24 gennaio 2006

Palinsesti imbiancati

Quasi quasi mi dispiace dedicare spazio ulteriore a queste bassezze, ma la vicenda merita un commento per altri motivi.

Riassumendo: a Domenica In due ospiti si azzuffano in diretta in modo increscioso (cioè, più increscioso del solito), la conduttrice si scusa con le creature innocenti che hanno dovuto assistere a un simile spettacolo trasmesso in fascia protetta, il direttore di rete si indigna in nome della funzione del servizio pubblico, bacchetta tutti e garantisce che i due litiganti mai più verranno invitati in tv. Infine, squalifica per una giornata lo storico contenitore domenicale (decisamente caduto in basso, se vi vedesse il povero Corrado...) che domenica prossima, per quella parte, non andrà in onda. Ben fatto, si potrebbe dire, e invece a me fa uscire il fumo dalle orecchie la disgustosa ipocrisia che impronta tutta questa vicenda (come molte altre dello stesso segno).

Ma come, tu, direttore di rete, nella trasmissione domenicale per famigliole avalli da settimane la presenza come "opinionisti" (le vigolette sono d'obbligo) di due ex concorrenti di reality, di cui uno si è guadagnato il prestigioso appellativo di Er Mutanda e viene invitato apposta per cantare "Sono un pirata e un signore" dopo aver elegantemente sciorinato l'elenco delle starlettes che avrebbe deflorato nell'arco della sua carriera di playboy (elenco oltretutto falso, perché pare pacifico per tutti che il signore in questione sia omosessuale, tant'è che gli altri ospiti gli ridacchiano praticamente in faccia facendo allusioni grossolane e le presunte deflorate hanno smesso anche di affannarsi a smentire), mente l'altro è un energumeno ormai attempato che ha fatto dell'urlo a squarciagola con faccia paonazza e vene ingrossate nel collo la sua cifra stilistica, e tu, direttore di rete, hai la spudoratezza di trasecolare perché i due, messi nella stessa stanza, si prendono a male parole rievocando gli antichi mestieri delle rispettive madri e minacciandosi di morte a vicenda, come nella peggiore rissa tra portuali?

Ma di', cosa ti aspettavi da uno che si fa chiamare Er Mutanda, una schermaglia in rima tratta dal Cyrano de Bergerac? Come si può pensare che chi stabilisce la linea editoriale e invita ripetutamente soggetti del genere non lo faccia apposta proprio per far uscire il loro peggio? Come si può credere che la cosa non sia voluta e cercata per giocare sui più bassi istinti umani e far salire gli ascolti (che sono stati, ovviamente, altissimi)?

Andiamo, almeno non prendeteci in giro. Abbiate il coraggio intellettuale di proporre direttamente le lotte nel fango tra donne nude e le scommesse sui galli, sarebbe più onesto.
Quale sarebbe lo stile editoriale di Raiuno da salvaguardare? Qual è la concezione del servizio pubblico che dovremmo evincere guardando una trasmissione in cui da anni sono ospiti solo casi umani strappalacrime, ex concorrenti di reality, maggiorate varie che rivendicano la loro libertà di donne emancipate, mariti delle maggiorate che intervengono per ribattere che però potevi dirmelo prima che facessimo i figli, bistecconi fuori forma che franano sulla conduttrice sfasciandole i legamenti crociati, giucascaselli ipnotizzatori di comprovata cialtroneria, nani, ballerine e mostri vari che neanche nel bar di Guerre Stellari (in questo facendo il degno paio con l'analogo contenitore domenicale di Canale 5)? L'ospite più sobrio e interessante che ho visto lì negli ultimi tempi è Lory del Santo: devo aggiungere altro?

In un quadro del genere è quasi insultante che, quando la situazione sfugge di mano (se davvero poi è sfuggita, e non si trattava piuttosto di una pantomima a beneficio del teledipendente), i capoccioni della Rai fingano di correre ai ripari cospargendosi il capoccione suddetto di cenere e bandendo dagli schermi i due facinorosi - trasformati all'istante in comodi caproni espiatori -, dal momento che quella trasmissione già in condizioni normali è indegna di un servizio pubblico, soprattutto perché si tratta di un format seguitissimo e a un orario di massimo ascolto, che tanta influenza ha, quindi, sul costume e sulla formazione di un "gusto" medio riguardo a ciò che ci si aspetta di vedere in tv, in generale, e nella tv pubblica, nello specifico.

Per carità, non si pretendono intellettuali e fini dicitori, essendo una trasmissione di intrattenimento, ma almeno qualche attore che sia un attore, qualche cantante che sia un cantante (e non l'ennesima parente di Al Bano), un balletto che sia un balletto (e non Galeazzi che si dimena sulle note di "Guarda come dondolo"). Chiedo troppo? Siamo così sicuri che una trasmissione in cui si esibisse per errore qualcuno che sa fare qualcosa, o che almeno non insulta le madri dei presenti, perderebbe tanti punti di share???

Ma al di là di questo, mi schifa l'ipocrisia di un sistema di informazione che ci impone ossessivamente in ogni possibile forma e occasione i modelli più beceri, elevandoli a eroi del momento e concedendo loro pressoché tutto lo spazio a disposizione sui diversi media - mentre lo stesso spazio è negato sistematicamente a personaggi e notizie ben più significativi - per poi affrettarsi a ritirare il braccio dopo aver lanciato il sasso rinnegandoli come Giuda quando la sua funzione di veicolatore di cacca intervallata da spots pubblicitari diventa un po' troppo scoperta (salvo poi riabilitarli altrettanto rapidamente appena passata l'eco, di solito breve, dello scandalo).

