24 maggio 2006

"Che se io saprei..."

Cronaca
Senatore di An: "Bindi è lesbica, via dal ministero della Famiglia" - Maurizio Saia in una trasmissione tv attacca il neo-ministro e poi aggiunge: "Nessuna offesa, anch'io ho un parente gay"

Poi uno dice... Scusate ma devo esternare, non ce la posso fare!!!
Mi pare sempre più evidente che il clima di omofobia in Italia ha subito una recrudescenza pesante, cosa che alcuni fatti legati alla politica hanno evidenziato.

Si rafforza, purtroppo, la mia convinzione sull'emergenza omofobia nel quadro della situazione dei diritti umani in Italia. Certe uscite da Vito Catozzo ("... che se io saprei che mio figlio mi diventerebbe un orecchione, VIVO glielo faccio mangiare il boa di struzzo!!") in tv ci facevano ridere 15-20 anni anni fa perché ci sembravano retaggio di una sottocultura che dicendo certe cose si qualificava da sola come ignorante e tutto sommato superata. E invece adesso, dopo vent'anni, ce le ritroviamo pari pari nella vita politica del Paese, dette sul serio dai banchi del Parlamento o in tv da personaggi che rivestono ruoli istituzionali. E l'opinione pubblica quasi non si scompone.

"Culattone" (Tremaglia), "Meglio fascio che frocio" (Mussolini), ex consiglieri comunali e assessori (Cipriani e Lombardo) che tirano i finocchi al candidato transessuale che va a tenere un comizio elettorale a Guidonia.... Sì, perché il transessuale va bene in tv come macchietta, con il parruccone o gli ananassi in testa, ma se si azzarda a far valere i diritti civili e politici candidandosi alle elezioni si sente dire "ma cosa crede quello lì, arriva vestito da donna e pensa di poter dire quello che vuole" (Mussolini). Certo, ci mancherebbe, perché? Mi risulta che secondo la nostra Costituzione tutti possono dire quello che vogliono, indipendentemente dalle loro inclinazioni sessuali, anche vestiti da Bugs Bunny, a meno che non facciano apologia di reato... (!)

E adesso anche "la lesbica non può fare il ministro della Famiglia". Già, perché una lesbica al massimo può fare la cantante (solo rock, però), la lanciatrice del peso oppure la camionista bruttona con la salopette e i capelli a spazzola. Mica il ministro, ma che scherziamo. E comunque non ha una famiglia, vive in una comune dove mangia nei piatti di plastica e si ammucchia con chi capita. La famiglia è una istituzione seria e antica, formata da un uomo (bianco) e una donna (bianca), sulla cui purezza vigilano persone sagge ed espertissime dell'istituzione medesima, tipo il Papa Ratzinger o il Cardinale Ruini (che notoriamente sono sposati e hanno dieci figli ciascuno...).

Fantastica anche la replica dell'illuminato senatore: "Nessuna offesa, anch'io ho un parente gay". !!!!! Sarà contento, poveraccio... Dove lo tiene, in un acquario? In una cuccia con scritto sopra "Fuffy"?? Lo porterà tutti i giorni a fare pipì e ad annusarsi con i suoi amichetti? Ci toccherà di sentire dal vero frasi che consideravamo delle freddure neanche tanto divertenti, tipo il gay è il migliore amico dell'uomo???

Mettiamoci, dentro al calderone, anche "Ste donne non ci devono scassare la minchia!" detto da un parlamentare (Giuseppe Gianni, detto Pippo, Udc Siracusa, onorevole...) a proposito delle quote rosa - alla salute delle pari opportunità! - e il quadro è completo. Ragazze, attenzione che il burqa è dietro l'angolo! Quando viene imboccata la strada dell'oscurantismo e non si tenta di osteggiare in qualche modo il clima culturale che ne deriva, è un attimo trovarsi il Ku Klux Klan sotto casa che ti dà fuoco al garage, o lo statista al governo che stabilisce che non puoi uscire se non sei accompagnata da tuo padre, tuo fratello o tuo marito. E state tranquilli che n'è per tutti, nessuno è al sicuro! Uno pensa: da noi non può capitare. Beh, mi ricordo un servizio del 2001 sul Venerdì di Repubblica che mi impressionò molto: mostrava che negli anni Settanta le donne in Afghanistan andavano all'università, giocavano a basket con i calzoncini corti, facevano il medico e anche il ministro. Ci credereste mai, oggi?

