28 dicembre 2007

Le città nascoste. 2.

Non è felice, la vita a Raissa. Per le strade la gente cammina torcendosi le mani, impreca ai bambini che piangono, s'appoggia ai parapetti del fiume con le tempie tra i pugni, alla mattina si sveglia da un brutto sogno e ne comincia un altro. Tra i banconi dove ci si schiaccia tutti i momenti le dita con il martello o ci si punge con l'ago, o sulle colonne di numeri tutti storti nei registri dei negozianti e dei banchieri, o davanti alle file di bicchieri vuoti sullo zinco delle bettole, meno male che le teste chine ti risparmiano dagli sguardi torvi. Dentro le case è peggio, e non occorre entrarci per saperlo: d'estate le finestre rintronano di litigi e piatti rotti.
Eppure, a Raissa, a ogni momento c'è un bambino che da una finestra ride a un cane che è saltato su una tettoia per mordere un pezzo di polenta caduto a un muratore che dall'alto dell'impalcatura ha esclamato: – Gioia mia, lasciami intingere! – a una giovane ostessa che solleva un piatto di ragù sotto la pergola, contenta di servirlo all'ombrellaio che festeggia un buon affare, un parasole di pizzo bianco comprato da una gran dama per pavoneggiarsi alle corse, innamorata d'un ufficiale che le ha sorriso nel saltare l'ultima siepe, felice lui ma più felice ancora il suo cavallo che volava sugli ostacoli vedendo volare in cielo un francolino, felice uccello liberato dalla gabbia da un pittore felice di averlo dipinto piuma per piuma picchiettato di rosso e di giallo nella miniatura di quella pagina del libro in cui il filosofo dice: «Anche a Raissa, città triste, corre un filo invisibile che allaccia un essere vivente a un altro per un attimo e si disfa, poi torna a tendersi tra punti in movimento disegnando nuove rapide figure cosicché a ogni secondo la città infelice contiene una città felice che nemmeno sa d'esistere».


da Italo Calvino, Le città invisibili, Einaudi 1972.


Buon anno, di cuore.

>La miglior scuola del Messico

Un articolo da El Mundo, sugli alunni di una scuola rurale del Chiapas che hanno ottenuto i migliori risultati del paese.

