25 gennaio 2006

Tu quoque, Sandra?

Questo è il proseguimento ideale del post Ithailandia, che pensavo di commentare soltanto e invece richiede un vero e proprio aggiornamento.

Dunque, in primo luogo intendo darmi delle arie per aver anticipato con quel post una battuta della Litizzetto, che da Fabio Fazio domenica scorsa immaginava Berlusconi al Grande Fratello, ma con una interessante varazione. Lei suggeriva di mandarglieli tutti, i politici, dentro la Casa del GF, sia per infestare una trasmissione sola, sia per garantire il più assoluto rispetto della par condicio: avrebbero tutti lo stesso spazio e, quando ti stufi e cambi canale, li manderesti via tutti insieme.

In realtà, quella della Litizzetto è una battuta fino a un certo punto, non siamo molto lontani dal reale: mi risulta che Prodi (immagino consigliato, e secondo me male, dal suo staff) sia andato a cantare da Fiorello, e ieri sera le Iene hanno mandato in onda una delle loro interviste doppie, che vedeva Casini vs Rutelli. Devo dire che questa idea alla fine mi pare la più sensata, era gradevole e perfettamente rispettosa della par condicio: stessi tempi e stesse domande.

Putroppo invece su Canale 5 imperversa Silvio, che in un crescendo wagneriano ieri ha proseguito la video-tournée presenziando e tenendo banco al Senso della vita, ospite di un Bonolis piuttosto pietrificato, che rideva nervosamente e gli ha riservato solo qualche punzecchiatura innocua da avanspettacolo. Non vi dico l'apoteosi. L'intervista per immagini ha dato modo al premier di sbrodolarsi addosso su qualsiasi argomento, ripetendo battute già fatte anche altrove; quando ha detto che il figlio minore, Luigi, è in una fase mistica e passa un casino di tempo a pregare, non retto e ho cambiato canale (e comunque anch'io al suo posto mi aggrapperei alla preghiera...). Avendo girato non ne ho la certezza, ma ho avuto la sensazione che l'intervista per immagini sia durata il doppio delle altre volte. Adesso quali trasmissioni mancano alla girandola elettorale del premier? Se posso scegliere io lo vorrei vedere:
1) a Stranamore, dove potrebbe fare una disperata dichiarazione di "restacummé peccarità" alla ex-moglie Veronica, con Costantino che lo fa salire sul furgone e gli regge, commosso, il microfono;
2) ai Magnifici 5 missione VIP, dove i cinque gagliardi curatori d'immagine gli rifarebbero l'attuale patetico look "milanolugano20minutidacaselloacasello" e gli potrebbero dare qualche lezione di stile di vita (se non ce la fanno loro non ce la può fare nessuno...);
3) alla Corrida, a cantare le canzoni napoletane con Apicella (cosa che fa già, ma in sedi inopportune), così finalmente il pubblico invece di dover applaudire con sussiego per una volta sarebbe autorizzato a suonare i campanacci e riempirlo di pernacchie all'accendersi del semaforo verde;
4) al Bivio, dove Enrico Ruggeri gli farebbe immaginare "cosa sarebbe successo se" quel mitico giorno non avesse allungato la prima mazzetta a un giudice e poi insieme guarderebbero turbati e commossi il video che ricostruisce la sua ipotetica vita parallela, in cui è un industriale milanese come tanti, ricco e spregiudicato, che però a un certo punto finisce in galera per truffa, corruzione, evasione fiscale e connivenze con la mafia.
Tanto vale rassegnarsi, perché è solo questione di tempo: il tempo materiale che serve a suo figlio, responsabile dei palinsesti Mediaset, per fare un giro di telefonate. Che amarezza.


Ma l'amarezza più grande me l'ha provocata la lettura della notizia che la mia adorata Sandra Mondaini si è schierata apertamente con Berlusconi - come peraltro aveva già fatto, apprendo, l'ottimo Raimondo nel 1994 all'epoca della Prima Discesa in Campo. Ho sempre stimato la Mondaini, che mi piacerebbe poter considerare una mia ispiratrice in fatto di ironia e anche per il lato agrodolce che scopriva nascondendosi dentro ai panni di Sbirulino.
Per questo mi lascia doppiamente perplessa la sua esternazione: non per il contenuto in sé, ma perché si è prestata anche lei ad essere strumento televisivo di propaganda, come l'ultima delle Ivezanicchi, e soprattutto perché le motivazioni con cui sostiene la dichiarazione di voto non sono all'altezza della sua intelligenza: apprezzo Berlusconi non "perché è onesto, è capace, condivido il suo programma", ma perché "lo conosco, è uno simpatico, gli voglio bene".

