28 maggio 2008

Suu Kyi

Birmania, Suu Kyi resta agli arresti domiciliari prorogati di sei mesi
La giunta militare ha intensificato le misure di sicurezza intorno alla sua residenza
Oggi scadeva il precedente provvedimento restrittivo per il Nobel per la Pace


RANGOON - Aung San Suu Kyi rimane agli arresti domiciliari. La giunta militare birmana ha prorogato di altri sei mesi il provvedimento restrittivo nei confronti della leader dell'opposizione e premio Nobel per la pace. Suu Kyi è ai domiciliari continuativamente dal 2003 e complessivamente da 12 degli ultimi 18 anni. Oggi scadeva l'ultimo ordine di arresto dato dal regime. E sempre oggi cade il diciottesimo anniversario delle elezioni politiche del '90, vinte in misura schiacciante proprio dalla Lega Nazionale per la Democrazia, guidata dalla leader arrestata. Una vittoria mai riconosciuta dal regime militare che diede il via a una dura repressione.

Prima di decidere la proroga del provvedimento nei confronti di Suu Kyi, i militari avevano circondato la residenza dell'esponente dell'opposizione e avevano fermato venti militanti che avevano cercato di violare il blocco. Per mettere la sordina all'avvenimento i militari hanno circondato il quartier generale dell'Lnd (che ha definito "un'impostura" il referendum sulla nuova costituzione voluto dalla giunta militare), ma una ventina di giovani attivisti dell'opposizione si sono ugualmente diretti verso la villetta alla periferia di Yangon. Un tragitto breve, bloccato dalla polizia che ha fermato i giovani caricandoli sui cellulari.

L'inasprimento della repressione potrebbe far salire la tensione con i governi occidentali impegnati negli aiuti umanitari a favore delle popolazioni colpite il 2 maggio scorso dal ciclone Nargis, che ha fatto oltre 130.000 vittime fra morti e dispersi, e due milioni e mezzo di senzatetto. Aiuti che il regime ha sottoposto a pesanti restrizioni, pur essendosi da ultimo piegato a promettere l'ingresso incondizionato a tutti i soccorritori stranieri, a prescindere dalla loro nazionalità.

27 maggio 2008 - da www.repubblica.it

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