05 gennaio 2006

Bicicrazia


Mi sorprendo a considerare con un certo stupore una cosa che, a pensarci bene, è davvero ovvia.
Sempre più spesso le proposte più semplici, ragionevoli e pacate risultano in qualche modo estreme, dunque estremiste e perciò stesso "aggressive". Pedalare per la libertà, perfino a me per qualche secondo è sembrata un'idea pazzesca, follemente eversiva...
Ma tutto sommato è una reazione comprensibile: in un mondo dove normalità sono la prevaricazione, lo sfruttamento e l'arraffo più sconsiderato, salutati - nella logica di un'efficiente evoluzione darwiniana - come naturali passaggi di una sana lotta per la sopravvivenza alla fine della quale "ne rimarrà uno solo" (il più stronzo), in una società dove l'ignoranza e il conformismo sono considerati con allegria valori positivi, la proposta di cercare di favorire la democrazia e il rispetto dell'altro non possono che suonare come una cupa aggressione al sistema.
Sarà bello il nostro mondo alla rovescia, dove i dimostranti pacifici prendono le manganellate in faccia e vengono chiamati "i violenti". Si vede che ci piace, o meglio non ci fa ancora abbastanza orrore, tanto siamo assuefatti.
Aspetto con ansia il giorno in cui al momento giusto - magari da Costanzo, chissà, o da Maravenié - un innocente dirà che il Re è nudo, e tutti insieme ci risveglieremo dal sortilegio.

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dal blog di Beppe Grillo www.beppegrillo.it
Sezione: Trasporti
1/1/2006
post di Zenone Sovilla

Uno dei risultati del pensiero unico neoliberista applicato alla società è l'esplosione del traffico motorizzato. Le conseguenze dannose di questo fenomeno si articolano su vari livelli: tra i più vistosi, il soffocamento dei centri abitati, che genera malattia e morte di esseri umani. In Italia, sconcerta l'azione politica e amministrativa flebile e schizofrenica che tende di fatto a perpetuare e potenziare il modello di mobilità che sta soffocando un Paese primatista in fatto di diffusione dell'automobile e che continua a incentivare l'uso della vettura privata e del sempre più insensato e velenoso trasporto merci su gomma. I Tir sono i nuovi magazzini (viaggianti) per le imprese: un esempio di riduzione e esternalizzazione di costi. Costi che paghiamo noi tutti in termini di danni (reversibili e non) alla salute e all'ambiente. Niente prevenzione e niente cura. Eppure si potrebbe, mediante politiche pubbliche serie che diano la priorità alla vita umana (altro che le prediche da sacrestia di politici e imprenditori falsi!). I fallimenti delle attuali politiche sono addebitabili, tra l'altro, all'ottuso ostruzionismo nei riguardi di uno strumento come la bicicletta, che nell'ambito delle scelte italiane di urbanistica e mobilità viene relegata al rango di giocattolo per il tempo libero. Eppure, come mostra una mole di dati empirici e di studi, la bicicletta può esser il mezzo di trasporto sano attorno al quale costruire una svolta radicale, per una mobilità libera e pulita. La bici, integrata ai mezzi collettivi, con le innovazioni urbanistiche e sociali derivanti da questa rifondazione, consentirebbe di ripristinare condizioni decenti nell'atmosfera e di catalizzare il benessere delle persone, svolgendo funzioni di prevenzione sanitaria. Inoltre, nell'epoca della mercificazione globale, bicicletta è sinonimo di socialità, partecipazione democratica, nonviolenza, pari dignità fra le persone.

Zenone Sovilla (autore di Bicicrazia. Pedalare per la libertà)

Zenone Sovilla 01.01.06 18:29 Rispondi al commento

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Zenone Sovilla
BICICRAZIA. Pedalare per la libertà
Nonluoghi Libere Edizioni
Isbn: 88-89099-02-X
Pagine:156
Anno:2004
Prezzo: Euro 10,00



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