Neanche oggi sono arrivate le colazioni, così né i frijoles, né le tortillas, né le scatolette di tonno che regala il governo sono stati distribuiti e vari alunni occupano i loro banchi di legno con lo stomaco vuoto. Ma loro non mancano e decine di corpicini scuri spuntano dal verde pochi minuti prima delle otto di mattina.
Con le scarpe macchiate di fango, impeccabilmente pettinati e vestiti con pulitissimi indumenti lisi, scendono dalla sierra e occupano il loro posto, non senza aver dato prima il loro buongiorno al maestro inclinando leggermente il capo. Tutto rende difficile credere che siano i migliori alunni del Messico.
Lo ha dimostrato l'esame nazionale (ENLACE) realizzato dal Ministero dell'Educazione e al quale sono state sottoposte 85mila scuole pubbliche e private del Paese. I risultati, resi noti a settembre, hanno dimostrato che, con una media superiore al'8,5, nella parte alta della Sierra Madre del Chiapas, c'è la miglior scuola primaria del Paese. Dietro di loro, nella classifica nazionale, si situano prestigiosi e cari colleghi di Monterrey, Città del Messico e Guadalajara, con insegnamento bilingue e connessione a Internet.
Situata a tre ore da Escuintla, riferimento municipale, e a cinque dalla città di Tapachula, alla frontiera con il Guatemala, per arrivare alla scuola Francisco Villa di San Juan Panamá, bisogna pagare più del solito perché qualche conduttore avventuroso si spinga a mettere il proprio veicolo a doppia trazione su tre ore di scarpate sulle montagne.
A 1700 metri di altezza, convivendo con le nuvole, i caffé e un verde abbagliante, la rigogliosa vegetazione ha reso inservibile da tempo l'unico accesso a questa comunità di 300 persone, considerata ad "alta" marginalità dalle cifre ufficiali.
Dalla sua scuola sono però usciti i migliori risultati accademici del Paese, tra oltre otto milioni di alunni esaminati, sorprendendo tutti e dando un colpo a un modello che scommette sull'educazione informatizzata e interattiva ma paga 300 euro mensili ai propri maestri. Approfittando del premio, i 38 bambini lasciano da parte la timidezza e gridano finalmente tutto quello che vorrebbero avere, adesso che sono stati riconosciuti come i più diligenti del Paese. "Computer", "Matite nuove", "quaderni", "un parco giochi", "un gatto!" grida il più piccolo. La pace arriva quando il maestro Miguel chiede silenzio: "Adesso mi state zitti e tornate al vostro posto, per favore".
Nella classe di Miguel Rincón, artefice di questo miracolo, convivono quotidianamente tre corsi differenti di bambini di 9, 10, 11 anni, raggruppati nella stessa aula. Prima di lui, Miguel Emigdio è il professore più ricordato perché, anche se nessuno glielo aveva chiesto, decise di ampliare le lezioni al pomeriggio, elevando considerevolmente il livello dei bambini.
"Qui non ci sono macchinine, consolle o cose di questo genere... così è più facile convincerli a venire a scuola" dice Rincón. Ma anche se le avessero, a San Juan Panamá sarebbe in ogni caso molto difficile giocare alla Play Station, dato che da cinque giorni non c'è neanche l'elettricità. "Siamo molto contenti che i nostri figli stiano portando in alto tutto il Chiapas" assicura Hipólito Gómez, un orgoglioso padre che sa appena leggere, ma ne approfitta per richiedere una strada asfaltata "che non ci lasci di nuovo isolati nella stagione delle piogge".
Pensando più a suo figlio che al paesino, sua moglie insiste nel chiedere maggiori borse di studio per i bambini. E' che il caso di suo figlio Robelsi Obed è uno di quelli che più colpiscono. A 11 anni e con una media di 9,5 all'esame nazionale, Robelsi ha ottenuto il voto più alto della scuola e uno dei più alti del Paese in Lingua spagnola e Matematica. La sua famiglia vive dei sei sacchi annuali di caffé che dà la piccola milpa, terreno, che possiede vicino alla propria casa e, per compensare le carenze, riceve dal governo un aiuto mensile di 10 euro "per spingerlo a continuare i suoi studi".
Con stimolo ufficiale o senza, il destino della maggioranza di questi alunni sembra essere però nell'emigrazione negli Stati Uniti, così come succede da varie generazioni a San Juan Panamá. Estranei al proprio destino, nell'aula 38 voci ripetono all'unisono e senza errori gli strati geologici che compongono la costa terrestre. Anche se oggi non ci sono state le colazioni, il governo ha promesso che riconoscerà lo sforzo inviando uno stock di divise scolastiche.

da: http://www.elmundo.es/elmundo/2007/12/21/internacional/1198267119.html?a=7c06534aeae3239190cfd311767a6b9a&t=1198315575

grazie: a Monica e a Betti per la segnalazione

27 dicembre 2007

La festa delle luci

Io dico: la festa delle luci è pericolosa.
Gli umani fanno cose strane e cambiano odore continuamente.
Per tutta la mattina lei ha messo la carta colorata intorno alla carta bianca e nera.
Non veniva mai uguale. Per questo lo ha fatto tante volte, non e' capace. Pero' lei era contenta. Lo so perche' sorrideva e l'odore era speranza. Allora anch'io ero contento.
Poi ha parlato nella macchina della solitudine. L'odore è diventato quasi subito rabbia. Poi disperazione.
Non capisco perche' parla in quella macchina se fa cosi' male. Mi ha fatto paura.
Le ho detto: tira fuori tutte le mutande dal cassetto e buttatici sopra, cosi' non ci pensi.
Lei si è alzata, ha chiuso il cassetto e si è messa a piangere. Poi si è stesa sul divano per piangere di piu'.
Allora sono andato sulla sua pancia. Lei ha chiuso gli occhi e l'odore è diventato sonno.
La festa delle luci è molto pericolosa.

20 dicembre 2007

Sì global

CS151-2007: 19/12/2007
L’Assemblea generale dell’Onu dice sì alla moratoria globale sulla pena di morte


“Oggi è una giornata storica. Il massimo organismo della comunità internazionale, con un'ottima maggioranza, dice al mondo che della pena di morte si può fare a meno. Il percorso abolizionista acquista ora ulteriore velocità. Da domani, Amnesty International chiederà a tutti i governi di rispettare la moratoria. La risoluzione adottata questo pomeriggio è un ulteriore strumento di pressione, nelle nostre mani, per chiedere ai governi che ancora mantengono la pena di morte di avere coraggio. Come sempre, continueremo a lavorare ogni giorno per salvare vite umane in Iran, Cina, Arabia Saudita, Iraq e in quei pochi altri paesi che ancora si ostinano ad applicare la pena di morte” ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 19 dicembre 2007

17 dicembre 2007

Blog Compleanno!


