14 settembre 2008

Dilemma

Le luci della mia auto hanno deciso di rompersi tutte insieme. Un mese fa mi e' partito lo stop sinistro; stamattina un amico mi ha fatto notare che non andava piu' un anabbagliante, poi verso sera un giapponese tra l'incazzato e l'angosciato mi ha affiancato al semaforo sventolando la mano a ballodelquaqua: "...fLeccia! dietLo! fLeccia bLuciata! molto peLicoloso! destLa! bLuciata! fLeccia!!!". Era cosi' agitato che mi sono sentita in dovere di rassicurarlo: "ah, ok... grazie, andro' subito a cambiarla... grazie!"
"si'! molto peLicoloso..."

Necessaria premessa: io, diva e donna anche in quei giorni, faccio gia' la mia parte per combattere gli stereotipi essendo una parcheggiatrice da competizione, ma - lo ammetto con una certa fatica - cambiare una lampadina dell'auto e' oltre le mie possibilita', almeno per il momento. Non so bene perche', ma e' cosi'.

[Per inciso, l'idea che mi sono fatta e' che il problema nasca, quantomeno nel mio caso, alle scuole elementari, dove alla mia epoca le femmine erano costrette - con un approccio del tutto anacronistico gia' allora - a fare i cosiddetti "lavoretti all'uncinetto", mentre i maschi costruivano l'impiantino elettrico e facevano "il traforo". Le pari opportunita' venivano ripristinate solo grazie ad assurdi centrotavola natalizi, con la carta argentata e le pigne ricoperte di porporina, strumento di oppressione previsto per entrambi i sessi. A me l'uncinetto non dispiaceva, come esibizione di virtuosismo, ma percepivo chiaramente l'inutilita' pratica e sociale, alla fine degli anni Settanta, di imparare a bordare a filet gli asciugamani di lino, e avrei dato qualsiasi cosa per poter usare il traforo a caldo e ritagliare il polistirolo, pratica altrettanto inutile nella vita, va detto, ma molto piu' divertente.]

Sia come sia, in ogni caso oggi la mia auto e' sempre lercia, la manutenzione sta a zero e se devo fare una cosa come cambiare la lampadina di un fanale non so dove mettere le mani.

Beh, uno potrebbe dire, dov'e' il problema? Se proprio non sai fare da sola fattela sostituire dal benzinaio, ti chiedera' un po' di piu' ma almeno risolvi. Bene, sono d'accordo: in attesa di emanciparmi dalla figura maschile e prima di fare del danno vado da un benzinaio. Il piu' vicino a casa mia e' una stazione della Shell. Avevo giurato a me stessa che non ci avrei mai messo piede (ne' ruota), perche' la Shell e' la compagnia responsabile dell'omicidio di Ken Saro Wiwa, poeta e scrittore nigeriano, colpevole di aver lottato contro le devastazioni procurate nella sua terra, la zona del Delta del Niger, dalle multinazionali petrolifere. Con accuse pretestuose Ken Saro Wiwa fu piu' volte incarcerato e infine impiccato assieme ad altri otto attivisti (nel 1995, non trecento anni fa) per mano del regime militare, colluso con le multinazionali.

Per cinque anni sono riuscita a mantenere fede al mio proposito. Poscia, piu' che il dolor pote' il ferragosto bolognese. Dovevo portare i miei genitori al mare, avevo fretta e trovare un benzinaio aperto con anche l'umano operativo dentro era una impresa disperata. Dopo averne passati una serie, tutti chiusi, stavo per arrendermi quando inaspettatamente trovo aperta la famigerata Shell vicino a casa, quella del "piuttosto spingo la macchina fino al primo autogrill". Mi dibatto per qualche secondo nel dilemma, poi penso ai miei genitori, al traffico delle vacanze, ho i minuti contati e cedo. Decido che e' da irresponsabili andare in giro con gli stop rotti, cosi' vinco le mie remore e vado a farmi sistemare per bene la macchina con tutti i classici controlli pre-viaggio. Benzina, gomme, olio, acqua e cambio della lampadina guasta. Sono un po' turbata, pero'. Mi aspetto inconsciamente di trovare l'espressione della protervia di tutte le multinazionali e di tutto il male del mondo in questa stazione Shell, invece rimango stupita. Sono costretta a constatare che il benzinaio (un ex-giovane di eta' indefinibile e che ovviamente non ha nessun senso mettere sullo stesso piano dei mandanti morali dell'omicidio di Saro Wiwa) e' molto gentile, scrupoloso e incredibilmente non ladro. Traffica con impegno per alcuni minuti per togliere la lampadina bruciata, armeggiando con il cacciavite tra foglie marce, rametti, polveri sottili e grossolane, morchia secca e merda varia che intasa gli interstizi della zona luci, e con mia sorpresa non mi chiede nulla per il servizio, solo il prezzo (basso) della lampadina. Me ne riparto molto soddisfatta come cliente, tranquilla come automobilista, santasubito come figlia, ma in piena crisi di coscienza come attivista.