Mi pare che a questo punto non si possa negare che avere la possibilià di farsi conoscere - non solo da Sandra Mondaini ma anche dall'ultima delle massaie di Capracotta - nei propri aspetti più "umani" (ovviamente studiatissimi da superpagati consulenti, costruiti a tavolino e controllati in ogni dettaglio) attraverso l'accesso privilegiato a tutte le televisioni e a ogni possibile altro mezzo di informazione sia un vantaggio non da poco.

Ma ancora di più, al di là dell'anomalia specifica che il caso Berlusconi si porta dietro, mi viene da dire che forse il carisma è un'arma a doppio taglio, che noi cittadini dovremmo imparare a riconoscere e a temere. Il fatto che un leader sia ottimista e simpatico non ci dovrebbe dire molto sulla sua capacità di governare e di rappresentare i nostri interessi, ma casomai sull'abilità contraria di turlupinarci soggiogandoci con sorrisi dentuti e promesse a vanvera. Si scoprirà che Hitler era uno straodinario raccontatore di barzellette e di colmi? "Ci sono un tedesco, un polacco e un italiano, ah ah..."

(In questo senso, i leader della sinistra sono al di là di ogni ragionevole ombra, dal momento che chi li votasse lo farebbe tappandosi il naso, e non certo soggiogato dallo straordinario carisma. Siamo in una botte di ferro...)

Vado a letto fiaccato dallo sconforto, pensando alle doti di frontman di Fassino e a Sbirulino che vota Berlusconi, invece di essere anarchico come tutti i pagliacci. Me lo immagino al congresso tirare in aria i coriandoli presi dalla tasca gridando eccitato "E fozzza Itaaaajaa... hi hi hi hi hi!". Neanche quando ho capito che Babbo Natale era la mamma ci sono rimasta così male. Che delusione. Tu quoque, Sandra?

- - -

da www.repubblica.it

Lo spot della Mondaini "Cavaliere, uomo da amare"

di SEBASTIANO MESSINA

L'Authority dice che la tv non deve favorire nessuno? Ma certo. L'opposizione invoca la par condicio? Ma naturalmente. Confalonieri ha promesso che Mediaset si comporterà "in modo corretto"? Ma ci mancherebbe. Poi uno accende Canale5 e trova un superspot per "l'amico Silvio". "Un uomo che bisogna conoscere per poter amare", come assicura Sandra Mondaini con il cuore in mano. Cose che capitano alle cinque della sera, lontano dai telegiornali, dai Porta a porta e dai Matrix, in trasmissioni dove tutto ti aspetteresti tranne che di veder germogliare d'un tratto un fioretto, anzi un mazzolin di fiori per "il nostro datore di lavoro", come lo chiama con rispettoso trasporto la Mondaini, ovvero "per il nostro presidente del Consiglio" come precisa con compita devozione la bella Paola Perego. Siamo a "Verissimo", trasmissione a cavallo tra la cronaca e il gossip, due milioni e mezzo di telespettatori che di solito non restano in piedi fino all'una di notte per aspettare Vespa o Mentana, e che magari non guardano neanche i telegiornali. Un target polposo di elettorato popolare, insomma. Cosa c'entra Berlusconi con la cronaca rosa o con i pettegolezzi? Nulla, si capisce. Ma a casa propria, sulle sue reti, ognuno è padrone di fare come gli pare. E non ci vuole poi tanto a montare una bella telepromozione politica, uno spottone mascherato, un consiglio per le elezioni in formato famiglia. Se poi uno è bravo, riesce pure a mascherarlo da servizio giornalistico o da duetto improvvisato, sfuggendo a ogni rilevamento, a ogni regola, a ogni misurazione.
Si fa così. Si estrapolano da un'intervista al premier "scevra di domande" (come l'ha definita lo stesso intervistatore, Paolo Bonolis) tre brani strappacore. Quelli in cui il presidente del Consiglio parla della moglie conquistata "dopo un colpo di fulmine", dei figli che "sanno fare a memoria le divisioni a più cifre e accompagnano i malati a Lourdes" e di mamma Rosa, "una donna da combattimento" che metteva in fuga i nazisti. Quelli, insomma, come spiega la conduttrice alla Mondaini, "in cui non è il politico che parla ma l'uomo: il tuo amico, Sandra". Poi, con gli occhi lucidi di ammirazione, interviene la moglie di Raimondo Vianello (indimenticato protagonista, nel 1994, di uno spot identico, quello in cui annunciava a "Pressing" che avrebbe votato per l'unico uomo politico che conosceva personalmente: Berlusconi). E lei, alla domanda sul "peggior difetto" del suo amico Silvio, risponde così: "Io ho dei punti fermi. Mio marito. I miei figli. Il professor Veronesi. E il signor Berlusconi. Siamo amici, ecco. In trent'anni che ho vissuto a Roma non ho mai voluto conoscere dei politici, perché i politici non mi piacciono. Ma ho avuto la disgrazia di conoscere un signore, di volergli bene: il mio datore di lavoro. Gentile. Divertente. Simpatico. Ottimista. Io mi sono molto affezionata a lui. E' un uomo che bisogna conoscere per poter amare. E io, essendo in un paese libero, lo dico: voglio molto bene a Berlusconi". Quale bilancia dell'Authority, quale par condicio, quale cronometro arbitrale potrà mai stabilire il valore aureo di una simile dichiarazione di ardenti affetti aziendali e di cieca fiducia politica? E quale compensazione potranno pretendere concorrenti e avversari, quando l'esempio della Mondaini sarà imitato - da qui al 9 aprile - dagli altri conduttori di Cologno Monzese, esattamente come accadde undici anni fa, quando Vianello fu seguito a ruota da Mike Bongiorno, da Iva Zanicchi, da Ambra Angiolini, da Alberto Castagna, da Patrizia Rossetti, da Gerry Scotti e da tutte le star del firmamento Mediaset? Se non stanno attenti, Rutelli e Fassino rischiano di essere ricompensati con la stessa moneta che è toccata la settimana scorsa a Romano Prodi, al quale il Tg di Italia Uno ha dato spazio solo per insinuare il dubbio che abbia barato, partecipando alla maratona di Reggio Emilia. In fondo, è la solita regola delle tv berlusconiane: quando il gioco si fa duro, i divi cominciano a giocare.

