30 agosto 2009

Wish you were here

Scomparsi

COMUNICATO STAMPA CS109-2009

30 AGOSTO, GIORNATA INTERNAZIONALE DEGLI SCOMPARSI
AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE A TUTTI I GOVERNI DI RATIFICARE LA NUOVA CONVENZIONE E AGIRE CONCRETAMENTE PER PORRE FINE ALLE SPARIZIONI IN TUTTO IL MONDO

Aspettare il giorno che una persona cara torni a casa e sapere che questa attesa potra' durare tutta l’esistenza, ignorare dove quella persona si trovi e persino se sia ancora in vita, dopo aver bussato a tutte le porte senza aver avuto risposta: questa e' la vita delle famiglie degli scomparsi in ogni parte del mondo. La Giornata internazionale degli scomparsi, che ricorre domenica 30 agosto, e' l’occasione per ricordare la loro lotta e richiesta di giustizia.

Centinaia di migliaia di casi di sparizioni forzate rimangono irrisolti e a questi si aggiungono nuovi casi ogni anno. Le sparizioni forzate continuano a essere usate dai governi come strumento di repressione per mettere a tacere il dissenso, eliminare gli oppositori, perseguitare gruppi etnici, religiosi e politici. Sono un crimine che si nutre del silenzio, ponendo le vittime al di la' della protezione della legge, celando il loro destino e nascondendo l’identita' dei responsabili. Molte delle vittime di sparizione forzata vengono torturate e uccise.

Ma, come sottolinea Amnesty International, la comunita' internazionale ha un nuovo strumento per combattere questo scandalo: la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, adottata nel 2006 ma non ancora entrata in vigore, potrebbe fare la differenza.

Questo trattato obbliga gli stati a introdurre il reato di sparizione forzata nella legislazione nazionale, a proteggere i testimoni e a perseguire sul piano penale ogni persona coinvolta; riconosce il diritto delle famiglie a conoscere la verita' e a ottenere la riparazione del danno; chiede agli stati di prevenire le sparizioni forzate mediante rigorose garanzie a tutela delle persone private della liberta', di svolgere ricerche sugli scomparsi e, qualora risultino deceduti, di individuarne i resti e restituirli alle famiglie; infine, chiede agli stati di avviare procedimenti penali nei confronti di presunti autori di sparizioni forzate nel proprio territorio, a prescindere da dove il crimine sia stato commesso, oppure di estradarli verso un altro stato o di consegnarli a un tribunale penale internazionale.

Affinche' la Convenzione entri in vigore, dando cosi' una prospettiva alle famiglie che ancora cercano i propri cari, occorrono solo altre sette ratifiche. Amnesty International chiede a tutti i governi di celebrare la Giornata internazionale degli scomparsi dando massima priorita' alla ratifica e annunciando quando questa verra' approvata. La 64ma Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si apre a New York il 15 settembre, offrira' ai governi un’opportunita' importante per farlo.

Ulteriori informazioni

La Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2006, e' stata finora ratificata da 13 stati. Il numero di
ratifiche necessarie per la sua entrata in vigore e' di 20 stati. L'Italia l'ha firmata il 3 luglio 2007, ma deve ancora ratificarla.

Roma, 28 agosto 2009

Libera dalla paura

AUNG SAN SUU KYI PRESENTERA' RICORSO IN APPELLO

IGN_ 27 agosto 2009

La leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha deciso di presentare appello contro la sentenza con cui la corte militare del Myanmar l'ha condannata a 18 mesi di arresti domiciliari. A darne notizia sono stati oggi i legali della donna, che hanno annunciato l'intenzione di presentare il ricorso lunedi' o martedi' della prossima settimana. Suu Kyi ha inoltre fatto richiesta alle autorita' di poter ricevere visite regolari da parte del suo medico personale, il dottor Tin Myo Win, com'era gia' previsto dai termini in precedenza stabiliti per la sua detenzione.


http://www.euro-burma.eu/

29 agosto 2009

Xenophobia


XENOPHOBIA (smalto su tela e gesso cm 25 x 35)
La paura dello straniero, del diverso, dell'insolito è simile all'incontro con strane creature nel profondo degli abissi: gli abissi della nostra anima.
Davide Pavlidis

Niente da festeggiare

30 Agosto - Un anno di amicizia Italia-Libia
NIENTE DA FESTEGGIARE
Un anno di violazioni e violenze ai danni di migliaia di migranti africani.