Capisco bene perché Amnesty aderisce da anni al Gay Pride, per questo ci voglio essere e penso che bisognerebbe andarci in molti, a rappresentare una vasta parte della cittadinanza italiana che vuole essere, per una volta, allegramente ma fermamente intollerante verso l'intolleranza e la discriminazione. Non si tratta di folklore (che pure non ha mai fatto male a nessuno) ma di civiltà e diritti che riguardano tutti noi.
"Che se io saprei che mio figlio mi diventerebbe attivista umano, VIVO glielo faccio mangiare il Rapporto Annuale!!"

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da www.repubblica.it

Maurizio Saia in una trasmissione tv attacca il neo-ministro e poi aggiunge: "Nessuna offesa, anch'io ho un parente gay"
Senatore di An: "Bindi è lesbica, via dal ministero della Famiglia"
Insorge l'Unione: "Non bastano le scuse". Fini: "Un imbecille". Follini solidale: "Così il centrodestra non dovrebbe mai essere"

ROMA - "La Bindi? Una lesbica, e non può guidare il ministero della Famiglia". Le parole di Maurizio Saia, senatore di An, fanno insorgere il centrosinistra. Che replica: "Fini lo sconfessi subito". Ma il senatore non retrocede e più tardi sottolinea che "lesbica non è un offesa, ma indica una scelta libera e legittima nell'ambito dell'esplicazione della propria sessualità". Parole che fanno dire a Fini: "E' un imbecille". "Non credo - aveva detto Saia in una intervista a Canale Italia - che sia un segreto, non ho nulla contro le lesbiche, ma va chiarito che Rosy Bindi è lesbica. Per ciò non mi è sembrato, sul piano politico da parte di Rosy Bindi, corretto assumersi non il ruolo dell'economia o dell'istruzione, dove pure già avrei avuto delle difficoltà ad accettarla, ma il dicastero della Famiglia ad una persona che di famiglia non sa niente".

Ironica ma secca la risposta del ministro non nuova ai colpi bassi diesponenti di Alleanza nazionale: "Mi dispiace per il senatore Saia ma anche se, per scelta personale, ho rinunciato a sposarmi mi piacciono gli uomini educati, rispettosi delle donne, intelligenti e possibilmente belli. Tutte qualità che il senatore di An non possiede". E il neo-ministro minaccia querele "per le offese ricevute, anche nei confronti della trasmissione televisiva" e aggiunge "Non avrei nessuna difficoltà a dichiararmi omosessuale se lo fossi. E' evidente che le parole di Saia tradiscono la mentalità discriminatoria retaggio della sua storia politica e dimostrano l'imbarbarimento del confronto politico. Quanto ai miei impegni a favore della famiglia - conclude Rosy Bindi - può documentarsi sia leggendo il programma dell'Unione sia la mia lettera pubblicata domenica scorsa da Avvenire".

E l'attacco di Saia ha suscitato una indignazione (quasi) bipartisan. Pierluigi Castagnetti, il vicepresidente di Montecitorio e compagno dipartito del ministro chiede per il senatore "un provvedimento disciplinare da parte del gruppo di An per non pensare ad una sorta di complicità politica". Gli fa eco, dalle fila dell'opposizione, Franco De Luca, responsabile enti locali della Dc: "Questo è un caso classico in cui non bastano le classiche scuse al ministro Rosy Bindi". Non è da meno, sul fronte opposto, il parlamentare dei Ds Franco Grillini: "Sappiamo che Rosy Bindi non è lesbica, e che se lo fosse non avrebbe problemi a dirlo. Hanno problemi, al contrario, tutti quei parlamentari omosessuali di AN e del centro-destra costretti a nascondersi e ad avere una doppia vita". E allora, domanda il deputato della Quercia, "perché Saia non ce ne parla del dramma che vivono? Non è accettabile neppure l'idea che un omosessuale non possa ricoprire la carica di ministro".

Rosy Bindi incassa anche la solidarietà di Marco Follini: "L'aggressione del senatore Saia a Rosy Bindi è la perfetta rappresentazione di tutto quelloche il centrodestra non dovrebbe mai fare", dice l'ex segretario dell'Udc, e di Fini. "Il senatore Saia è stato un imbecille", dice il presidente di An. Fini si è avvicinato al ministro Bindi nel cortile di Montecitorio ed ha avuto con lei un colloquio al termine del quale il ministro della Famiglialo ha ringraziato.

(23 maggio 2006)

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www.torinopride2006.it

Manifestazione Torino Pride
17 giugno 2006

Esserci è diverso. :-)

Documento di intenti
Gli organizzatori del Torino Pride 2006 intendono caratterizzare questa edizione nazionale attraverso la scelta di alcuni temi chiave.