Questo spazio ha compiuto 2 anni.
Gli auguro per il terzo che nasce
un po' di calore.

New New Jersey!

CS150-2007: 14/12/2007

Usa: il New Jersey abolisce la pena di morte.
Amnesty International: “Un segnale incoraggiante alla vigilia del voto Onu sulla moratoria”

Grazie al voto di ieri dell’Assemblea, preceduto lunedì da quello del Senato, il New Jersey ha abolito la pena di morte. La decisione dei due organi legislativi dello Stato sarà ratificata dal governatore Jon Corzine, abolizionista convinto.

Il New Jersey diventa il 14° Stato abolizionista degli Usa e il primo ad aver deciso di cancellare la pena di morte dalle leggi dopo il suo ripristino, nel 1976, ad opera della Corte suprema federale. Da quell’anno, comunque, nel New Jersey non vi erano mai state esecuzioni: l'ultima aveva avuto luogo nel 1963. Gli otto prigionieri nel braccio della morte vedranno commutata la propria pena in ergastolo. Gli ultimi Stati degli Usa ad aver abolito la pena di morte erano stati lo Iowa e il West Virginia, nel 1965.

Negli Usa è in vigore una moratoria di fatto. In attesa della decisione della Corte suprema sulla possibile incostituzionalità del metodo dell’iniezione letale, prevista la prossima primavera, da tre mesi a questa parte sono state sospese tutte le esecuzioni in programma.

“Finalmente, dopo le tre impiccagioni in Giappone e quella di un minorenne all’epoca del reato in Iran degli ultimi giorni, dal New Jersey arriva una bella notizia che infonde ottimismo in vista del voto, previsto la prossima settimana, all’Assemblea generale dell’Onu sulla moratoria” – ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 14 dicembre 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

11 dicembre 2007

Il gioco delle perle di vetro

Infilo nella seta pregiata le perle di vetro scadente
delle tue parole incuranti, gocce deformi e gelide
a cui il mio amore rappreso regala ogni volta un colore diverso,
e indosso come un cappio questa collana vergognosa,
che non oso guardare.

Pechino 2008

COMUNICATO STAMPA CS148-2007

OLIMPIADI E DIRITTI UMANI IN CINA:
L’APPELLO DI AMNESTY INTERNATIONAL
AL COMITATO OLIMPICO INTERNAZIONALE

In occasione della riunione del Comitato esecutivo del Comitato olimpico internazionale (Cio), in programma da oggi fino a mercoledi’ a Losanna, Amnesty International rinnova l’appello all’organismo sportivo affinche’, in vista dei Giochi olimpici di Pechino 2008, siano affrontati i problemi riguardanti i diritti umani. Analoga richiesta e’ stata inoltrata da parte della Sezione Italiana di Amnesty International al Comitato olimpico nazionale italiano (Coni).

Pur riconoscendo che la responsabilita’ di introdurre riforme nel campo dei diritti umani compete principalmente alle autorita’ cinesi, Amnesty International ritiene che il Cio possa ancora fornire un contributo significativo, usando la propria influenza per favorire un cambiamento positivo, in linea con la Carta olimpica.

Nei mesi che precederanno lo svolgimento delle Olimpiadi, Amnesty International portera’ avanti una campagna per ottenere progressi che potrebbero costituire un’eredita’ positiva delle Olimpiadi, in quattro aree specifiche:
- la pena di morte,
- la detenzione senza processo,
- la liberta’ d’informazione,
- la protezione degli attivisti per i diritti umani.