Continua la raccolta di firme per la petizione di “Come un uomo sulla terra” e Fortress Europe, con la quale si chiede l’avvio di due missioni in Libia, una d’inchiesta e una umanitaria, per verificare le condizioni dei migranti nei centri di detenzione e deportazione.
Già in 15.000 hanno firmato.

In occasione della visita di Silvio Berlusconi a Tripoli, gli autori e la produzione di “Come un uomo sulla terra”, il documentario che da un anno dà voce alle testimonianze dei migranti africani vittime degli accordi italo-libici, rilanciano in collaborazione con Fortress Europe la petizione per avviare delle missioni istituzionali nei centri di detenzione in Libia.
La petizione è rivolta ai Parlamenti Italiano ed Europeo, alla Commissione Europea e all’UNHCR ed ha già raccolto on line e su carta quasi 15000 firme.

Ad un anno di distanza dalla firma dell’accordo tra Italia e Libia, le motivazioni a sostegno delle richieste contenute nella petizione sono ancora più urgenti. Le notizie succedutesi negli ultimi mesi, in particolare dopo la svolta radicale avviata dai respingimenti voluti dal Ministro Maroni, danno conferma della necessità di avviare misure di controllo sulle modalità con cui lo Stato Libico gestisce, su richiesta e con finanziamenti italiani, la detenzione e la deportazione di migliaia di donne e uomini africani. Ormai si conoscono le condizioni disumane di detenzione, le violenze anche mortali della polizia libica e l’assoluta mancanza di tutela di diritti umani fondamentali, tra cui il diritto d’asilo.

Questa situazione ha fatto sì che a chiedere missioni di verifica siano non solo organizzazioni internazionali come UNHCR, ma anche alte cariche istituzionali come il Presidente della Camera Gianfranco Fini e il Presidente del COPASIR Francesco Rutelli, oltre a vari esponenti dei gruppi parlamentari di opposizione. Prendiamo atto con favore di queste posizioni e uniamo le nostre voci a quelle dei firmatari della petizione, affinché queste missioni siano finalmente possibili.

Oggi, in questa giornata in cui ci sembra non ci sia proprio niente da festeggiare, chiediamo a tutti gli italiani che credono nella tutela dei diritti umani e nella costruzione di una civiltà democratica migliore, di firmare la petizione entro il 13 settembre attraverso il sito del film:
http://comeunuomosullaterra.blogspot.com.

Noi ci impegniamo a consegnare ufficialmente le firme ai destinatari entro la fine del mese di settembre, organizzando per l’occasione un momento di confronto serio, convinti che sia ormai non solo necessario ma anche possibile avviare al più presto missioni di verifica e di inchiesta in Libia.

Autori e Produzione “Come un uomo sulla terra”.
http://andreasegre.blogspot.com

20 agosto 2009

Ricordo


Gioia


Fecondazione


Vagina




Anima gemella


Fede e religione


Dubbio


Abbracciami


Subconscio


Incontro


18 agosto 2009

Utopia


Kyrie eleison


Disegno


Fuga (Casa di Mozart)


Appuntamento


In due


Nascondino


Passato


Meditazione




Dentro e fuori


Condominio


Errore giudiziario


Castigo

Adattamento


Arabesque


Quintessenza


06 agosto 2009

Did you ever think of me?


