29 dicembre 2009

Venite amici

Stasera, dopo millenni, ho rivisto l'Attimo Fuggente...


Venite amici che non è tardi
per scoprire un mondo nuovo.
Io vi propongo di andare più in là dell'orizzonte
e se anche non abbiamo l'energia
che in giorni lontani
mosse la terra e il cielo,
siamo ancora gli stessi,
unica eguale tempra di eroici cuori
indeboliti forse dal fato
ma con ancora la voglia di combattere
di cercare
di trovare
e di non cedere.


Alfred Tennyson

26 dicembre 2009

WHITE CHRISTMAS

A Franco Claretti, sindaco leghista di Coccaglio (Brescia) sull’iniziativa della WHITE CHRISTMAS

Ginevra il 22/12/2009

Caro Sindaco

Permettimi di darti del tu, perché sono cosi’ emozionato di sentirmi in perfetta sintonia con te e le tue idee che posso solo darti del tu, che non è mancanza di rispetto, ma un segno di una profonda ricerca di somigliare a te. Ho appena saputo della tua bellissima iniziativa, della White Christmas, il Bianco Natale, e cioè il Natale solo per i Bianchi. Allora mi sono detto, “tu sei un Genio”, “tu sei un Grande” come ce ne sono pochi in questo secolo. Come ti è venuta questa illuminata idea che secondo me ti farà vincere un premio Nobel? Si ma quale premio Nobel? Non importa quale. Appena il mondo intero saprà che sei il baluardo per la difesa della nostra razza pura bianca, con un’ idea cosi’ originale, ti verrà dato certamente un premio. Come dice il tuo assessore alla Sicurezza Claudio Abiendi "per me il Natale non è la festa dell'accoglienza, ma della tradizione Cristiana, della nostra identità". Ma quanto ha ragione ! Aggiungo che è un dovere la difesa di tali tradizioni Cristiane, anzi, è un obbligo divino, come ce lo ricorda il 208° papa Niccolo V. (nato Tomaso Parentucelli) che con la sua bolla del 16 giugno 1452 detta “Dum Diversas” al re del Portogallo Alfonso V° diede l’inizio alle deportazioni dalla Guinea di questi “clandestini”, allora chiamati Saraceni, che duro’ 400 anni. Ecco il breve testo intitolato “Divino amore communiti”, che accompagnava la bolla papale:

« Noi, rafforzati dall’amore divino, spinti dalla carità Cristiana, e costretti dagli obblighi nel nostro ufficio pastorale, desideriamo, come si conviene, incoraggiare ciò che è pertinente all’integrità e alla crescita della Fede, per la quale Cristo, nostro Dio, ha versato il suo sangue, e sostenere in questa santissima impresa il vigore delle anime di coloro che sono fedeli a noi e alla vostra Maestà Reale. Quindi, in forza dell’autorità apostolica, col contenuto di questa lettera, noi vi concediamo la piena e libera facoltà di catturare e soggiogare Saraceni e pagani, come pure altri non credenti e nemici di Cristo, chiunque essi siano e dovunque abitino; di prendere ogni tipo di beni, mobili o immobili, che si trovino in loro possesso (…); di invadere e conquistare domini, terre, luoghi, villaggi, campi, possedimenti a qualunque re o principe essi appartengano e di ridurre in schiavitù i loro abitanti; di appropriarvi per sempre, per voi e i vostri successori, i re del Portogallo… »
Come facciamo a condividere il nostro santo bianco Natale con questi Saraceni che abbiamo spogliati di tutti i possedimenti mobili e immobili per quasi 6 secoli e che ci appartengo di diritto come schiavi, come ha autorizzato il nostro Santo Padre?

Ma sindaco solo adesso mi viene un dubbio, anzi, più di uno e cioè:

1- Come la mettiamo se questi Saraceni vengono a fare i preti nella nostra santissima terra bianca della Padania per mancanza di preti nostrani? Non credi che bisognerebbe obbligare ogni famiglia padana a dare un figlio alla chiesa per tutelare la nostra identità Cristiana e la nostra purezza razziale? Non si può’ scherzare con cose serie come celebrare i nostri battesimi, i matrimoni e perfino i funerali da Saraceni.

2- Sei sicuro che apparteniamo a questa famosa razza pura ariana ? Com’ è che abbiamo partecipato con i Tedeschi ad uccidere 6 milioni di Ebrei per affermare questa supremazia Bianca di cui parli e alla fine i nostri compagni di avventura ci designano a giorni alterni in Germania come Arabi-Pizza-Pasta ? Hai visto quello spot della Media Markt nel 2008 che inonda impunemente le reti televisive tedesche dipingendo gli Italiani attraverso il protagonista: “Toni, maschilista, imbroglione e seduttori volgare”?

3- E i nostri cugini francesi ? Ci hanno perfino dato un sopranome dispregiativo di “Rital”, riducendo tutto il nostro valore come nazione e come popolo a quella “R” moscia che per loro noi non riusciamo a pronunciare. E la nostra identità comune Cristiana con loro? E’ dal conflitto contro gli Asburgo nella guerra dei trenta anni, che tradirono l’unità cristiana alleandosi con i musulmani dell’impero Ottomano in una lotta pur sempre tra Cristiani (Cattolici contro Protestanti).

4- Il sociologo Tedesco Max Weber(1864-1920) dice che il sistema capitalista che conosciamo e che ci ha aiutato a produrre tanta ricchezza è di stampo Protestante che inneggia a meritare il paradiso qui su terra producendo al massimo e non di stampo Cattolico in cui il paradiso è la ricompensa dei fannulloni (basta che siano poveri), dove essere ricchi è considerato un peccato. E oggi si può infatti constatare che i paesi europei più ricchi sono i Nordici, guarda caso: Protestanti e i più poveri sono quelli del Sud d’Europa, e manco a dirlo, Cattolici. Nel continente americano, la parte del nord Protestante è la più ricca e la parte del Sud detta Latina Cattolica la più povera. Allora sindaco, quando parli del Bianco Natale e dell’identità Cristiana, di quale identità parli? Quella Protestante o quella Cattolica? Perché, a guardarci bene, non esiste un’ identità cristiana, caso mai c’è una identità di vedute dei Cattolici molto diversa dai Protestanti. Se la domenica sei in ritardo alla messa Cattolica abituale potresti fermarti al primo centro di culto dei Testimoni di Geova o dei Valdesi per fare la messa di quella domenica, dato che si parla pur sempre dello stesso Gesù? Accetteresti, come fanno i Protestanti, di andare a messa con un prete donna? O un prete sposato? Dov’è il punto in comune che ti fa parlare dell’identità cristiana? E il Bianco natale non è già in atto con il babbo natale Protestante che sta pian piano sostituendo anche in Italia il presepe Cattolico?