Sono venuta meno ai miei piu' saldi principi, pero' avevo un buon motivo, cause di forza maggiore, lafrettal'alluvionelecavallette, e poi non decidevo solo per me e poi e poi e poi... Appoggiati sulle mie spalle, l'angioletto e il diavolino fanno a cazzotti, come nei cartoni animati, ma la cosa peggiore e' che non sicura di sapere bene chi e' l'angioletto e chi il diavolino. E' ragionevole non servirsi per principio di una certa stazione di servizio e rischiare di farsi tamponare mentre trasporti i tuoi famigliari? Ha senso lottare in modo cosi' capillare contro una multinazionale, che dal tuo piccolo e singolo gesto non verra' mai nemmeno sfiorata? Ma le questioni di principio, allora? Cosa faccio, mangio il Big Mac, per produrre il quale viene consumata una quantita' di acqua che basterebbe a dissetare una decina di villaggi africani per un anno, ma e' tanto buono? Bevo o no la Coca-cola, che ammazza i sindacalisti colombiani come mosche, ma non c'e' niente che mi fa digerire cosi' bene? Faccio benzina alla Shell, che ha fatto uccidere Ken Saro Wiwa per poter continuare a inquinare, ma mi e' tanto comoda? Ok, no, e' chiaro. La domanda vera e': no significa NO MAI o TENDENZIALMENTE NO? Quanto sono importanti i principi? Quanto le responsabilita'? Qual e' il vero significato, il vero scopo della coerenza?

Mi rispondo che, come in quasi tutte le cose, non c'e' una risposta univoca, una ricetta che vada bene sempre, una linea guida universale e perenne che spazzi via tutti i dilemmi e la necessita' di continuare a ragionare e a scegliere. L'atteggiamento giusto puo' essere solo quello di valutare caso per caso, con buon senso ed elasticita' mentale, perseveranza, attenzione e memoria. Lottare in modo strategico, piuttosto che schiantarsi contro le pale del mulino a vento senza chiedersi neanche se serve. Ma non sono del tutto convinta di questa conclusione.

E, soprattutto, questa volta cosa faccio? Torno alla Shell, bella comoda vicino a casa, con il benzinaio gentile e onesto? O mi sbatto per andare in giro a trovarne un altro, magari ladro, rischiando tamponamenti e punti della patente? Ora che non ho neanche la scusa della fretta, da chi vado a farmi cambiare l'anabbagliante e la fLeccia bLuciata?


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http://www.remembersarowiwa.com/


4 commenti:

stefanone ha detto...

è bellissimo questo post, grazie Chiaretti!

Anonimo ha detto...

ciao steve!!!
mi manchi... ho due domande x te:

1) come stai?
2) conosci un benzinaio non ladro??
:-))))
Etti

stefanone ha detto...

sto bene, grazie...
anche se, devo dire la verità, si ricomincia solo adesso con lo stress: stamattina sono uscito di casa alle 7,40 e sono arrivato in ufficio alle 8,55, non male, no?
benzinaio non ladro... mah! brutta categoria, non saprei proprio cosa consigliarti: ce l'avevo, era un amico d'infanzia, ma ha smesso, si è disintossicato...

ho una pessima notizia, che forse saprai già: stanotte è morto Umberto Tasca
se non lo sapevi mi dispiace di essere latore di tale notizia...

un bacione

Cat ha detto...

Grazie di avermelo comunicato, Steve, non lo sapevo, poi ieri ho chiamato l'Elena... Mi dispiace tantissimo, anche per l'Anna.

Per lo stress, anch'io sto settembre non son partita bene, un sacco di grane di vario genere, fin dal rientro... mi inventero' qualcosa per tenere botta :-/ :-)

un bacio e a presto,
etti