Let it die


A heart of goldBut it lost it's prideBeautiful veins And bloodshot eyesI see your face In another lightWhy'd you have to go And let it dieWhy'd you have to goAnd let it dieWhy'd you have to goAnd let it dieIn too deepAnd out of timeWhy'd you have to goAnd let it dieA simple manAnd his blushing bride(Why'd you have to go)(And let it die)IntravenousIntertwined(Why'd you have to go)(And let it die)Hearts gone coldYour hands were tied(Why'd you have to go)(And let it die)Why'd you have to goAnd let it die(Why'd you have to go)(And let it die)Why'd you have to goAnd let it dieIn too deepAnd out of timeWhy'd you have to goAnd let it dieDo you ever think of meYou're so considerateDid you ever think of meOh so considerateIn too deepAnd lost in timeWhy'd you have to goAnd let it dieBeautiful veins And bloodshot eyesWhy'd you have to goAnd let it dieHearts gone coldAnd hands are tiedWhy'd you have to goAnd let it dieWhy'd you have to goAnd let it dieDo you ever think of meYou're so considerateDid you think of meOh so considerateIn too deepAnd lost in timeWhy'd you have to goAnd let it dieBeautiful veinsAnd bloodshot eyesWhy'd you have to goAnd let it dieHearts gone cold And hands are tiedWhy'd you have to goAnd let it dieWhy'd you have to goAnd let this dieWhy'd you have to goAnd let this dieWhy'd you have to goAnd let this dieWhy'd you have to goAnd let this dieWhy'd you have to goAnd let it die

(bologna non dimentica)


Vai Mwai!

COMUNICATO STAMPA CS108-2009

AMNESTY INTERNATIONAL APPREZZA LA COMMUTAZIONE DI OLTRE 4000 CONDANNE A MORTE IN KENYA

Amnesty International ha apprezzato la decisione delle autorita' del Kenya
di commutare in ergastolo oltre 4000 condanne a morte.

In una dichiarazione trasmessa dalla radio di stato, la Kenya Broadcasting
Corporation, il presidente Mwai Kibaki ha affermato che 'la prolungata
permanenza nel braccio della morte provoca angoscia e sofferenza non
necessarie, traumi psicologici e ansia e puo' costituire un trattamento
inumano'. Il presidente Kibaki ha inoltre chiesto al governo di avviare
uno studio per determinare se la pena di morte abbia o meno avuto
efficacia nella lotta contro il crimine, precisando peraltro che questa
commutazione di massa non significa che la pena di morte verra' abolita.

La pena di morte in Kenya e' prevista per i reati di rapina a mano armata
e omicidio. Nel paese non si registrano esecuzioni da 22 anni.

'Queste commutazioni rappresentano un passo avanti per i diritti umani in
Kenya' – ha dichiarato Piers Bannister, esperto di Amnesty International
sulla pena di morte. 'Ora auspichiamo che lo studio sollecitato dal
presidente dimostrera' che la pena di morte non ha alcun particolare
potere deterrente, brutalizza le societa' in cui e' imposta ed e' spesso
inflitta nei confronti di innocenti'.

'E' il momento che il Kenya si aggiunga a quella maggioranza di paesi,
attualmente 139, che hanno abolito la pena di morte per legge o nella
pratica' – ha concluso Bannister.


Roma, 5 agosto 2009

Un mese al confine


L’osservatorio sulle vittime dell’emigrazione
FORTRESS EUROPE
(vincitore della Coppa Invisibili ai Mondiali Antirazzisti 2009)
http://fortresseurope.blogspot.com
presenta

UN MESE AL CONFINE. LUGLIO 2009


Il bollettino
Quattordici le vittime a luglio in Egitto, Grecia, Turchia e Spagna. La polizia egiziana torna a sparare sul confine con Israele: tre morti ammazzati, tra cui due rifugiati somali