5- Hai tu una spiegazione per il fatto che perfino i nostri connazionali che hanno successo all’estero sono i primi a nascondere la loro origine italiana cambiando spesso nome e cognome? Gli esempi non mancano: il famoso cantante Francese Yves Montand è nato il 13/10/1921 in Toscana con il nome di Ivo Livi. Il comico Francese Coluche alla nascita il 28/10/1944, si chiamava Colucci come suo padre nato e cresciuto a Frosinone. L’allenatore dello Strasburgo Jean-Marc Furlan, per dimostrare oltr’alpe che nel suo sangue non c’è traccia d’Italia, ha un ritornello che usa appena abbia l’impressione che chi sta passando sia del nostro paese ed è: “Italiano di Merda”. Ma viene pur sempre da Cinto Caomaggiore in provincia di Venezia. E’ perfino cittadino onorario della città veneta, cioè un padano DOC. Ma è lo stesso che commentando ad esempio la partita con il Lione del 22 Aprile 2008 accusa il nostro Fabio Grosso, terzino sinistro della nostra nazionale di calcio e giocatore del Lione, chiamandolo “Italiano di merda” durante la partita e aggiunge a fine partita : "Non si può dire che l’italiano abbia rinnegato i suoi geni e la sua razza", la "Razza di macaronì".

Quindi se con quelli del nostro stesso sangue italico, solo perché approdati all’estero, c’è questo razzismo casalingo o familiare, Sei sicuro sindaco che condividiamo lo stesso Bianco Natale con gli altri Bianchi Europei o Americani ?

a- In Svizzera, nel Ticino gli Italiani sono chiamati “Minchiaweisch” (dall’Italiano Minchia e tedesco weisch cioè capisci?), altrove, ci chiamano Tschinggali, cioè Zingari o vagabondi.

b- In Inghilterra, ci chiamano Shitalian dall’inglese shit, cioè escrementi.

c- Il 27/2/1969, un mese dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, durante la sua prima visita da presidente in Italia, Richard Nixon dichiara: “Gli Italiani non sono solo diversi degli altri Europei, ma hanno anche un odore diverso (puzza). Alle proteste, manifestazioni e scontri che ne seguirono, con polizia nella città universitaria, ci fu perfino un morto, lo studente Domenico Congedo.

d- Perfino nel terzo mondo, nel Cattolicissimo Brasile, ci chiamano Carcamano cioè furbone, truffatore, viene del fatto che alcuni nostri connazionali laggiu’, fruttivendoli o pescivendoli, calcavano la mano sul piatto della bilancia barando sul peso.

e- Negli USA, ci chiamano WOP, cioè clandestini. Dall’italiano Guappo, vuole dire Without paper, without passport. Ma il termine più usato per noi è: MozzarellaNigger vuole dire Negri-Mozzarella, perché in America, gli Italiani sono assimilati in modo dispregiativo agli Africani e Afroamericani. Con la mozzarella bianca significa Negri un po più chiari… Quando il nostro Presidente del Consiglio Berlusconi dice che il Presidente Obama e sua moglie sono abbronzati, non fa altro che dare ragione a quel luogo comune e razzista statunitense contro gli Italiani che ci vuole dei Bianchi, non veramente bianchi, ma un po’ abbronzati. E da qui lo stupore dello stesso Obama che ha subito sulla sua pelle questa discriminazione che accomuna a diverso grado, certo, gli Africani e gli Italiani.

E anche in virtù di tutto questo, sindaco, vale veramente la pena lanciarci in una nuova guerra sulla purezza razziale con gli altri Cristiani che ci considerano di colore? Alcuni esempi ci possono far capire meglio:

- in Australia, dal 1891, anno di arrivo del primo migrante italiano nel paese, fino al 1980, tutti gli immigrati italiani venivano schedati come Coloured o Semi-White cioè di colore, o mezzi-bianchi perché non sufficientemente Bianchi.

- Per il tuo Bianco Natale, potresti leggere il seguente testo ai tuoi invitati?

E’ dell’Ottobre 1912, dalla relazione dell'Ispettorato per l'immigrazione del Congresso degli Stati Uniti sugli immigrati italiani: «Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina; spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, sopratutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali»

Non voglio concludere questa lettera sul tuo Bianco Natale senza una parola per commemorare gli 11 nostri connazionali ingiustamente accusati dell’omicidio del capo della polizia del New Orleans e linciati a morte nel 1890, solo perché avevano una pelle un po’ più scura dei bianchissimi ariani immigranti dal Nord Europa. Un altro pensiero va altrettanto a due altri Italiani, l’operaio Ferdinando Nicola Sacco e il pescivendolo Bartolomeo Vanzetti, erroneamente giustiziati sulla sedia elettrica il 23/6/1927 nel penitenziario di Charlestown vicino Boston negli USA per la morte di un contabile e di una guardia della fabbrica di calzature dove lavorava Sacco, malgrado la testimonianza di un Portoricano che scagionava entrambi, solo perché non erano sufficientemente Bianchi. Ci sono voluti 50 anni perché nel 1977 il governatore Michael Dukakis riconoscesse che quella condanna fu su base puramente razzista e li riabilito’. Il tuo bianco Natale non è anche un insulto alla memoria di questi due nostri connazionali condannati e uccisi perché troppo abbronzati?

Allora sindaco voglio chiederti una cosa. Da tutto quello che ti ho appena enunciato credi che il tuo Bianco Natale abbia veramente un senso? Lo sai cosa si può provare al controllo di polizia in qualche aeroporto del mondo non appena tiri fuori il tuo passaporto Italiano? Ti rendi conto che sei perquisito e controllato 3 volte più di tutti quelli che ti hanno preceduto? Perché allora non costruire una nuova identità italiana, partendo da tutti quelli che amano l’Italia, per fronteggiare insieme e con orgoglio tutte queste frustrazioni che alcuni dei nostri connazionali vivono sempre peggio quando vanno o risiedono all’estero? E, credimi, se qualcuno è fuggito dalla miseria, dalla persecuzione o dalla guerra ed è approdato in Italia, il più delle volte questo paese diventa l’unico posto di vera pace che egli conosce. Queste persone hanno pertanto un amore per la nuova patria che non si può quantificare con il metro di quanto siano bravi a parlare la lingua di Dante. E’ un sentimento più profondo che non si può descrivere. Pero’, d’altra parte, sentirsi appellati con dispregiativi del tipo “clandestini, extracomunitari, Bingo-Bongo”, crea in loro una frustrazione tale che il rigetto della nuova patria è ancora più forte del disgusto per il motivo che li ha originariamente spinti al “viaggio”. Ma forse questo non lo puoi capire se non hai ancora capito fino ad ora che su questa terra siamo un po’ tutti dei clandestini, scappando da qualche tenebra, alla semplice ricerca di un posto dove aspettare, nella quiete, la nostra ultima ora. Ed è singolare che alcune persone come te non abbiano ancora imparato dove ci ha portato più di 70 anni fa lo stigmatizzare la razza, l’etnia.

