18 dicembre 2006

BelloBellissimo Lemon Lemon

E' notte. Il mal di testa è una nuvola dura che si espande da dentro, si gonfia contro le bozze frontali, mi spinge fuori le ossa. Ho in bocca un sapore che avevo sentito solo nell'alito dei vecchi. Ho fatto una riunione di 16 ore. Quanti anni ho? Ha senso?
Questa dev'essere la famosa vita di cui sentivo parlare gli adulti: ci siamo staccati dalle alghe, ci siamo distinti dai rettili, abbiamo acquisito forma di mammifero, voluto il fuoco, lavorato i metalli, piegato la materia, usato la natura per arrivare discutere 16 ore di un detersivo. Sono sostenuto da una forza che non è mia. Sono i nomi e i prezzi di mille prodotti a tenermi insieme, milioni di scatole colorate, tonnellaggi insigni di maionese e ammorbidente, tubi, bottiglie, vasetti, ricariche cartonate, una legione di oggetti decorati da infiniti codici a barre, confezioni e confezioni con apertura facile e tappo intelligente che studiano percorsi per scavarsi una strada, un camminamento che porti diritto dagli scaffali dei magazzini di stoccaggio alle dispense delle singole case, erodendo e raschiando nel passaggio monete e valori di scambio dai consumatori che incontrano lungo il tragitto. Vendere pena l'annientamento, requie solo dopo la stipulazione del contratto. Ci dev'essere una ragione se nella nostra lingua basta spostare una erre e CartaSì diventa catarsi.

Walter Fontana, L'uomo di marketing e la variante limone, Tascabili Bompiani 1995.

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