L’inchiesta
Lavori forzati e torture per gli eritrei deportati dalla LibiaEcco che cosa rischiano gli eritrei respinti dall'Italia in questi giorni. Parlano tre esuli fuggiti dal campo di lavoro di Gel'alo. Arrestati sulla rotta per Lampedusa nel 2004, furono rimpatriati da Tripoli su un volo pagato dall'ItaliaVIDEO Eritrea: voices of tortureEritrea: le speranze dell'indipendenza tradite dalla repressioneService for life: il rapporto di Human Rights Watch Respingimenti: già 1.136 emigranti rispediti in Libia
L'Acnur incontra gli eritrei respinti e accusa l'Italia

Vittime di tratta tra i respinti in Libia. Parlano le donne nigeriane
Adescate tra i ceti poveri e costrette a pagare 40.000 euro di riscatto per tornare libere. Sono migliaia le ragazze nigeriane costrette a prostituirsi dal crimine organizzato. In tante sono arrivate via mare. L’Italia respinge anche loro
Sangue a Igoumenitsa: muore kurdo pestato dalla poliziaArivan Abdullah Osman aveva 29 anni. Fuggiva dal Kurdistan iraqeno. Viaggiava senza documenti. A Igoumenitsa doveva nascondersi sotto un camion pronto a imbarcarsi per l'Italia. La polizia l'ha ucciso di botte
America! Dal Corno d'Africa al Messico sognando gli StatesNon c'è soltanto l'Europa. In un mondo dove viaggiare è sempre più facile, emigranti e rifugiati africani guardano l'America come la nuova terra promessa. Eritrei, etiopi, nigeriani. Compiono viaggi epici attraverso la frontiera messicana e il mare dei Caraibi
Uccise migrante in mare, 12 anni di carcere a un pescatoreSanwà giaceva sul ponte implorando aiuto con un filo di voce, mentre il comandante gridava: “Qua passiamo tutti dei guai!”. Pochi minuti dopo i marinai udirono il tonfo. Qualche disperata bracciata e l'uomo scompariva per sempre, trascinato a fondo dai vestiti ammollati
Ospitavano due badanti, casa sotto sequestroÈ successo ad Arcevia, nelle Marche. Una donna di 83 anni e il figlio di 61 sono stati denunciati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Questa e tante altre notizie nella nuova sezione “Brevi dalla frontiera
Lettera degli eritrei a Tripoli. Siamo torturati in LibiaDopo la denuncia del respingimento del primo luglio, ci scrive di nuovo la comunità eritrea della capitale libica. Sotto anonimato, per motivi di sicurezza. Drammatica la situazione nei campi libici. Violenze e soprusi che ricordano quelli del regime da cui sono fuggiti
The Northern Jungle. Reportage da Londra e CalaisSplendido documentario di Vincent Nguyen e Sebastien Desbordes. Parlano i rifugiati eritrei, i camionisti, i contrabbandieri, e i volontari. Intanto a Calais, come a Patrasso, la polizia attacca i rifugiatiPer approfondimenti, scarica il rapporto La loi de la jungle
Patrasso: la polizia rade al suolo il campo degli afganiBulldozer nella baraccopoli dei rifugiati data alle fiamme. Il video della BBC. Così si perdono le tracce dei 35 profughi che avevano fatto ricorso alla Cedu. Avevamo visitato il campo a maggio 2008. Le foto di come era prima. Le reazioni di Msf e Acnur. Il rapporto di Kinisi

05 agosto 2009

Blowing in the wind



Una giornata di festa per i bambini di Gaza. I piccoli rifugiati sono arrivati sulla spiaggia di Beit Lahiya, a pochi chilometri dal valico di Eretz, per lanciare tremila aquiloni. L'iniziativa, organizzata dalle agenzie dell'Onu in collaborazine con la Croce Rossa Internazionale e varie Ong che operano nella Striscia, mirava a stabilire un record da Guinness: il maggior numero di aquiloni fatti volare contemporaneamente. Per una volta, per gli abitanti della martoriata Gaza un primato positivo. Le foto sono di Aldo Soligno http://www.aldosoligno.com/

da http://mmedia.kataweb.it/



How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, n how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, n how many times must the cannon balls fly
Before theyre forever banned?


