzione degli aiuti. Sebbene alcuni aiuti internazionali siano arrivati nell’ex capitale Yangon, il governo non ha ancora approntato lo sforzo logistico indispensabile per portare assistenza alle popolazioni maggiormente colpite nel sud del paese.

http://www.amnesty.it/pressroom/comunicati/CS63-2008.html