
Ma nel nostro solito allegro mondo alla rovescia, un mondo-Titanic dove le orchestrine suonano e suonano, credendo con due violini stonati di coprire il boato del transatlantico che affonda, si dà credito su tutto a tutti tranne a chi dovrebbe averlo, si chiede a un politico di parlare di barche, a un sindaco di fare il doppiatore, a un ingegnere di fare il Ministro della Giustizia, a un secessionista di fare il Ministro delle Riforme (effettivamente, chi meglio di lui...).
Allora perché dare credito a un Premio Nobel dell'Economia quando parla dei costi dell'esportazione della democrazia, perché perdere tempo a valutare la sua opinione sulla globalizzazione, quando abbiamo Orietta Berti che è tanto disponibile?
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da www.carta.org
Stiglitz: "La guerra in Iraq costerà dieci volte il previsto"
11 gennaio 2006
(Note: da http://www.misna.org/) Il costo diretto e indiretto della guerra in Iraq sarà per gli Stati uniti fino a dieci volte superiore rispetto a quello preventivato nel 2003 e in cui si parlava di una spesa non superiore ai 200 miliardi di dollari: lo sostiene uno studio elaborato dal premio Nobel per l'economia 2001, Joseph Stiglitz, e da una sua collaboratrice dell'Università di Harvard, Linda Bilmes. Secondo i nuovi conti di Stiglitz, da sempre fiero oppositore del conflitto in Iraq ma pur sempre premio Nobel per l'economia, calcolando l'aumentato prezzo del petrolio, il peso sull'erario delle pensioni che lo stato dovrà pagare a vedove e invalidi di guerra, le cure di lungo periodo da somministrare ai - per ora - circa 16.000 soldati rimasti feriti, e altro, il peso finale dello sforzo bellico che il contribuente Usa dovrà affrontare per la guerra nel periodo compreso tra il 2003 e il 2010 oscillerà tra 1.026 (nel caso più ottimistico) e 1.854 miliardi, ma potrebbe arrivare tranquillamente a 2.000 miliardi di dollari, pari a un quinto del prodotto interno lordo di un intero anno per la prima potenza economica mondiale. Nel suo calcolo, tra l'altro, il premio Nobel ha anche inserito la graduale riduzione del contingente Usa in Iraq, come recentemente annunciato dalla Casa Bianca. Il governo degli Stati uniti non ha per ora risposto al documento diffuso da Stiglitz e dalla sua collaboratrice.
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Stiglitz Joseph E.
La globalizzazione e i suoi oppositori
€ 19,00
274 pagine
anno 2002
Editore Einaudi
Collana Saggi
In sintesi - Il vincitore del Premio Nobel per l'economia nel 2001, consigliere di Bill Clinton durante il primo mandato, e vicepresidente della Banca Mondiale dal 1997 al 2000 affronta il tema della globalizzazione cercando di rispondere ad alcune domande: cosa s'intende per globalizzazione? quali sono i presupposti, quali gli effetti e quali i danni? chi sostiene la globalizzazione, chi la governa e chi la contesta?
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L'immagine che apre questo post è di John Callahan, un vignettista americano molto, molto particolare...
Siete curiosi? Andate a vedere il suo sito, ne vale la pena:
www.callahanonline.com

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