23 ottobre 2009

Ci sto lavorando




È stato ieri o forse l’altro ieri,
tornavo a casa che il sole era già in piedi,
la mia piantina lì sul davanzale,
mi supplicava di darle da bere.

Pensavo tanto, non ne trovavo il senso…
Ma volevo ridere, adesso che ci penso.
Io lì seduto che me ne stavo mite,
la mia piantina urlava ho sete.

Uno, due e tre, comincerò da me.
E non sarà di certo facile.
Sto già contando quarantadue, ma…
Ci sto lavorando…

Dovuta agli animi irrequieti,
Dovuta come il sonno,
Dovuta al corpo stanco,
Dovuta al cuore.


Dovuta a chi ha dovuto…
senz’altro anche dovuta a chi…
Dovuta e qui si tace…
Dovuta un po’ di pace.

Poi ho creduto di averla catturata,
L’irrequietezza d’un tratto dileguata.
È per la gioia che stavo per ballare, quando…
Il mio sorriso mescolavo al pianto.

Vivo in un mondo che mi porta lontano,
quello in cui vivo veramente mi è cattivo,
a petto in fuori urlavo io lo cambierò,
urlavo ma ero io per primo che dovevo cambiare…

Uno, due e tre, continuerò da me.
No, non ho detto che sia facile,
Sto già contando quarantadue, ma…
Ci sto lavorando… Ancora un po’.

Dopo un bel poco ancora un poco e dopo un po’…
Un altro po’…



Ivan Segreto, Puzzle, da Porta Vagnu, 2004

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