Se questo può rassicurarti sappi che in Africa, con la crescita economica degli ultimi 5 anni, per la prima volta si è invertito il flusso di quelli che lasciano i vari paesi Africani, le migrazioni avvengono ora per il 75% all’interno della stessa Africa. Ed è previsto che da qui a 5 anni, non ci saranno più gommoni dall’Africa per le coste italiane o spagnole.

Sei ancora in tempo allora, perché non inviti al pranzo di Natale, uno dei tuoi nuovi cittadini? E piuttosto che Bianco o Nero Natale perché non lo chiami Azzurro Natale?


Buon Azzurro Natale

Jean-Paul Pougala
pougala@email.it

Jean-Paul Pougala è cittadino Italiano di origine Camerunese, autore del Libro “In fuga dalle Tenebre” G. Einaudi 2007. Oggi, Pougala è professore di sociologia all’Università della Diplomazia di Ginevra in Svizzera.

09 dicembre 2009

Rapporti umani

Questa è la Pincia. La portai a casa in braccio avvolta in una giacca che aveva poco più di due mesi ed è rimasta con noi nella mia famiglia di origine per diciotto anni, da quando io ne avevo quindici a quando ormai ero già uscita di casa.
La Pincia era come una personcina e sapeva tirare fuori il meglio da ognuno di noi. Era lei ad aver addomesticato la freddezza di mia madre, la chiusura di mio padre, il cinismo ferito di mio fratello. Ho visto mia madre esercitare affetto e pazienza per insegnarle delle piccole cose come neanche san francesco avrebbe saputo fare, ho visto mio fratello pulirle gli occhi con il cotone idrofilo e asciugarle il musino con amore quando non stava bene, e ho visto per la prima volta mio padre piangere quando l'ha dovuta portare a far sopprimere, ormai vecchia, per una malattia incurabile.

Se avere un rapporto umano con qualcuno significa riuscire a costruire uno scambio reciproco di affetto, comunicazione, comprensione, fiducia, conforto, beh, allora il nostro con lei era un rapporto umano, migliore di quello con tanti umani veri, perché la parte migliore era lei.

Antidepressivi non convenzionali

Ieri ho fatto il ragù ascoltando la cassetta "Bold as love" di Jimi Hendrix... provate, è come quando vi dicono di mettere l'aceto balsamico sulle fragole, se non si prova non si capisce bene...

05 dicembre 2009

Golgota


Per anni ho fotografato soltanto cieli. Cieli e nuvole. Dalla mia prigione altro non si poteva fare, altro non si vedeva. Cieli, nuvole e tetti di coppi, abbaini e terrazze, lucernai e comignoli, e antenne antenne antenne, infinite crocifissioni di oscuri figli di dio, un dio decisamente minore.

orizzonti limitati



Questa foto mi è stata fatta dieci anni fa, da qualche parte in Olanda, da una persona che mi voleva molte bene mentre io non me accorgevo (che mi faceva la foto e che mi voleva molto bene).

anima (la finestra nel cielo)


In certi momenti è impossibile impedirsi di guardare indietro, ripiegarsi su se stessi quasi a voler impedire che la vita ti porti via tutto quello che sei, cioè la memoria di quel che sei stato, giorno dopo giorno, con tutto il tuo carico di emozioni e speranze, errori e dolori.
Questa foto è stata fatta moltissimi anni fa, quando abitavo ancora a casa dei miei, dalla finestra del bagno con una reflex, la Pentax P30T, la prima cosa importante che mi sono potuta comprare con i risparmi del lavoro al pub. Ogni notte che tornavo dal lavoro con la paga infilavo diecimila lire dentro al mio personalissimo salvadanaio, una bottiglia di birra Fisher da 66, di quelle col tappo a scatto.

25 ottobre 2009

analisi grammaticale

ibernare
infinito presente

aver vissuto da Dio
infinito passato

Dio è risorto
perfetto

Dio è morto
cazzo

accoppiamoci
congiuntivo esortativo

divide! (lat.)
imperativo presente

veni, vidi, vici
perfetto,
ma mi sarei acceso almeno una sigaretta

Pier Mario Giovannone, E' partita Iva, Esperia 2008

23 ottobre 2009

Ci sto lavorando




È stato ieri o forse l’altro ieri,
tornavo a casa che il sole era già in piedi,
la mia piantina lì sul davanzale,
mi supplicava di darle da bere.

Pensavo tanto, non ne trovavo il senso…
Ma volevo ridere, adesso che ci penso.
Io lì seduto che me ne stavo mite,
la mia piantina urlava ho sete.

Uno, due e tre, comincerò da me.
E non sarà di certo facile.
Sto già contando quarantadue, ma…
Ci sto lavorando…

Dovuta agli animi irrequieti,
Dovuta come il sonno,
Dovuta al corpo stanco,
Dovuta al cuore.


Dovuta a chi ha dovuto…
senz’altro anche dovuta a chi…
Dovuta e qui si tace…
Dovuta un po’ di pace.

Poi ho creduto di averla catturata,
L’irrequietezza d’un tratto dileguata.
È per la gioia che stavo per ballare, quando…
Il mio sorriso mescolavo al pianto.

Vivo in un mondo che mi porta lontano,
quello in cui vivo veramente mi è cattivo,
a petto in fuori urlavo io lo cambierò,
urlavo ma ero io per primo che dovevo cambiare…

Uno, due e tre, continuerò da me.
No, non ho detto che sia facile,
Sto già contando quarantadue, ma…
Ci sto lavorando… Ancora un po’.

Dopo un bel poco ancora un poco e dopo un po’…
Un altro po’…



Ivan Segreto, Puzzle, da Porta Vagnu, 2004

Quieto patato

Mercato
vendimi
il mattino.
Un sole giallo melone
un'aria fresca insalata
un corpo allegro rapanello.

Mercato
vendimi
il pomeriggio.
Un sole arancio arancio
un'aria dolce anguria
un corpo pieno pomodoro.

Mercato
vendimi
la sera.
Una luna chiara mela
un'aria buia uva
un corpo quieto patato.