The answer, my friend,
is blowin in the wind,
The answer is blowin in the wind.

How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, n how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, n how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?

The answer, my friend,
is blowin in the wind,
The answer is blowin in the wind.

How many years can a mountain exist
Before its washed to the sea?
Yes, n how many years can some people exist

Before theyre allowed to be free?
Yes, n how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesnt see?

The answer, my friend,
is blowin in the wind,
The answer is blowin in the wind.

Froci e croci

PISA - Minacce di morte e croci celtiche contro i lavoratori del portale gay
"Froci a morte" e "Gli uffici bruceranno e voi morirete tutti". Sono alcune delle scritte, accompagnate da croci celtiche, comparse sui muri della sede del portale gay.it, a Ospedaletto, zona industriale di Pisa.

"Morirete tutti". È una delle scritte, vergata con la vernice spray, che i lavoratori del portale www.gay.it hanno trovato questa mattina ad Ospedaletto, zona artigianale di Pisa, sui muri della loro sede. Scritte ingiuriose come "Froci a morte" e minacce accompagnate da croci celtiche.

"In undici anni di attività e di convivenza con la città di Pisa - dice il direttore di gay.it, Alessio De Giorgi - non abbiamo mai avuto problemi né è mai accaduto nessun episodio omofobo come quello di stamani: in tanti anni, mai neppure uno scherzo, una minaccia, una scritta contro la nostra presenza storica in questa città che è sempre stata paladina dei diritti delle persone omosessuali. C'è solo da chiedersi se sia una coincidenza con l'inaugurazione del Festival gay che si apre dopodomani a Torre del Lago".

Le reazioni. Il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, esprime solidarietà all'azienda e parla di "un inqualificabile atto di violenza teppistica, ma anche politica, contro la comunità omosessuale,
che indichiamo alla opinione pubblica perché si unisca alla nostra condanna, mentre chiediamo con forza alle forze dell'ordine di individuare i responsabili".

Imma Battaglia, presidente di Di' Gay Project, scrive: "Ci aspettiamo in queste ore la massima
collaborazione dalle autorità di polizia per garantire sicurezza a Gay.it, allo svolgimento della manifestazione di Torre del Lago e alla comunità omosessuale".

E sulla vicenda interviene anche il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma. Esprimiamo - si legge in una nota - la nostra totale solidarietà a gay.it e a tutto il suo staff. Questo ulteriore atto di intolleranza nei confronti della comunità lgbtq si inserisce in un clima di più generale minaccia alle persone gay, lesbiche e transessuali, complice l'assenza di una legislazione che le tuteli e che, proprio per questa mancanza di deterrenza legale, sfociano spesso in violenze fisiche".

Il portale www.gay.it registra mensilmente, in media, 700 mila contatti; nella sede di Ospedaletto lavorano circa 15 persone. Indaga la Digos.

(da www.repubblica.it 05 agosto 2009)

02 agosto 2009

People are people, so why should it be?





Crimine d'odio

Un uomo armato ha fatto irruzione nei locali di una associazione glbt
Le vittime sono un ragazzo e una ragazza. L'assalitore è riuscito a fuggire
Tel Aviv, assalto a circolo gay: uccise due persone, dodici feriti

