29 gennaio 2009

Il centro del mondo

GERUSALEMME nuova è un quartierone triste. Case monolitiche e strade larghe che ci passano in mezzo. C'è un ponte in costruzione. E' di un grande architetto contemporaneo, lo stesso che ne ha fatto uno a Venezia sollevando un sacco di polemiche. Anche qui c'è qualcuno che si fa un po' rodere. Dopo aver speso un mucchio di soldi per costruirlo il nuovo sindaco della città vuole tirarlo giù. Anche il sindaco di Roma voleva smantellare la teca dell'Ara Pacis appena costruita da un altro grande architetto. I politici sono fatti così: preferiscono l'arredamento alle grandi opere, nel senso che sono attaccati soprattutto alle poltrone.

GERUSALEMME vecchia invece è un piccolo labirinto come tutte le città antiche. Quattro quartieri ci stanno dentro. Arabo, armeno, ebraico e cristiano. Quello armeno è chiuso, c'è persino una porta che alle dieci di sera lascia fuori i ritardatari. Ci mostrano una chiave da mezzo chilo. La girano in una serratura di quattrocento anni fa. Forse sono la comunità più antica della città, forse prima non erano così. Ma sono passati novant'anni dal genocidio che li ha quasi cancellati dal mondo e da quel momento la chiave che li difende è meno simbolica di prima. Se l'armeno è quello meno visibile, il quartiere arabo è quello che si nota di più. Cupole di moschee e tetti coperti di antenne, le preghiere che scandiscono il tempo dagli altoparlanti dei minareti. E poi le strade strette coi mercati che vendono tutto dalle spezie colorate e profumate alle magliette con Bush e Bin Laden, dalle spremute di melograno alle polpette di ceci.

POI C'E' IL QUARTIERE ebraico con gli scavi che hanno tirato fuori un pezzo di strada romana. E' una storia di secoli che emerge dal sottosuolo, ma tra un mosaico e una colonna anche la guida ci deve ricordare che in questo settore gli israeliani ci sono arrivati solo quarant'anni fa dopo la guerra dei sei giorni. Da quel momento queste strade hanno incominciato a cambiare faccia. Anche fuori da Gerusalemme c'era qualcosa che stava cambiando per la guerra permanente in fazzoletto di terra che ha un effetto sul resto del pianeta. Il termometro bellico che regola la temperatura del conflitto mondiale.

POI C'E' IL QUARTIERE cristiano, c'è il Santo Sepolcro con la fila di pellegrini. Appena usciti dalla chiesa ci sta un minareto. “Non fatevi ingannare” dice la guida “la divisione dei quattro quartieri non è così netta! Non sarebbe possibile. C'è una stratificazione e un miscuglio che non si può regolare con gli accordi politici”. E come gliela spieghi ‘sta cosa ai presidenti e ai generali? Nel 638 quando Omar conquistò Gerusalemme andò dal capo bizantino al santo sepolcro, “qual è il centro del mondo?” chiese. Il cristiano gli rispose “qui dove è stato portato il corpo di Cristo”. “No” rispose Omar “è lì” e indicò un punto a poche decine di metri dove fece costruire una moschea. Solo per questo motivo la chiese non fu distrutta e le due religioni, almeno momentaneamente, convissero. Ma dov'è oggi il grande condottiero che accetta di farsi qualche metro più in là? L'uomo saggio disposto a spostare il suo centro del mondo?

di: Ascanio Celestini, "I viaggi di Repubblica", 19 dicembre 2008

http://www.ascaniocelestini.it/

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