25 maggio 2008

You are my sister

Un grande successo di pubblico e di critica! E nel momento di massimo pathos dell'esibizione - sulle melanconiche note di You are my sister di Anthony and the Johnson - anche un applauso a scena aperta (probabilmente partito dalla sterminata claque di mariti, genitori, cugini e amiche del liceo delle mie compagne...).
Folklore a parte, il saggio della scuola di danza, che in prima battuta istintivamente noi tutte avevamo classificato come poco meno di un fastidio, è stato alla fine una bellissima esperienza, che mi ha regalato cinque nuove amiche e restituito una antica passione per la danza contemporanea. All'uscita ci siamo salutate con le lacrime agli occhi, ringraziando la nostra giovane insegnante per l'entusiasmo che ci ha trasmesso e per la tenacia con cui ha smantellato le nostre resistenze, e ci siamo date appuntamento per settembre.

Ho fatto qualche foto, ma l'unica che vale la pena di condividere è quella dei rumorosissimi artisti che dividevano con noi un micro-camerino fatto di due stanzette comunicanti.
- Grazie che ci hai fatto la foto!
- Ma anche te devi ballare?
- Sì, dopo di voi.
- Ma quanti anni hai?
- Eh, tanti.. indovinate.. dite un numero grande...
Tutti insieme:
- 100!!!
- Ma no.. meno!
Risate, poi la più piccolina, dal fondo:
- 41!
- Minchia! (tra me e me; poi mi riprendo) Brava! Indovinato, ne ho 40 e mezzo.
- Io cinque e mezzo!
- Io quattro e mezzo!
- Io domani cinque!
- Davvero? Buon compleanno allora...
A quel punto, in mezzo a una bolgia di costumi, urli, pantacalze microscopiche e brillantini, in un crossover di ruoli e di circostanze, sempre la piccolina mi prende per mano con fiducia assoluta e mi dice:
- Dada, ho la pipì...


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