Roberto Piumini, Io mi ricordo quieto patato... - Poesie, Nuove Edizioni Romane, 1980

labirinti

magari avere
un labirinto
di mille stanze:
ne ho solo due

ecco chi sono
(ecco il mio male):
un minotauro
da bilocale


Pier Mario Giovannone, E' partita Iva, Empiria 2008

08 ottobre 2009

Love, hate, difference

Todo cambia

Adios negra querida

L'Argentina piange Mercedes Sosa "cantora popular" di lotta e libertà

MERCEDES SOSA, la "cantora popular" simbolo della lotta contro la dittatura e per i diritti civili in Argentina, è morta oggi all'età di 74 anni. Lo hanno reso noto fonti della sua famiglia annunciando che la camera ardente per rendere omaggio all'artista sarà allestita nel "Salone dei Passi perduti" al Congresso argentino.

"Nella giornata di oggi, nella città di Buenos Aires, comunichiamo che la signora Mercedes Sosa, la più grande artista della musica popolare latinoamericana, ci ha lasciato", si legge sulla homepage del sito ufficiale dedicato alla cantante. Mercedes Sosa era stata ricoverata il mese scorso in un ospedale della capitale argentina a causa di una disfunzione renale. In 60 anni di carriera, si legge ancora, ha attraversato diversi Paesi nel mondo, condiviso la scena con prestigiosi artisti e lascia un'enorme eredità artistica. "Adios" si legge in uno dei tantissimi messaggi lasciati sul sito, "Il mondo non è giusto", "Negra querida, la tua voce ci seguirà cantando". [secondo me è: La tua voce continuerà a cantare...!!]

Nata da una famiglia povera a San Miguel de Tucumán il 9 luglio del 1935, Haydé Mercedes Sosa inizia la sua carriera artistica giovanissima, appassionandosi presto alla canzone popolare. Arrivata al successo negli anni Sessanta, nel 1967 si esibisce in una lunga tournée che la porta negli Stati Uniti, Russia ed Europa. Nel 1971 pubblica "La voz de Mercedes Sosa" e "Homenaje a Violeta Parra", in cui canta numerose canzoni della famosa cantante cilena, fra cui la celeberrima "Gracias a la vida". Nel 1972, nonostante gli attacchi dei militari, esce "Hasta la victoria", un album con canzoni di chiaro contenuto sociale e politico e "Cantata Sudamericana" con musica di Ariel Ramírez e versi di Félix Luna.

Considerata uno dei simboli della resistenza alla dittature del continente, dopo il golpe militare del 1976 la sua musica di denuncia inizia a essere invisa ai militari: dapprima è vittima della censura, le impediscono di pubblicare dischi, viene arrestata durante un concerto a La Plata e infine, nel 1979, è costretta all'esilio a Parigi e l'anno dopo a Madrid. Durante quel periodo dedica molti brani alla sua patria e alla speranza di cambiamento e di pace e democrazia per gli argentini, come "Todo cambia" e "Solo le pido a Dios", che diventerà l'inno delle nuove generazioni alla libertà riconquistata.

Torna in Argentina il 18 febbraio del 1982, alla vigilia della caduta del regime, e si esibisce in una serie di concerti a Buenos Aires che vengono registrati e pubblicati. Il successo discografico e il documentario dal titolo "Como un pájaro libre" coincidono con il ritorno della democrazia nel suo Paese. Da allora non ha mai smesso di cantare, esibirsi anche all'estero, arricchendo la sua discografia. Nel suo vasto repertorio ha interpretato e collaborato con poeti cileni quali Víctor Jara, Pablo Neruda, il cubano Ignacio Villa e Atahualpa Yupanqui, considerato il più importante esponente della musica folk argentina.

Il suo ultimo lavoro, uscito nei mesi scorsi, è "Cantora - Un viaje intimo", un album doppio di duetti in cui Mercedes è affiancata dai principali artisti del Sudamerica, fra cui Shakira, Lila Downs, Gustavo Cerati, Marcela Morelo, Jorge Drexler, Gustavo Santaolalla, Julieta Venegas, Caetano Veloso e molti altri. Il cd è in corsa per i Latin Grammy Awards, i prestigiosi riconoscimenti della musica latinoamericana, che saranno consegnati il 5 novembre a Las Vegas. Mercedes Sosa ha conquistato diversi Latin Grammy sin dalla prima edizione, nel 2000, e poi nel 2003 e nel 2006. Quest'anno "Cantora 1" è candidato nelle categorie miglior album dell'anno e miglior album folk.

(da www.repubblica.it 4 ottobre 2009)

... e se c'ero, dormivo

Diaz, assolti De Gennaro e Mortola

L'ex questore Colucci rinviato a giudizio

LA CRONOLOGIA dei fatti
GENOVA - Assolti per "non aver commesso il fatto" l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro e l'ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola, accusati di aver indotto alla falsa testimonianza l'ex questore di Genova Francesco Colucci. Secondo
il giudice di primo grado, la retromarcia di Colucci che in un primo tempo aveva fatto intendere che "il capo" fosse informato della sanguinosa irruzione nella scuola Diaz durante il G8 del 2001, non è attribuibile a loro.
I pm avevano chiesto due anni di reclusione. La decisione è stata presa dal gup di Genova Silvia Carpanini, dopo solo un quarto d'ora di camera di consiglio. Lo scorso luglio i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini, titolari dell'inchiesta sulle violenze contro i giovani che si trovavano nella scuola, avevano chiesto due anni di reclusione per De Gennaro e un anno e quattro mesi per Mortola. Usciti di scena loro, rimane alla sbarra Colucci, rinviato a giudizio perché, a differenza degli altri due imputati, ha preferito il rito ordinario a quello abbrevitato.
Le due versioni di Colucci. La vicenda nasce da un interrogatorio dell'allora questore di Genova. Inizialmente ammise un coinvolgimento indiretto dell'ex capo della polizia nei fatti della Diaz, ma in seguito, durante il dibattimento, Colucci fece un passo indietro e sostenne che De Gennaro era all'oscuro di quelle violenze. Da qui la richiesta dei pm di falsa testimonianza per Colucci e di istigazione alla falsa testimonianza per De Gennaro e Mortola che avrebbero indotto l'ex questore a ritrattare. L'intercettazione: "Ho parlato con il capo". L'accusa si fondava su una telefonata registrata tra la prima e la seconda versione dell'ex questore. Colucci chiamò Mortola e gli disse: "Ho parlato con il capo. Devo fare marcia indietro". Il "capo" cui fa riferimento sarebbe stato proprio De Gennaro. Ma il giudice non ha creduto a questa tesi e ha formulato una piena assoluzione. [Allora chi era? Basettoni?]

