11 gennaio 2006

Abbiamo scherzato




Quando nel 2002 Joseph Stiglitz - professore alla Columbia University e (non faccio per vantarmi) autore del testo di Macroeconomia su cui ho studiato anch'io - pubblicò il saggio La globalizzazione e i suoi oppositori, fu liquidato da molti come un vecchio bolscevico rincoglionito, vittima della vodka e della demenza senile. Peccato che il professor Stiglitz, classe 1943, non fosse poi così vecchio. Peccato che fosse stato presidente del Council of Economic Advisors dell’amministrazione Clinton dal 1995 al 1997. E dal 1997 al 2000, poi, Chief Economist e Senior Vice-President della Banca Mondiale. Peccato, infine, che nel 2001, tanto per non farsi mancare niente, avesse appena vinto il Premio Nobel per l'Economia. Può bastare?

Ma nel nostro solito allegro mondo alla rovescia, un mondo-Titanic dove le orchestrine suonano e suonano, credendo con due violini stonati di coprire il boato del transatlantico che affonda, si dà credito su tutto a tutti tranne a chi dovrebbe averlo, si chiede a un politico di parlare di barche, a un sindaco di fare il doppiatore, a un ingegnere di fare il Ministro della Giustizia, a un secessionista di fare il Ministro delle Riforme (effettivamente, chi meglio di lui...).
Allora perché dare credito a un Premio Nobel dell'Economia quando parla dei costi dell'esportazione della democrazia, perché perdere tempo a valutare la sua opinione sulla globalizzazione, quando abbiamo Orietta Berti che è tanto disponibile?

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da www.carta.org

Stiglitz: "La guerra in Iraq costerà dieci volte il previsto"
11 gennaio 2006

(Note: da http://www.misna.org/) Il costo diretto e indiretto della guerra in Iraq sarà per gli Stati uniti fino a dieci volte superiore rispetto a quello preventivato nel 2003 e in cui si parlava di una spesa non superiore ai 200 miliardi di dollari: lo sostiene uno studio elaborato dal premio Nobel per l'economia 2001, Joseph Stiglitz, e da una sua collaboratrice dell'Università di Harvard, Linda Bilmes. Secondo i nuovi conti di Stiglitz, da sempre fiero oppositore del conflitto in Iraq ma pur sempre premio Nobel per l'economia, calcolando l'aumentato prezzo del petrolio, il peso sull'erario delle pensioni che lo stato dovrà pagare a vedove e invalidi di guerra, le cure di lungo periodo da somministrare ai - per ora - circa 16.000 soldati rimasti feriti, e altro, il peso finale dello sforzo bellico che il contribuente Usa dovrà affrontare per la guerra nel periodo compreso tra il 2003 e il 2010 oscillerà tra 1.026 (nel caso più ottimistico) e 1.854 miliardi, ma potrebbe arrivare tranquillamente a 2.000 miliardi di dollari, pari a un quinto del prodotto interno lordo di un intero anno per la prima potenza economica mondiale. Nel suo calcolo, tra l'altro, il premio Nobel ha anche inserito la graduale riduzione del contingente Usa in Iraq, come recentemente annunciato dalla Casa Bianca. Il governo degli Stati uniti non ha per ora risposto al documento diffuso da Stiglitz e dalla sua collaboratrice.

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Stiglitz Joseph E.
La globalizzazione e i suoi oppositori
€ 19,00
274 pagine
anno 2002
Editore Einaudi
Collana Saggi

In sintesi - Il vincitore del Premio Nobel per l'economia nel 2001, consigliere di Bill Clinton durante il primo mandato, e vicepresidente della Banca Mondiale dal 1997 al 2000 affronta il tema della globalizzazione cercando di rispondere ad alcune domande: cosa s'intende per globalizzazione? quali sono i presupposti, quali gli effetti e quali i danni? chi sostiene la globalizzazione, chi la governa e chi la contesta?


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L'immagine che apre questo post è di John Callahan, un vignettista americano molto, molto particolare...
Siete curiosi? Andate a vedere il suo sito, ne vale la pena:
www.callahanonline.com






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