TEL AVIV - Due giovani, un ragazzo e una ragazza, sono stati uccisi e altre dodici persone sono rimaste ferite in serata in seguito a un assalto compiuto da uno sconosciuto armato in un circolo gay nel centro di Tel Aviv. L'uomo, a volto coperto, ha fatto irruzione nel locale e da distanza ravvicinata ha aperto il fuoco in tutte le direzioni. Poi è riuscito a fuggire.
"Crediamo che sia un episodio di stampo essenzialmente criminale" ha detto il capo della polizia di Tel Aviv, Shahar Ayalon. L'ipotesi di un attentato palestinese non viene esclusa a priori, ma non sembra per ora quella più credibile. Implicitamente lo ha confermato lo stesso Ayalon quando, in risposta ad una domanda dei cronisti che chiedevano dettagli sulla caccia all'assalitore, ha precisato che i locali pubblici vicini non hanno avuto ordine di chiudere.
L'attacco è avvenuto nella sede dell'"Agudah", "Associazione israeliana per i diritti del singolo", dove si riuniscono membri della comunità glbt, al numero 28 di via Nachmani, nella zona centrale della città. Si tratta di un locale aperto da oltre 15 anni che offre accoglienza a giovani gay e lesbiche. Questi sono soliti incontrarsi più numerosi il sabato sera.
Il locale era molto affollato quando l'assassino, vestito di nero e con il volto coperto, ha fatto irruzione e ha aperto il fuoco con una mitraglietta Uzi. Le vittime sono un ragazzo e una ragazza molto giovani. I feriti sono almeno dodici, di cui quattro versano in gravi condizioni. Secondo alcune testimonianze, dopo l'attacco l'assalitore avrebbe cercato di raggiungere un altro locale per omosessuali, situato poco distante. Ma per ragioni ancora non accertate ha poi preferito dileguarsi.
Ha sparato senza dire nulla ma i responsabili dell'associazione hanno dichiarato che probabilmente si è trattato di un attacco mirato contro la comunità omosessuale, anche se minacce specifiche nei loro confronti non c'erano state. Hanno comunque lamentato i continui attacchi verbali fatti nei loro confronti dai rabbini ortodossi.

"Si tratta dell'attacco più grave nei confronti della comunità omosessuale" ha detto il parlamentare Nitzan Horowitz. Alcuni anni fa un ebreo integralista ferì a pugnalate, a Gerusalemme, tre partecipanti ad una Gay Parade. Nel centro di Tel Aviv si sono viste stasera scene di dolore miste a sorpresa. Molti hanno pensato agli anni bui dell'intifada armata, quando i kamikaze palestinese seminavano la morte nel centro della città. Ma stasera, a quanto pare, la morte è stata causata da un "crimine d'odio" e intolleranza, interno a Israele.
(1 agosto 2009)

01 agosto 2009

Di questo amore morirò



dal vivo, per la prima volta dopo trent'anni, è molto molto più bella...



E magari morirò
di tanto amore
magari no
chi lo può dire?

Un anno e più non è uno scherzo
può renderti diverso
un anno è la fotografia
di te stesso che vai via.

E lei è lei, non può cambiare
dolcissima e immortale
presto, dov'è la mia faccia più dura
che non veda che ho paura.

E mentre andrò dovrò pensare
tu non sei uomo da piegare
quante ne ho avute, quante ne ho volute
e poi dimenticate.

C'è chi mi odia per gli amori da un'ora
e chi mi cerca ancora
e non sa che avrei bisogno stasera
più che d'altro d'una preghiera

Perché so
perché lo so

Di tanto amore morirò
di questo amore morirò
avrò la faccia più dura

ma una parola e morirò
ha i suoi motivi la paura
dovrei saperlo già da un po'

Ehi come stai sapore amaro
di appuntamenti a cui mancavo
di pensieri sempre i più buoni
cancellati dalle intenzioni.

Estate di corsa temporali d'agosto
e poi cambiare ad ogni costo
ehi come stai, sapore amaro
di una fine sicura

perché so
perché lo so

Di tanto amore morirò
di questo amore morirò
avrò la faccia più dura

ma una parola e morirò
ha i suoi motivi la paura
dovrei saperlo già da un po'...

Ivano Fossati > La Mia Banda Suona Il Rock (1979) > Di Tanto Amore