Imputati soddisfatti. "Siamo molto soddisfatti per l'esito della sentenza, ma anche anche per la serenità con cui si è svolto il processo". E' il primo commento dell'avvocato Carlo Biondi, difensore, insieme a Franco Coppi, dell'ex capo della polizia, attuale direttore del Dipartimento della Informazioni per la Sicurezza Dis. Il verdetto è stato accolto con soddisfazione anche dal legale dell'ex capo della Digos di Genova, promosso nel frattempo a questore vicario di Torino. Il governo: "Crolla il teorema del complotto". Commenti positivi sono stati espressi da componenti della maggioranza e del Pd. Per il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, la sentenza di oggi "è l'ennesima smentita del teorema del complotto, costruito da qualche pm". Simili parole ha usato il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri: "Crolla l'immotivata campagna di denigrazione delle forze dell'ordine". Soddisfazione per l'esito della vicenda è stata espressa anche dal responsabile della sicurezza del Pd Marco Minniti che ha telefonato a De Gennaro per congratularsi.
Heidi: "De Gennaro intoccabile". Molto diverso il commento di Laura Tartarini, avvocato di parte civile: "La cosa non ci stupisce ma non si capisce dove, come e perché il questore Colucci abbia deciso di fare una falsa testimonianza senza essere indotto: ci sono intercettazioni telefoniche dove Mortola istruisce Colucci; come il giudice possa aver ritenuto che non ci fossero le prove di induzione alla falsa testimonianza lo scopriremo nelle motivazioni". Ancora più dura Heidi Giuliani, madre di Carlo, vittima degli scontri di piazza quell'estate a Genova: "Nessun stupore. De Gennaro fa parte della categoria degli intoccabili del nostro Paese".

(da http://www.repubblica.it/ 7 ottobre 2009)

el caracol

un orsito



:,-S

Cross kissing


'Cross kissing' ovvero un bacio pubblico in mezzo agli incroci stradali tra persone dello stesso sesso. Così si sta svolgendo l'iniziativa indetta dal collettivo universitario Lgbtiq 'sui generis'. Una trentina circa di giovani universitari e universitarie sta pubblicizzando in questo modo la prossima manifestazione del 10 ottobre a Roma contro l'omofobia che partirà da Piazza Esedra fino al Colosseo.

da www.repubblica.it

Libertà di stampa

COMUNICATO STAMPA CS125-2009

TRE ANNI FA L’OMICIDIO DI ANNA POLITKOVSKAYA. AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE
AL PRESIDENTE RUSSO MEDVEDEV DI AGIRE PER PORRE FINE AGLI ATTACCHI CONTRO
GLI ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI


Tre anni dopo l’omicidio di Anna Politkovskaya, le violenze e le
intimidazioni contro gli attivisti per i diritti umani in Russia e nel
Caucaso settentrionale sono ancora in aumento. Lo ha denunciato Amnesty
International, che ha scritto una lettera al presidente della Russia,
Dmitry Medvedev, sollecitando misure autentiche per porre fine agli
attacchi e un impegno concreto per portare di fronte alla giustizia i
responsabili.

‘Il fatto che chi ha commesso e chi ha ordinato l’omicidio di Anna
Politkovskaya sia ancora libero e’ la testimonianza di quanto le autorita’
russe non abbiano indagato a fondo su crimini del genere’ – ha dichiarato
Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International.

L’elenco delle persone che hanno denunciato le violazioni dei diritti
umani in Russia (attivisti, avvocati, giornalisti) e che, con ogni
probabilita’ per questo motivo, sono state assassinate o hanno subito
intimidazioni, e’ lungo.

Quest’anno a gennaio Stanislav Markelov, un avvocato che aveva lavorato a
stretto contatto con Anna Politkovskaya, e’ stato assassinato a Mosca.
Anastasia Baburova, una giornalista, e’ caduta al suo fianco.

Attacchi del genere, nei confronti di persone impegnate a proteggere i
diritti umani, sono comuni nel Caucaso settentrionale. Il 15 luglio,
Natalia Estemirova, esponente del centro per i diritti umani Memorial, e’
stata sequestrata nella capitale cecena, Grozny. Il suo corpo e’ stato
ritrovato poche ore dopo nella vicina Inguscezia. La vittima aveva
ricevuto in passato numerose minacce a causa del suo impegno in favore dei
diritti umani.

L’omicidio di Natalia Estemirova ha avuto luogo in un clima in cui gli
attivisti vengono pubblicamente minacciati dalle autorita’ cecene, che li
accusano di essere sostenitori dei gruppi armati illegali. All’inizio del
mese, Adam Delimkhanov, parlamentare russo e stretto alleato del
presidente ceceno Ramzan Kadyrov, era apparso alla Tv Cecena minacciando
‘i cosiddetti difensori dei diritti umani, amici dei terroristi’. In
un’intervista rilasciata a Radio Liberty poco dopo l’omicidio di Natalia
Estemirova, il presidente Kadyrov ha definito irrilevante il lavoro della
vittima, aggiungendo che si trattava di una persona ‘priva totalmente di
onore e del senso della vergogna’.

‘E’ indispensabile che le indagini sulle uccisioni di Natalia Estemirova,
Stanislav Markelov, Anastasia Baburova e Anna Politkovskaya siano condotte
con imparzialita’ e indipendenza e che non manchino, ove emergano indizi,
di investigare sulle complicita’ di esponenti del governo, compresi i
livelli piu’ alti’ – ha aggiunto Khan.

Amnesty International continua a essere preoccupata per l’incolumita’ di
esponenti di Memorial tanto nel Caucaso settentrionale quanto a Mosca.

Akhmed Gisaev, poco prima dell’uccisione di Natalia Estemirova, stava
seguendo insieme a lei il caso di una presunta esecuzione extragiudiziale
in un villaggio ceceno. Da allora viene pedinato e riceve minacce.

Zarema Saidulaeva, presidente dell’associazione umanitaria Salviamo la
generazione, e’ stata assassinata insieme al marito, Alik Dzhabrailov,
l’11 agosto. I due sono stati sequestrati di fronte alla sede
dell’associazione, a Grozny, da uomini che si erano qualificati come
personale di sicurezza. Poche ore dopo, i loro corpi sono stati ritrovati
nel portabagagli della loro automobile.

A Makhachkala, capitale del Daghestan, e’ stato recentemente chiuso
l’ufficio delle Madri del Daghestan per i diritti umani. Due esponenti
dell’associazione, Svetlava Isaeva e Gulnara Rustamova, insieme ad altri
attivisti, avvocati e giornalisti locali, sono stati additati con nome e
cognome come sostenitori e fiancheggiatori dei gruppi armati illegali. Sui
volantini distribuiti nella capitale si invitava ad eliminarli.