Una serie di casi recenti mettono in evidenza la necessita’ urgente di un’azione della Cina nel campo dei diritti umani:
- il 10 ottobre Wang Ling e’ stata condannata a 15 mesi di ‘rieducazione attraverso il lavoro’ per aver firmato petizioni e aver preparato striscioni, dopo che la sua abitazione era stata demolita per far posto a strutture olimpiche. E’ stata picchiata, arrestata e imprigionata in diverse occasioni. Si trova attualmente nel centro di ‘rieducazione attraverso il lavoro’ di Daxing, a Pechino.
- Yang Chunlin, arrestato il 6 luglio 2007 e da allora detenuto in isolamento per aver lanciato la petizione ‘Vogliamo i diritti umani, non le Olimpiadi’, con la quale i contadini stanno protestando per la confisca dei loro terreni. Ha dichiarato di essere stato sottoposto a una forma di tortura frequentemente utilizzata in Cina: le sue braccia e le sue gambe sono state legate ai quattro angoli del letto ed e’ stato costretto a mangiare, bere e defecare in quella posizione.
- Ye Gouzhu, attivista per il diritto alla casa, sta scontando una condanna a quattro anni di reclusione per aver chiesto il permesso di organizzare una manifestazione che intendeva richiamare l’attenzione sullo sgombero forzato di alcuni abitanti del distretto di Xuanwu, a Pechino. Anche la sua casa e il suo negozio sono stati demoliti per fare spazio a impianti olimpici. A settembre, Ye Mingjun e Ye Guoqiang, figlio e fratello di Ye Gouzhu, hanno a loro volta avviato una protesta contro le demolizioni e sono stati arrestati dalla polizia di Pechino con l’accusa di ‘incitamento alla sovversione’. Ye Mingjun e’ stato rilasciato su cauzione alla fine di ottobre, mentre Ye Guoqiang risulta ancora detenuto.

Amnesty International chiede il rilascio immediato e incondizionato di questi detenuti, un’inchiesta sulle torture che si concluda con l’incriminazione dei responsabili e l’assegnazione di un risarcimento alle vittime.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 dicembre 2007
Per ulteriori informazioni sulla situazione dei diritti umani in Cina e sulla campagna ‘Pechino 2008: Olimpiadi e diritti umani in Cina’: www.amnesty.it/pechino2008
Per approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia – Ufficio stampaTel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

05 dicembre 2007

Meglio accendere una candela che maledire l'oscurità

Care amiche e cari amici,
desideriamo ricordarvi che il Gruppo di Bologna sarà presente con il tavolino di raccolta firme e le tradizionali candele di Amnesty nelle seguenti giornate di dicembre:

sabato 8 dicembre
in Piazza Ravegnana, ore 10-18.30

sabato 15 e domenica 16 dicembre (GIORNATE AMNESTY)
in Piazza Re Enzo (ex Gocce), ore 10-18.30

sabato 22 e domenica 23 dicembre
in Piazza Re Enzo (ex Gocce), ore 10-18.30


Veniteci a trovare, vi aspettiamo!

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SABATO 15 E DOMENICA 16 DICEMBRE LE “GIORNATE AMNESTY 2007”

Sabato 15 e domenica 16 dicembre 2007 si svolgeranno in tutt’Italia le “Giornate Amnesty 2007”: i volontari di Amnesty International saranno presenti in oltre un centinaio di città per distribuire materiale informativo e la tradizionale candela.

Come ogni anno, il ricavato dell’iniziativa servirà a finanziare le attività dell’organizzazione per i diritti
umani. Per poter continuare a chiedere libertà per i prigionieri di opinione, processi equi e rapidi per tutti i prigionieri politici, l’abolizione della pena di morte e la fine di torture, sparizioni ed esecuzioni extragiudiziali, Amnesty International ha bisogno del sostegno economico dei suoi iscritti e di tutti gli appartenenti alla società civile.

La campagna al centro delle “Giornate Amnesty 2007” riguarda il rispetto dei diritti umani in Cina in occasione delle Olimpiadi che si terranno nel 2008 a Pechino.

A poco meno di un anno di distanza dalle Olimpiadi, Amnesty International teme fortemente che sviluppi negativi possano compromettere o offuscare alcuni passi positivi compiuti in materia di diritti umani, come le recenti riforme del sistema di applicazione della pena di morte o l’introduzione di nuove norme sull’operato dei giornalisti stranieri in Cina. L’imprigionamento continuo di numerosi attivisti per i diritti umani e giornalisti e l’uso della sorveglianza di polizia o degli arresti domiciliari per limitarne le attività, continuano a macchiare la reputazione del governo cinese sui diritti umani, all’estero come all’interno del paese.


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Amnesty International Gruppo di Bologna
via Irma Bandiera 1/5 - 40133 Bologna
tel 051/434384 - fax 051/61453623
gr019@amnesty.it
riunioni tutti i martedì alle 21

04 dicembre 2007

Ai confini del paradiso


Incuriosita dai commenti di un amico, ieri sono andata a vedere Ai confini del paradiso, di Fatih Akin (il regista de La sposa turca). Confermo, è un piccolo capolavoro. Acuto ma delicato, toccante, con una sceneggiatura perfetta e una interpretazione da parte di Hanna Schygulla che da sola varrebbe il prezzo del biglietto. Andate a vederlo.

