05 agosto 2008

Conosci te stesso (e magari anche il tuo gatto)

L'altro giorno in una profumeria una commessa gentile e sfinita, in vena di gesti random di generosità immotivata per rallegrare la giornata agli sconosciuti, mi ha dato in omaggio uno scicchissimo beauty case di Chanel. Uau! - penso io - Chanel! Che eleganza! Delicatamente avvolto nella carta velina, nero, con la scritta impressa in nero lucido (ton sur ton, appena visibile, perché l'eleganza vera è fatta di semplicità e discrezione, e poi sono gli accessori, i particolari che fanno la differenza, e una volta qui era tutta campagna e non c'è più la mezza stagione* e via così...). Tocco finale: la zip con targhetta in metallo lucido con il prestigioso logo. Mamma mia.

Vado a casa gongolando per questo regalo imprevisto, mentre mi attraversa un retropensiero glorioso, in cui mi figuro che a partire da questo inaspettato accessorio potrò dare una svolta alla mia immagine, che al momento si ispira, più che a Jackie Kennedy Onassis, a Venerdì di Robinson Crusoe. Il mio beauty verde oliva da due euro dell'Oviesse, in preda al panico, inizia a mandare dei curriculum.

Entrata a casa, appoggio il sacchetto di carta di Chanel, altrettanto elegante, col suo prezioso contenuto sul pavimento. E lì resta un paio di giorni. Il beauty dell'Oviesse si rilassa.

Passato qualche giorno, mi torna in mente: il nuovo beauty! Lo estraggo dalla carta velina, lo osservo compiaciuta e lo appoggio sul tavolo: devo partire per le vacanze, lo tengo qui fuori che mi serve per il viaggio.

Infine, il prevedibile epilogo: poco fa mentre preparo la valigia lo prendo in mano, e mi accorgo - prima con raccapriccio, poi con rassegnazione - che si è trasformato nella versione invernale di se stesso, ricoperto com'è di peli della mia gatta, che senza troppi scrupoli ci ha evidentemente dormito sopra negli ultimi tre giorni, approfittando del mio disordine. Avrà pensato anche lei di rifarsi l'immagine...

Fine dell'illusione. Anche se posso spazzolarlo, il nero perfetto e, vorrei dire, immacolato del nuovo beauty è irrimediabilmente compromesso.

Torno a preparare la valigia, rimuginando su concetti epocali come la conoscenza di se stessi e della propria natura, sulla vanità delle vanità, sull'illusoria ricerca della perfezione, fonte di inutili sofferenze, ed e' un attimo arrivare alla caducità delle umane cose, e d'altra parte l'omo ha da puzzà** e il lupo perde il pelo... vabbe'.

Intanto, in una dimensione parallela, al di là dello specchio, Venerdì e il Beauty dell'Oviesse si danno il cinque soddisfatti, sotto lo sguardo comprensivo di Robinson Crusoe e di Coco Chanel.


* Peraltro qui dove abito io, prima periferia con 40 gradi all'ombra, sono vere entrambe le cose.

** Idem.

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