‘E’ davvero giunto il momento che il presidente Medvedev mostri la
volonta’ politica di stare dalla parte dei diritti umani in Russia e che
agisca contro questo clima di paura e intimidazione’ – ha concluso Khan.

Amnesty International chiede al presidente Medvedev di garantire indagini
approfondite e processi in linea con gli standard internazionali su questi
crimini. A tre anni dall’omicidio di Anna Politkovskaya, le autorita’
russe devono porre fine agli attacchi contro coloro che agiscono per
proteggere i diritti umani in Russia.


FINE DEL COMUNICATO Roma, 6 ottobre 2009

24 settembre 2009

Acque


Vicenda d'acque


La mia vita era come una cascata

inarcata nel vuoto;

la mia vita era tutta incoronata

di schiumate e di spruzzi.

Gridava la follia d’inabissarsi

in profondità cieca;

rombava la tortura di donarsi,

in veemente canto,

in offerta ruggente,

al vorace mistero del silenzio.


Ed ora la mia vita è come un lago

scavato nella roccia;

l’urlo della caduta è solo un vago

mormorio, dal profondo.

Oh, lascia ch’io m’allarghi in blandi cerchi

di glauca dolcezza:

lascia ch’io mi riposi dei soverchi

balzi e ch’io taccia, infine:

poi che una culla e un’eco

ho trovate nel vuoto e nel silenzio.


Antonia Pozzi, Milano, 28 novembre 1929

04 settembre 2009

Bologna contro omofobia, lesbofobia, transfobia


Poche parole di presentazione per il sit-in di Bologna contro l’omofobia
Di Maurizio Cecconi, pubblicato il 03/09/09


La manifestazione è aperta a tutti e a tutte.

Tutta la città è invitata a partecipare, con bandiere, fazzoletti, cappelli, ombrelli arcobaleno e con cartelli contro l’omofobia.

Le nostre richieste sono semplici:

- al Parlamento chiediamo una legge contro l’omofobia;
- al Comune una campagna contro l’omofobia la lesbofobia e la transfobia a Bologna, come s’è impegnato a realizzare.
DIRE, Bologna, 31 agosto – Comunità gay in allarme a Bologna, dopo le violenze e gli episodi di intolleranza a danni di omosessuali che si sono verificati in diverse città italiane. Il tam tam è partito su Facebook e a quanto pare sfocerà in una manifestazione di piazza:
l’appuntamento è fissato per venerdì, 4 settembre, alle ore 18 in Piazza Nettuno.
“Ci sembra che in questo momento, dopo ripetuti atti di violenza omofoba che hanno messo a rischio la vita di molte persone, sia importante farci vedere – si legge nell’appello – prendendo la parola coi nostri corpi, con le bandiere rainbow del movimento e senza attendere di essere convocati”. A promuovere il sit-in è un gruppo di attivisti, “uomini e donne, gay, lesbiche, bisessuali, trans e queer ed eterosessuali”.

Ma perché dobbiamo sempre farci riconoscere???

AMNESTY INTERNATIONAL PUBLIC STATEMENT

AI Index: EUR 30/010/2009 - 3 September 2009

Homophobic attacks on the rise in Italy

In the wake of three serious homophobic attacks in Rome over last 10 days, Amnesty International is concerned by mounting evidence pointing to the rise of intolerance towards lesbian, gay, bisexual and transgender people in Italy and calls for effective investigations and preventive measures.

On 22 August 2009, a gay couple were reportedly assaulted by a far-right activist nicknamed “little swastika” after leaving a nightclub in Rome, and being observed kissing in public. One of the victims was allegedly stabbed with a knife and required life-saving surgery. The alleged assailant was initially released on bail, before taken back into custody pending trial.

On 29 August 2009, another nightclub in Rome which organises a well-known weekly gay night was subject to an attempted arson attack, when a window was broken and inflammable liquid ignited. Nobody was hurt, as the building was closed for refurbishment at the time and the flames were rapidly extinguished by the fire-brigade.

On 2 September 2009, two large fire-crackers were thrown by two skin-heads into a crowd of passers-by on San Giovanni in Laterano Street in Rome. The street is well-known for being popular with Rome’s lesbian, gay, bisexual and transgender community. Fortunately, only one person was slightly injured. The two attackers were able to escape and a police investigation has been opened.

Several other homophobic attacks have been reported in the last few weeks in Rome and other towns across Italy. No official statistics on hate crimes targeting lesbian, gay, bisexual and transgender people are retained. However, Arcigay, Italy’s leading gay rights organization, which documents homophobic incidents, has recorded as many reported incidents in the first eight months of 2009 as in the whole of 2008.

Against this background, Amnesty International calls on the Italian authorities to ensure that crimes targeting individuals on the basis of their sexual orientation or gender identity are effectively investigated and that anyone reasonably identified as responsible to be brought to justice. The Italian authorities should also place greater emphasis on combating homophobic attitudes and ensuring greater security for lesbian, gay, bi-sexual and transgender people.


Public Document
****************************************

For more information please call Amnesty International's press office in London, UK, on +44 20 7413 5566 or email: press@amnesty.org

International Secretariat, Amnesty International, 1 Easton St., London WC1X 0DW, UK www.amnesty.org

30 agosto 2009

Wish you were here

Scomparsi

COMUNICATO STAMPA CS109-2009

30 AGOSTO, GIORNATA INTERNAZIONALE DEGLI SCOMPARSI
AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE A TUTTI I GOVERNI DI RATIFICARE LA NUOVA CONVENZIONE E AGIRE CONCRETAMENTE PER PORRE FINE ALLE SPARIZIONI IN TUTTO IL MONDO

Aspettare il giorno che una persona cara torni a casa e sapere che questa attesa potra' durare tutta l’esistenza, ignorare dove quella persona si trovi e persino se sia ancora in vita, dopo aver bussato a tutte le porte senza aver avuto risposta: questa e' la vita delle famiglie degli scomparsi in ogni parte del mondo. La Giornata internazionale degli scomparsi, che ricorre domenica 30 agosto, e' l’occasione per ricordare la loro lotta e richiesta di giustizia.

Centinaia di migliaia di casi di sparizioni forzate rimangono irrisolti e a questi si aggiungono nuovi casi ogni anno. Le sparizioni forzate continuano a essere usate dai governi come strumento di repressione per mettere a tacere il dissenso, eliminare gli oppositori, perseguitare gruppi etnici, religiosi e politici. Sono un crimine che si nutre del silenzio, ponendo le vittime al di la' della protezione della legge, celando il loro destino e nascondendo l’identita' dei responsabili. Molte delle vittime di sparizione forzata vengono torturate e uccise.

