01 febbraio 2009

Bigger bang?

E' proprio per queste ragioni che la vita dell' "adesso" tende ad essere una vita "frettolosa". L'occasione unica forse contenuta in ognuno dei punti lo seguirà nella tomba, perché non avrà un'altra possibilità. (...) Poiché si è convinti che vaste distese si aprano per nuovi inizi, con un gran numero di punti il cui potenziale inesplorato di big bang non ha perso nulla del suo mistero e non è dunque stato (ancora) screditato, è ancora possibile portare in salvo la speranza dalle macerie di fini premature, o meglio di inizi abortiti.
Tuttavia, è vero che nella vita dell' "adesso"degli abitanti dell'era consumistica la motivazione a far presto risiede anche nella spinta ad acquisire e a raccogliere. Ma il bisogno più pressante che rende la fretta davvero imperiosa è la necessità di scartare e sostituire. Caricarsi di bagaglio pesante, e in particolare di quel genere di bagaglio pesante che si esita ad abbandonare per ragioni di attaccamento sentimentale o per un imprudente giuramento di fedeltà, ridurrebbe a zero le probabilità di successo. "E' inutile piangere sul latte verato" è il messaggio latente di ogni spot pubblicitario che promette una nuova opportunità di felicità. O un big bang si verifica subito, al primo tentativo e in questo momento, oppure non ha più senso adattarsi in quel determinato punto ed è tempo di lasciarselo alle spalle per pssare a un'altro punto. Ogni punto temporale, in quanto luogo per un big bang, svanisce pocco doo la sua comparsa.
Nella società dei produttori dopo una falsa partenza o un tentativo andato a vuoto il consiglio più frequente era di "riprovare, ma questa volta mettendocela tutta, con più abilità e più applicazione": non così nella società dei consumatori. In quest'ultima gli strumenti che non hanno funzionato devono essere abbandonati, anziché affinati e utilizzati di nuovo con più abilità, più dedizione e, si spera, migliore effetto. Così, quando queglio oggetti del desiderio di ieri e quei passati investimenti di speranza non mantengono le promesse non danno la soddisfazione istantanea e completa che ci si riprometteva, vanno abbandonati, e lo stesso vale per qualsiasi relazione che abbia prodotto un bang meno big del previsto. La fretta deve essere massima quando si passa in corsa da un momento fallito (passato, imminente o solo temuto) a un altro (non ancora messo alla prova) E' bene tenere a mente l'amara lezione di Faust, condannato alla fiamme eterne proprio in un momento da lui desiderato immobile ed eterno (proprio perché estremamente gradevole). (...)

Zygmunt Bauman, da Consumo dunque sono, Laterza 2008

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