(25 gennaio 2006)

----

2 commenti:

Cat ha detto...

Breve aggiornamento:
nel frattempo il Nostro è riuscito ad andare anche da Costanzo a "Tutte le mattine", dove pare abbia fatto delle uscite che non le salta neanche un cavallo, e all'"Incudine" da Martelli, ex amichetto che non lo avrà certo messo in soggezione.
Mi chiedo perché tutti quei vips sentano il bisogno di fare delle dichiarazioni di voto in suo favore, come se il poverino avesse bisogno di pubblicità. Ovvero: secondo voi li convince con i soldi o con l'ipnosi del suo carisma?

Anonimo ha detto...

principiando,
3 URRA' PER VERONICA LARIO!!!

seguono interrogativi:
perché amplificare l'"effetto B" facendo eco interminata ai detti memorabili del cavaliere? è perniciosissima quest'ansia per ogni minima cazzata che esce da quella bocca: occorre invece disinnescare la sua figura sottraendole attenzione, e guardare ai fatti.

berlusconi non è un mago nero (o, se lo è, ha la caratura d'un otelma); se è arrivato dov'è arrivato, lo si deve a chi - vittima non di mesmerismo né di ricatto, ma soltanto della propria avidità e gretta furberia - gliel'ha permesso: in primis a questa sinistra di marzapane, non meno ladra, cieca, dogmatica, machista, spocchiosa ed incolta dei suoi avversari, la "sinistra d''e' risate" che crede di combattere a suon di barzellette...

con "ladra" mi riferisco non tanto all'affare unipol quanto allo scandalo permanente delle cooperative. è l'antico costume italico (e non soltanto romano, preciso a scanso d'ogni taccia di leghismo): hai la tessera, porte aperte; non ce l'hai né la vuoi, ciccia; qui feudo della destra, là della sinistra, poche le differenze (nota: come sovente m'accade, sarei ben felice di sbagliarmi).

mi dispiace solo per tutte le persone oneste che hanno creduto, lottato, studiato, sofferto e pagato di persona per metter su 'sti quattro fessi: ma anche per loro è salutare riflettere e cambiare.

"loco a gentile / opra non v'è, non resta / che far torto o patirlo"... no, spazi di pensiero e d'azione esistono e altri se ne possono creare, sol che si cessi di considerare realtà la televisione.
forza, gente, tutt* con amnesty! (perdonate il mio vechio cuore d'attivista).

OT: perché la comicità fatta dalle donne dev'esser sempre zappa-sui-piedi? sai dirmelo tu?

baciones!

p.s.: io OOOdio sbirulino!!!