Ma, come sottolinea Amnesty International, la comunita' internazionale ha un nuovo strumento per combattere questo scandalo: la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, adottata nel 2006 ma non ancora entrata in vigore, potrebbe fare la differenza.

Questo trattato obbliga gli stati a introdurre il reato di sparizione forzata nella legislazione nazionale, a proteggere i testimoni e a perseguire sul piano penale ogni persona coinvolta; riconosce il diritto delle famiglie a conoscere la verita' e a ottenere la riparazione del danno; chiede agli stati di prevenire le sparizioni forzate mediante rigorose garanzie a tutela delle persone private della liberta', di svolgere ricerche sugli scomparsi e, qualora risultino deceduti, di individuarne i resti e restituirli alle famiglie; infine, chiede agli stati di avviare procedimenti penali nei confronti di presunti autori di sparizioni forzate nel proprio territorio, a prescindere da dove il crimine sia stato commesso, oppure di estradarli verso un altro stato o di consegnarli a un tribunale penale internazionale.

Affinche' la Convenzione entri in vigore, dando cosi' una prospettiva alle famiglie che ancora cercano i propri cari, occorrono solo altre sette ratifiche. Amnesty International chiede a tutti i governi di celebrare la Giornata internazionale degli scomparsi dando massima priorita' alla ratifica e annunciando quando questa verra' approvata. La 64ma Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si apre a New York il 15 settembre, offrira' ai governi un’opportunita' importante per farlo.

Ulteriori informazioni

La Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2006, e' stata finora ratificata da 13 stati. Il numero di
ratifiche necessarie per la sua entrata in vigore e' di 20 stati. L'Italia l'ha firmata il 3 luglio 2007, ma deve ancora ratificarla.

Roma, 28 agosto 2009

Libera dalla paura

AUNG SAN SUU KYI PRESENTERA' RICORSO IN APPELLO

IGN_ 27 agosto 2009

La leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha deciso di presentare appello contro la sentenza con cui la corte militare del Myanmar l'ha condannata a 18 mesi di arresti domiciliari. A darne notizia sono stati oggi i legali della donna, che hanno annunciato l'intenzione di presentare il ricorso lunedi' o martedi' della prossima settimana. Suu Kyi ha inoltre fatto richiesta alle autorita' di poter ricevere visite regolari da parte del suo medico personale, il dottor Tin Myo Win, com'era gia' previsto dai termini in precedenza stabiliti per la sua detenzione.


http://www.euro-burma.eu/

29 agosto 2009

Xenophobia


XENOPHOBIA (smalto su tela e gesso cm 25 x 35)
La paura dello straniero, del diverso, dell'insolito è simile all'incontro con strane creature nel profondo degli abissi: gli abissi della nostra anima.
Davide Pavlidis

Niente da festeggiare

30 Agosto - Un anno di amicizia Italia-Libia
NIENTE DA FESTEGGIARE
Un anno di violazioni e violenze ai danni di migliaia di migranti africani.


Continua la raccolta di firme per la petizione di “Come un uomo sulla terra” e Fortress Europe, con la quale si chiede l’avvio di due missioni in Libia, una d’inchiesta e una umanitaria, per verificare le condizioni dei migranti nei centri di detenzione e deportazione.
Già in 15.000 hanno firmato.

In occasione della visita di Silvio Berlusconi a Tripoli, gli autori e la produzione di “Come un uomo sulla terra”, il documentario che da un anno dà voce alle testimonianze dei migranti africani vittime degli accordi italo-libici, rilanciano in collaborazione con Fortress Europe la petizione per avviare delle missioni istituzionali nei centri di detenzione in Libia.
La petizione è rivolta ai Parlamenti Italiano ed Europeo, alla Commissione Europea e all’UNHCR ed ha già raccolto on line e su carta quasi 15000 firme.

Ad un anno di distanza dalla firma dell’accordo tra Italia e Libia, le motivazioni a sostegno delle richieste contenute nella petizione sono ancora più urgenti. Le notizie succedutesi negli ultimi mesi, in particolare dopo la svolta radicale avviata dai respingimenti voluti dal Ministro Maroni, danno conferma della necessità di avviare misure di controllo sulle modalità con cui lo Stato Libico gestisce, su richiesta e con finanziamenti italiani, la detenzione e la deportazione di migliaia di donne e uomini africani. Ormai si conoscono le condizioni disumane di detenzione, le violenze anche mortali della polizia libica e l’assoluta mancanza di tutela di diritti umani fondamentali, tra cui il diritto d’asilo.

Questa situazione ha fatto sì che a chiedere missioni di verifica siano non solo organizzazioni internazionali come UNHCR, ma anche alte cariche istituzionali come il Presidente della Camera Gianfranco Fini e il Presidente del COPASIR Francesco Rutelli, oltre a vari esponenti dei gruppi parlamentari di opposizione. Prendiamo atto con favore di queste posizioni e uniamo le nostre voci a quelle dei firmatari della petizione, affinché queste missioni siano finalmente possibili.

Oggi, in questa giornata in cui ci sembra non ci sia proprio niente da festeggiare, chiediamo a tutti gli italiani che credono nella tutela dei diritti umani e nella costruzione di una civiltà democratica migliore, di firmare la petizione entro il 13 settembre attraverso il sito del film:
http://comeunuomosullaterra.blogspot.com.

Noi ci impegniamo a consegnare ufficialmente le firme ai destinatari entro la fine del mese di settembre, organizzando per l’occasione un momento di confronto serio, convinti che sia ormai non solo necessario ma anche possibile avviare al più presto missioni di verifica e di inchiesta in Libia.

Autori e Produzione “Come un uomo sulla terra”.
http://andreasegre.blogspot.com

20 agosto 2009

Ricordo


Gioia


Fecondazione


Vagina




Anima gemella


Fede e religione


Dubbio


Abbracciami


Subconscio


Incontro


18 agosto 2009

Utopia


Kyrie eleison


Disegno


Fuga (Casa di Mozart)


Appuntamento


In due


Nascondino


Passato


Meditazione




Dentro e fuori


Condominio


Errore giudiziario


Castigo

Adattamento


Arabesque


Quintessenza


06 agosto 2009

Did you ever think of me?


