11 maggio 2008

La truffa

Birmania, la truffa dei generali nel Paese distrutto
I soldati distribuiscono schede già votate.

Confiscati a Rangoon due aerei del Pam

Il Corriere della Sera-10 maggio 2008

Cinque camionette dell'esercito birmano passano spaventando risciò e cani sonnacchiosi. Le armi sono ben in vista. In piena città ostentano Rpg con il razzo in canna come andassero in battaglia. Che cosa ci fanno militari tanto agguerriti così lontani dal disastro? Perché non sono sul Golfo del Bengala a dare una mano nelle zone travolte dal ciclone Nargis? Un membro dell'opposizione alla dittatura militare estrae la risposta dalla tasca. È un foglietto di quattro dita per lato. Da una parte ha il timbro della caserma di zona, dall'altro il suo nome, cognome, indirizzo scritti a mano. «Prima di aiutare le persone, vogliono vincere il referendum sulla loro Costituzione. E ci riusciranno con questi».

Gli oppositori in esilio protestano davanti all'ambasciata birmana a Bangkok (Epa)
Dimenticate i soliti brogli, gli elettori inventati, le urne sostituite. La giunta al potere in Myanmar, l'ex Birmania, sta per aggiudicarsi il record del voto più fasullo del pianeta. «Due settimane fa - racconta il giovane attivista che, ovviamente, deve restare anonimo - sono stato convocato in caserma. "Votare sì alla nuova Costituzione è un dovere patriottico", mi ha spiegato un ufficiale. "Allora prendi questo foglietto. Non c'è bisogno che voti. Ci penserò io per te. Tu devi solo andare al seggio a consegnare il foglietto, non mancare"». Il ragazzo si guarda intorno per essere sicuro che nessuno ascolti. «Hanno fatto così con tutti i miei vicini di casa, con i membri della Lega nazionale per la democrazia. "Passerà un mio soldato, ha concluso l'ufficiale, per dirti a che ora presentarti". Dobbiamo essere puntuali anche nel fingere di votare. Vogliono una farsa perfetta. Per questo hanno bisogno di tutti i loro controllori per vincere un referendum che gli garantirà il potere in eterno».

Monaci rasati e vestiti d'arancione sfilano con la ciotola in mano per la questua mattutina. Myawaddi è un angolo di Birmania così lontano dal resto del Paese che, mentre a Rangoon c'è penuria di ogni cosa, qui il mercato straripa di odori, i monaci non sono mai scesi in strada contro il regime. Delatori, intimidazioni e un relativo benessere non bastano, però, ad evitare sgambetti nell'urna, via al super-broglio dunque. «I generali - hanno scritto venerdì i parlamentari eletti nel 1990 assieme alla premio Nobel Aung San Suu Kyi e poi destituiti - stanno usando mezzi pesanti per assicurarsi un risultato positivo». L'agenzia d'informazioni cattolica AsiaNews riferisce di simpatizzanti governativi che girano per l'ex capitale Rangoon «obbligando i cittadini a votare sì al referendum, in modo anticipato e irregolare, in cambio di aiuti alimentari. Anche chi vuole materiale per ricostruire la propria abitazione, oppure tende e coperte, si vede costretto a cedere» al ricatto. Pensando al lavorio sotterraneo per il voto farlocco si comprendono meglio anche le critiche che arrivano dall'Occidente. Onu, Caritas, Medici senza frontiere, Germania, Francia, Stati Uniti, la Farnesina di Franco Frattini, da ogni parte si chiede di aprire le porte della Birmania ai soccorritori. Tutto inutile, però.

«Al momento il Myanmar non è in grado di accogliere soccorritori da Paesi stranieri - mette in chiaro il Myanma Ahli, quotidiano semi ufficiale della giunta -. Siamo impegnati, però a distribuire gli aiuti ricevuti con i nostri mezzi». «Due nostri aerei con biscotti energetici sufficienti a centomila persone sono stati requisiti sulla pista di Rangoon - ha denunciato venerdì il Programma alimentare mondiale -. Sospendiamo il ponte aereo». Passa qualche ora e il governo birmano smentisce. Ma gli aerei restano a terra. «Forse - azzarda il giovane oppositore costretto a votare "sì" - i generali apriranno la Birmania a referendum vinto, quando non dovranno più temere testimoni stranieri in circolazione durante il presunto voto». Con i senzatetto (stimati ormai a due milioni) esposti a ogni malattia, c'è da sperare che il risultato del voto di oggi arrivi in fretta.

dalla rassegna stampa di Euro-Burma Office

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