Un Pride per tutti
Vogliamo parlare soprattutto alle persone che più sono lontane dalla realtà glbt e magari subiscono ancora l’influenza di pregiudizi e ignoranza. Per far questo ci rivolgiamo non solo alle Istituzioni pubbliche ma a tutte le Istituzioni culturali e sociali torinesi e piemontesi, affinché organizzino loro stesse, iniziative ed eventi sui temi del Pride.

Un Pride che guarda al futuro senza dimenticare la storia
Torino è stata la Città ove è nato il primo movimento di liberazione omosessuale italiano - il Fuori! nel 1971 - , il primo gruppo italiano di gay credenti – Davide e Gionata 1981 - , il primo Convegno internazionale lesbico in Italia – Torino, 1981 -, il primo consultorio pubblico per gli interventi di riconversione chirurgica del sesso – Ospedale Mauriziano, 1983 - ed è la Città ove sono nate e si sono sperimentate molte delle principali iniziative e proposte che oggi sono patrimonio del nostro paese su questi temi, dal Festival del Cinema Gay e Lesbico, alla collaborazione con le amministrazioni pubbliche, alle prime iniziative sulla cultura , ecc.

Un Pride delle “Città amiche”
Torino non solo è stata la prima città italiana ad avviare il confronto con la comunità glbt alla fine degli anni ’70, ma è stata anche la prima città ad istituire un Servizio per il superamento delle discriminazioni basate sull’identità di genere o sull’orientamento sessuale. All’avanguardia in Europa, e in perfetta sintonia con quanto previsto dalla Costituzione europea.

Un Pride per promuovere la salute
L’Aids ha segnato gli anni 80 e 90 di tutto il mondo, e continua ad essere una delle principali cause di morte e sottosviluppo nei paesi africani, asiatici e dell’est europeo. Dal grande movimento di lotta contro la diffusione della pandemia sono nate nuove consapevolezze sulla necessità di non abbassare mai la guardia sulle malattie sessualmente trasmesse. Il Pride può essere una occasione per rilanciare questi temi che, negli ultimi anni nei paesi come l’Italia, sono passati nel dimenticatoio anche se la diffusione dell’Hiv continua con i ritmi di sempre.
Il tema della salute però ha caratteri più ampi e va riferito ai bisogni della persona nel suo complesso, e tra questirisulta centrale l’esigenza di divere con serenità le espressioni di affettività e sessualità, qualunque sia l’identità di genere o l’orientamento sessuale.
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Programma della Manifestazione

Concentramento
Ore 16 - Concentramento e formazione del corteo in Corso Bolzano, angolo via Cernaia (Stazione Porta Susa).
Percorso
Il corteo percorrerà Via Cernaia, via Pietro Micca, Piazza Castello, via Po, e termierà in Piazza Vittorio Veneto.
Concerto e Festa
Alla fine della manifestazione, è previsto un concerto finale in Piazza Vittorio Veneto. La festa continuerà poi fino a notte fonda nei locali dei Murazzi del Po (di fronte alla piazza).

Informazioni per la partecipazione

Se vuoi partecipare con un carro o vuoi fare musica o teatro di strada nella manifestazione chiedi informazioni a Enzo Francone, 338/5982978, enzo.francone@torinopride2006.it

GRUPPI/ASSOCIAZIONI
I gruppi, le associazioni, i partiti che non avessero ancora manifestato la loro adesione lo dovrebbero fare scrivendo a info@torinopride2006.it.Le associazioni e i gruppi possono ottenere maggiori informazioni mettendosi in contatto con Antonio Soggia, 349/0942136 , antonio@torinopride2006.it . Le associazioni, per aiutarci nell’organizzazione del pride, dovrebbero compilare e spedirci questa scheda di partecipazione.

Scarica l’appello Io ci sarò, rivolto ai responsabili di istituzioni, organizzazioni, artisti ed artiste, e segnalaci personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della politica che potrebbero sottoscriverlo e annunciare la presenza a Torino il 17 giugno prossimo: iocisaro@torinopride2006.it

VIAGGI
Se vuoi organizzarti il viaggio e il soggiorno a Torino puoi fare riferimento alla nostra Agenzia partner Onway, visitando il loro sito, http://www.onway.it/ o mettendoti in contatto con Igor Scappini, booking@onway.it, tel. 011.5187392, che ti aiuterà a trovare la soluzione più giusta per te.

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www.arcigay.it

www.arcilesbica.it
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

minchia, ma perché dobbiam partire alle 9 per essere a torino alle 16? così tanto s'impiega????

un piccolo motivo in più per stramaledire chi rompe le balle al prossimo con discriminazioni, linciaggi morali e materiali etc.

ché potevamo andar tutt* al mare, o a torino ma al museo egizio etc. etc.

Anonimo ha detto...

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