Binario

La roba da mangiare è arrivata presto ed era come il cibo che si trova negli aeroporti, dappertutto: nessuno è riuscito a mangiarla. Mikey ha attaccato di gran lena il piatto di patatine fritte, ma dopo un terzo ci ha rinunciato e ha cercato di darle alle fiamme; non ha funzionato, erano già bruciate.
Così abbiamo finito e siamo tornati in auto con tutti i bagagli e la macchina fotografica; abbiamo caricato tutto, siamo saliti e siamo andati in stazione, con Carl che ci ha accompagnato e noi che gli abbiamo portato via ancora un po' del suo tempo, con Waltraut tanto comprensiva e Mickey che aspettava il suo turno per mettere alla prova l'universo. Avere simili amici significa essere strappati per sempre alle fauci dello squalo e rende le piccole cose degli esseri umani ancora più miracolose delle cattedrali morte.
Così sul marciapiede dove partiva il treno avevamo marchi, franchi e dollari, abbiamo aspettato e Carl ha detto: "Telefonerò a Barbet l'ora del vostro arrivo a Parigi. E se non lo troverò cercherò di avvertire Rodin o Jardin".
"Grazie, Carl..."
Aspettando abbiamo scattato qualche foto e poi ci siamo salutati e siamo saliti, e abbiamo anche fatto i saluti dal finestrino mentre il treno partiva. Se ti importa di qualcuno, questo è uno degli avvenimenti più tristi della vita e degli esseri viventi, e il trucco migliore è fingere di essere annoiati, altrimenti può diventare imbarazzante, e poi il treno non si ferma né inverte la rotta, non là comunque, e quindi è un po' come morire lentamente, per niente bello, è meglio entrare nello scompartimento e sedersi a cercare carte geografiche e sigarette, a controllare che i bagagli non ci cadano in testa, a vedere se i braccioli si possono piegare in modo da potersi allungare, a controllare il passaporto e la stitichezza, poi pensare a come e quando riuscire a conquistarsi il primo drink.

Charles Bukowski, da Shakespeare non l'ha mai fatto, Feltrinelli 1996.

Le città continue. 2.

Se toccando terra a Trude non avessi letto il nome della città scritto a grandi lettere, avei creduto di essere arrivato nello stesso aeroporto da cui ero partito. I sobborghi che mi fecero attraversare non erano diversi da quegli altri, con le stesse case gialline e verdoline. Seguendo le stesse frecce si girava le stesse aiole delle stesse piazze. Le vie del centro mettevano in mostra mercanzie imballaggi insegne che non cambiavano in nulla. Era la prima volta che venivo a Trude, ma conoscevo già l'albergo in cui mi capitò di scendere; avevo già sentito e detto i miei dialoghi con compratori e venditori dei ferraglia; altre giornate uguali a quelle erano finite guardando attraverso gli stessi bicchieri gli stessi ombelichi che ondeggiavano.
Perché venire a Trude? mi chiedevo. E già volevo ripartire.
- Puoi riprendere il volo quando vuoi, - mi dissero, - ma arriverai a un'altra Trude, uguale punto per punto, il mondo è ricoperto da un'unica Trude che non comincia e non finisce, cambia solo il nome dell'aeroporto.


Italo Calvino, da Le città invisibili, Einaudi 1972.

03 dicembre 2007

voglio dire delle cose

sono il gatto. lei è il mio umano. lei ha detto che io posso scrivere. io scrivo.
voglio dire delle cose.
dormire è bello. dormire nella vaschetta con i fogli mentre lei lavora è più bello. lei ci ha messo il cuscino. lei è gentile quando capisce. sto vicino alla macchina del caldo che lei usa per scrivere e leggere. è molto bella. ha quadretti morbidi per sdraiarsi, massaggiano la schiena. anche a lei piace la macchina del caldo. lei la guarda tutti i giorni per tanto tempo. non si sdraia sopra, però (non sa che è bello).
delle volte lei scrive scrive scrive e non fa niente. delle volte legge e ride. delle volte legge e piange. delle volte legge e si arrabbia. questo molte volte.
io dico: gratta le unghie sul divano, dopo stai meglio. lei non capisce.
dico: anche il materasso va bene. lei non capisce.
dico: anche la poltrona va bene. lei non capisce.
lei proprio non capisce.