24 gennaio 2008

Carissima formica,

Un giorno d’inverno lo scoiattolo scrisse una lettera alla formica:

Carissima formica,
formica formica formica formica formica
formica formica formica formica
carissima formica
formica formica formica formica
carissima formica
carissima formica
formica.
Lo scoiattolo


Era una lettera strana, e lo scoiattolo non sapeva neanche perché l’avesse scritta. Siccome faceva freddo, le infilò un capottino, le mise in testa un berretto di lana, le spiegò dove andare e le aprì a porta.

La lettera uscì con prudenza, scese lungo il tronco del pioppo, s’incamminò tra la neve e bussò, tic tic, alla finestra della formica.
“Chi è?” domandò la formica.
“La lettera” rispose la lettera.
“La lettera?” si stupì la formica, e aprì la porta.
“Sono per lei” disse la lettera con una piccola riverenza, togliendosi il berretto di lana.
La formica la esaminò da tutti i lati, poi l’aprì con cautela.
“Adesso ti leggo” disse.
“D’accordo” disse la lettera.
Quando ebbe finito di leggerla, la formica si sfregò soddisfatta le zampette e disse: “Siedi, lettera, siedi. Cosa posso offrirti?”.
“Mah…” disse esitando la lettera. “Non saprei…”
“Qualcosa di dolce?” insisté la formica
“D’accordo!” disse la lettera, frusciando di contentezza.
La formica prese la penna e scrisse qualcosa di dolce in cima alla lettera e, dopo averci pensato un po’, anche qualcosa di caldo in fondo alla lettera. Per sé prese del miele.
La lettera crepitò e arricciò gli angoli dal gran piacere.
Stettero ancora a lungo sedute insieme. Di tanto in tanto la formica si alzava e scriveva qualcosa i lati della lettera.
All’imbrunire la lettera si congedò. Nevicava. La lettera tornò lentamente al pioppo nella neve alta, si arrampicò fino alla cima e s’infilò sotto la porta dello scoiattolo.
“Ah” disse lo scoiattolo. “Eccoti di ritorno.”
“Sì” disse la lettera, e mentre o scoiattolo stava chino su di lei, gli raccontò cosa aveva fatto a casa della formica, e infine che cosa la formica pensava di lui, lo scoiattolo.
“E poi?” chiese lo scoiattolo.
“Leggi” disse la lettera.
Lo scoiattolo la lesse, e quando ebbe finito di leggerla, le chiese se gli permetteva di metterla sotto il suo guanciale.
“D’accordo” disse la lettera.
Fuori infuriava la tempesta, la casa dello scoiattolo scricchiolava, i fiocchi di neve cadevano sempre più fitti e il mondo diventava sempre più bianco.
Ma lo scoiattolo e la lettera non lo sapevano. Dormivano, sognando parole di inchiostro dolce.



Toon Tellegen, Lettere dello scoiattolo alla formica, Feltrinelli Kids 2001.

Nessun commento: