12 dicembre 2005

>Se sei in difficoltà

Proseguo anche oggi scegliendo di dare spazio alle parole di una donna. è un articolo bellissimo e molto vicino alla mia sensibilità di amnestiana. sarebbe da diffondere attaccandolo anche sui lampioni...
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dal sito www.carta.org
12 dicembre 2005

Se sei in difficoltà
Maria G. Di Rienzo*
* giornalista e saggista impegnata nel movimento delle donne e nella Rete Lilliput

Care donne e care uomini delle forze di polizia presenti in Val di Susa, probabilmente anche a voi, quando eravate piccoli e per un motivo qualsiasi sareste stati lontani da casa (una gita scolastica, un campeggio scout), la mamma disse, prima della partenza, qualcosa del genere: "Se sei in difficoltà, se hai paura, cerca una divisa". La divisa del poliziotto, del vigile, del finanziere, diventava in questo modo il simbolo del ristabilimento di un pacifico ordine comune, se e quando esso veniva violato. Puoi contare su tale patto, dicevano le madri, puoi affidarti a chi si è assunto tale compito in nome della comunità. Oggi non so quante lo dicano ancora: una madre mi ha confidato di recente che alla figlia minore non ha più dato tale consiglio da dopo i fatti di Genova 2001, che hanno distrutto la sua fiducia nelle forze dell'ordine.
Io lo ammetto senza problemi, non ho simpatia per la divisa in sé, neppure per quelle dei college inglesi o per gli abiti talari. Abituata come sono a dar riconoscimento alle differenze e a godere di esse, sono urtata da qualsiasi artificio tenda a rendere uomini e donne indistinguibili o spersonalizzati, inoltre la divisa mi rimanda immediatamente all'idea degli eserciti in marcia e della guerra, due cose che per le loro implicazioni e i loro risultati mi spezzano il cuore.
Ma rispetto le vostre persone, e il vostro lavoro, che in realtà sarebbe proprio quello che le madri spiegavano così bene: se sei in difficoltà, se hai paura, questi uomini e queste donne possono aiutarti.È per questo che vi chiedo: cos'è successo la notte del 6 dicembre scorso? Per quale motivo i lavoratori e le lavoratrici della polizia hanno bastonato i loro inermi datori di lavoro? Perché voi lo sapete bene quanto me: i cittadini e le cittadine a cui sono stati aperti gli zigomi a manganellate sono la ragion d'essere della vostra esistenza come poliziotti. Sono i portatori dei diritti umani e civili la cui violazione è vostro impegno impedire.
Lo Stato, di cui vi onorate di essere servitori, ha certamente delle strutture e delle persone che rivestono ruoli chiave, ma non sono queste ultime a "fare" lo Stato in sé. La Repubblica italiana che servite siamo noi: gli italiani e le italiane, legati e legate da un comune patto di civile convivenza, e le strutture e le persone in ruoli chiave hanno il vostro stesso dovere di servizio. E la Repubblica italiana siete anche voi, cittadine e cittadini, portatori e portatrici dei medesimi diritti e delle medesime responsabilità.Portate pazienza, se vi sembra un sermone esso sta per finire: è infine della responsabilità che volevo parlarvi. Ci sono momenti, nella vita di ogni persona, in cui l'ordine o il suggerimento di praticare un'ingiustizia o di infliggere violenza ad un altro essere umano sembrano irresistibili.
Se non lo faccio, è il ragionamento alimentato dalla paura, se la prenderanno con me; se non lo faccio ci sarà un'azione disciplinare, o perderò il posto, mi umilieranno, sarò solo. E per quanto la coscienza gridi che la violenza inflitta ferirà anche noi che la infliggiamo, dilaniando la nostra umanità, per quanto urli che nessun altro è responsabile per le nostre azioni se non noi stessi, noi le mettiamo un bavaglio.Ma la coscienza continua a parlare. E ciò che abbiamo fatto, che non volevamo fare, che sappiamo essere stato ingiusto e crudele, insinua le sue tracce di nausea e di avvilimento e di crescente durezza nelle nostre vite.
Perciò vi dico, anzi, vi prego: non rinunciate alla vostra umanità. Nessun ordine, se esso implica azioni come quelle compiute in Val di Susa, può avere giustificazioni plausibili. E se ad un ordine simile, in futuro, direte alto e forte il vostro no, non sarete soli.Noi, i semplici cittadini e le semplici cittadine della Repubblica italiana, democratica, nata dalla Resistenza, fondata sul lavoro, saremo al vostro fianco e vi sosterremo.Le vostre madri, simbolicamente, vi danno oggi questo consiglio: "Se tu, membro delle forze dell'ordine, sei in difficoltà, se hai paura, cerca i cittadini attorno a te, parla con loro. Non sono i tuoi nemici. Sono la famiglia più grande che hai".
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