02 febbraio 2009

Altro giro, altro regalo

L'economia consumistica prospera sul ricambio delle merci e si pensa che quanto più denaro passa di mano, tanto più essa vada a gonfie vele; e ogni volta che il denaro passa di mano alcuni beni di consumo sono inviati alla discarica. Di conseguenza, in una società di consumatori la ricerca della felicità - lo scopo maggiormente evocato e utilizzato come esca nelle campagne di marketing che mirano a incentivare i consumatori a separarsi dal proprio denaro - tende a spostare l'attenzione dal fare le cose, o appropriarsene, o accumularle, al disfarsene: ed è proprio questo ciò che occorre per far crescere il prodotto nazionale lordo. Per l'economia consumisica il vecchi baricentro - ormai in linea di massima abbandonato - equivale alla peggiore delle paure, a una situazioe cioè in cui gli acquisti vanno a rilento, vengono rinviati o si fermano del tutto. L'alternativa invece promette assai bene: un altro giro di acquisti. Il semplice impulso ad acquisire e possedere porterebbe con sé problemi futuri se non fosse sostenuto dall'impulso a scartare e a disfarsi degli oggetti. I consumatori della società consumistica devono seguire le curiose abitudini degli abitanti di Leonia, una delle città invisibli di Calvino:
[...] più che delle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l'opulenza di Leonia si misura si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l'espellere, l'allontanare da sé, il mondarsi d'una ricorrente impurità.

Zygmunt Bauman, da Consumo dunque sono, Laterza 2008

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