Let it die


A heart of goldBut it lost it's prideBeautiful veins And bloodshot eyesI see your face In another lightWhy'd you have to go And let it dieWhy'd you have to goAnd let it dieWhy'd you have to goAnd let it dieIn too deepAnd out of timeWhy'd you have to goAnd let it dieA simple manAnd his blushing bride(Why'd you have to go)(And let it die)IntravenousIntertwined(Why'd you have to go)(And let it die)Hearts gone coldYour hands were tied(Why'd you have to go)(And let it die)Why'd you have to goAnd let it die(Why'd you have to go)(And let it die)Why'd you have to goAnd let it dieIn too deepAnd out of timeWhy'd you have to goAnd let it dieDo you ever think of meYou're so considerateDid you ever think of meOh so considerateIn too deepAnd lost in timeWhy'd you have to goAnd let it dieBeautiful veins And bloodshot eyesWhy'd you have to goAnd let it dieHearts gone coldAnd hands are tiedWhy'd you have to goAnd let it dieWhy'd you have to goAnd let it dieDo you ever think of meYou're so considerateDid you think of meOh so considerateIn too deepAnd lost in timeWhy'd you have to goAnd let it dieBeautiful veinsAnd bloodshot eyesWhy'd you have to goAnd let it dieHearts gone cold And hands are tiedWhy'd you have to goAnd let it dieWhy'd you have to goAnd let this dieWhy'd you have to goAnd let this dieWhy'd you have to goAnd let this dieWhy'd you have to goAnd let this dieWhy'd you have to goAnd let it die

(bologna non dimentica)


Vai Mwai!

COMUNICATO STAMPA CS108-2009

AMNESTY INTERNATIONAL APPREZZA LA COMMUTAZIONE DI OLTRE 4000 CONDANNE A MORTE IN KENYA

Amnesty International ha apprezzato la decisione delle autorita' del Kenya
di commutare in ergastolo oltre 4000 condanne a morte.

In una dichiarazione trasmessa dalla radio di stato, la Kenya Broadcasting
Corporation, il presidente Mwai Kibaki ha affermato che 'la prolungata
permanenza nel braccio della morte provoca angoscia e sofferenza non
necessarie, traumi psicologici e ansia e puo' costituire un trattamento
inumano'. Il presidente Kibaki ha inoltre chiesto al governo di avviare
uno studio per determinare se la pena di morte abbia o meno avuto
efficacia nella lotta contro il crimine, precisando peraltro che questa
commutazione di massa non significa che la pena di morte verra' abolita.

La pena di morte in Kenya e' prevista per i reati di rapina a mano armata
e omicidio. Nel paese non si registrano esecuzioni da 22 anni.

'Queste commutazioni rappresentano un passo avanti per i diritti umani in
Kenya' – ha dichiarato Piers Bannister, esperto di Amnesty International
sulla pena di morte. 'Ora auspichiamo che lo studio sollecitato dal
presidente dimostrera' che la pena di morte non ha alcun particolare
potere deterrente, brutalizza le societa' in cui e' imposta ed e' spesso
inflitta nei confronti di innocenti'.

'E' il momento che il Kenya si aggiunga a quella maggioranza di paesi,
attualmente 139, che hanno abolito la pena di morte per legge o nella
pratica' – ha concluso Bannister.


Roma, 5 agosto 2009

Un mese al confine


L’osservatorio sulle vittime dell’emigrazione
FORTRESS EUROPE
(vincitore della Coppa Invisibili ai Mondiali Antirazzisti 2009)
http://fortresseurope.blogspot.com
presenta

UN MESE AL CONFINE. LUGLIO 2009


Il bollettino
Quattordici le vittime a luglio in Egitto, Grecia, Turchia e Spagna. La polizia egiziana torna a sparare sul confine con Israele: tre morti ammazzati, tra cui due rifugiati somali

L’inchiesta
Lavori forzati e torture per gli eritrei deportati dalla LibiaEcco che cosa rischiano gli eritrei respinti dall'Italia in questi giorni. Parlano tre esuli fuggiti dal campo di lavoro di Gel'alo. Arrestati sulla rotta per Lampedusa nel 2004, furono rimpatriati da Tripoli su un volo pagato dall'ItaliaVIDEO Eritrea: voices of tortureEritrea: le speranze dell'indipendenza tradite dalla repressioneService for life: il rapporto di Human Rights Watch Respingimenti: già 1.136 emigranti rispediti in Libia
L'Acnur incontra gli eritrei respinti e accusa l'Italia

Vittime di tratta tra i respinti in Libia. Parlano le donne nigeriane
Adescate tra i ceti poveri e costrette a pagare 40.000 euro di riscatto per tornare libere. Sono migliaia le ragazze nigeriane costrette a prostituirsi dal crimine organizzato. In tante sono arrivate via mare. L’Italia respinge anche loro
Sangue a Igoumenitsa: muore kurdo pestato dalla poliziaArivan Abdullah Osman aveva 29 anni. Fuggiva dal Kurdistan iraqeno. Viaggiava senza documenti. A Igoumenitsa doveva nascondersi sotto un camion pronto a imbarcarsi per l'Italia. La polizia l'ha ucciso di botte
America! Dal Corno d'Africa al Messico sognando gli StatesNon c'è soltanto l'Europa. In un mondo dove viaggiare è sempre più facile, emigranti e rifugiati africani guardano l'America come la nuova terra promessa. Eritrei, etiopi, nigeriani. Compiono viaggi epici attraverso la frontiera messicana e il mare dei Caraibi
Uccise migrante in mare, 12 anni di carcere a un pescatoreSanwà giaceva sul ponte implorando aiuto con un filo di voce, mentre il comandante gridava: “Qua passiamo tutti dei guai!”. Pochi minuti dopo i marinai udirono il tonfo. Qualche disperata bracciata e l'uomo scompariva per sempre, trascinato a fondo dai vestiti ammollati
Ospitavano due badanti, casa sotto sequestroÈ successo ad Arcevia, nelle Marche. Una donna di 83 anni e il figlio di 61 sono stati denunciati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Questa e tante altre notizie nella nuova sezione “Brevi dalla frontiera
Lettera degli eritrei a Tripoli. Siamo torturati in LibiaDopo la denuncia del respingimento del primo luglio, ci scrive di nuovo la comunità eritrea della capitale libica. Sotto anonimato, per motivi di sicurezza. Drammatica la situazione nei campi libici. Violenze e soprusi che ricordano quelli del regime da cui sono fuggiti
The Northern Jungle. Reportage da Londra e CalaisSplendido documentario di Vincent Nguyen e Sebastien Desbordes. Parlano i rifugiati eritrei, i camionisti, i contrabbandieri, e i volontari. Intanto a Calais, come a Patrasso, la polizia attacca i rifugiatiPer approfondimenti, scarica il rapporto La loi de la jungle
Patrasso: la polizia rade al suolo il campo degli afganiBulldozer nella baraccopoli dei rifugiati data alle fiamme. Il video della BBC. Così si perdono le tracce dei 35 profughi che avevano fatto ricorso alla Cedu. Avevamo visitato il campo a maggio 2008. Le foto di come era prima. Le reazioni di Msf e Acnur. Il rapporto di Kinisi