E' la stessa forma insopportabile di ipocrisia per cui grandi case di moda e agenzie pubblicitarie esaltano il modello della top emaciata, sfatta, scarmigliata e malvissuta che però indossa i capi più trendy con tanto stile, e poi quando il paparazzo sbatte in prima pagina la foto in cui si svela che la top in questione è davvero un soggetto borderline che vive proprio come sembra dalla sua immagine nelle réclames, "sono a pezzi, ma sono tanto cooool, scansati pivello", allora tutti i couturiers scandalizzati le stracciano i contratti in faccia, fingendo di scoprire in quel momento una cosa che sanno benissimo da sempre e di cui sono, probabilmente, corresponsabili.

In poche parole, i media fanno di tutto per imporre come desiderabili dei modelli che poi rinnegano di fronte all'opinione pubblica bollandoli come socialmente inaccettabili. E ho l'impressione che questa sia una prerogativa della nostra epoca, perché mi pare che in passato non fosse così: un tempo il modello proposto era di solito anche positivo e socialmente accettabile. Ovvero, non ci si doveva vergognare di voler essere, tanto per dire, come il Tenente Sheridan, no?
Mi chiedo quale sia l'obiettivo di questa strategia, quale tipo di schizofrenia ci vogliano indurre e perché.
E soprattutto come possiamo riconoscere questi fenomeni e respingerli, cercando per quanto possibile di proporre, non avendo il potere di imporre, modelli diversi.

In ogni caso, solidarietà al Mutanda. Se trova chi lo invita in trasmissione e lo paga per fare quelle cose, e lui se la sente di farle, fa bene ad andarci, "usa chi ti usa" si dice. Ad ognuno le sue responsabilità: a mio parere non l'intimissimo opinionista, ma piuttosto il bieco e iscariota direttore Del Noce avrebbe dovuto essere scacciato per sempre dal giardinetto dell'eden della raitivù.

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da www.repubblica.it

Domenica In, la conduttrice chiede perdono "ai bambini e alle famiglie" dopo un litigio in diretta, con minacce di morte, fra i due "opinionisti"
Rissa trash Zequila-Pappalardo. E la Venier si scusa col pubblico
Del Noce "deplora" l'episodio: "Quei due mai più su RaiUno"

ROMA - Neanche il tempo di cominciare, e la puntata di oggi di Domenica In prende subito una deriva irrimediabilmente trash. Lite in diretta fra due dei più apprezzati rappresentanti del genere, Adriano Pappalardo e Antonio Zequila: il primo "parla male" della madre del secondo e quello, davanti alle telecamere, replica "Ti uccido". Con Mara Venier costretta a scusarsi in diretta "con i bambini e le famiglie". Il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce "deplora vivamente" l'episodio, avvenuto "in un orario protetto e tradizionalmente destinato a un pubblico familiare" e definisce deplorevole anche "che la lite sia stata lasciata degenerare e la trasmissione non sia stata interrotta: questi spettacoli sono assolutamente incompatibili con la linea editoriale di RaiUno e con i principi del servizio pubblico. Domani - continua - verrà avviata un'inchiesta interna per accertare la dinamica e le responsabilità. E' stata data comunque disposizione che sin da ora coloro che sono stati protagonisti della lite televisiva non siano più invitati nelle trasmissioni di RaiUno". Una rissa verbale incontrollata, quella che si è scatenata fra l'ex naufrago dell'Isola dei famosi, Zequila, e il cantante (ed ex naufrago anch'esso, ma dell'edizione precedente) Pappalardo. La prima frazione del contenitore domenicale, quella condotta da Mara Venier, era stata dedicata al tema "la raccomandazione", sullo spunto di alcune affermazioni fatte dallo stesso Pappalardo nella scorsa puntata del programma, quando aveva affermato che al Festival di Sanremo "tutti hanno qualche santo in Paradiso"
Ma oggi, dietro le quinte, prima di entrare in studio, all'insaputa di autori e conduttrice, i due si sono scamniati alcune battute pesanti e, a quanto pare, lo stesso Pappalardo si sarebbe rivolto a Zequila con espressioni del tipo: "Per avere successo passeresti sul corpo di tua madre". E Zequila, una volta in diretta, alla prima occasione si è rivolto con toni duri a Pappalardo: "Come ti permetti di dire certe cose? Io ti spacco la testa, ti uccido.... Non ti permettere più di parlare di mia madre...". Mara Venier non è riuscita a mantenere la calma e si è approfittato di una stacco pubblicitario per ricomporre l'atmosfera, quando Pappalardo oramai non c'era più. Poi, le scuse della conduttrice: "Purtroppo a volte accadono cose che anche per la padrona di casa sono incontrollabili. Farò il possibile - ha concluso Venier - perché non accada mai più una cosa simile, cercherò di controllare sempre in prima persona quello che accade anche dietro le quinte. Chiedo ancora scusa". Per completezza di informazione, va ricordato che già domenica 15 gennaio, nel corso del programma, c'era stato un battibecco fra i due "opinionisti": "Se vuoi cantare senza raccontare gli affari tuoi - aveva detto Pappalardo - non hai successo, io amo mia moglie da trent'anni, per avere successo dovrei trovare un'amante". Quindi, l'intervento telefonico di Laerte, figlio di Pappalardo: "Non sono stato raccomandato da mio padre per lavorare". E Zequila: "Non so che cosa tu abbia fatto nella vita, io ho fatto un sacco di cose, ho lavorato anche in teatro. Ho fatto l'Isola e mi sono messo in mutande, ma non so - ha concluso, replicando al figlio del cantante - se tuo padre potrebbe permetterselo".
(22 gennaio 2006)

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(23 gennaio 2006)

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